Piazza Caricamento: il nuovo assetto piace oppure no? La nostra intervista per le vie della città

Genova, 18/06/2025.

Nel mese di aprile 2025, dopo quasi due anni di lavori, piazza Caricamento ha riaperto alla cittadinanza, con un nuovo assetto: al centro di un intervento di risistemazione finanziato con oltre 1.650.000 euro del piano nazionale di ripresa e resilienza- PINQuA 15, i lavori di rinnovamento e riqualificazione sono rientrati all'interno del Piano integrato Caruggi, con l'obiettivo di rafforzare del ruolo di cerniera naturale di questa zona tra il Porto Antico e il centro storico.

Il cambiamento della piazza non è stato drastico, rimane la pavimentazione a grata, così come - ovviamente - il monumento dedicato a  a Raffaele Rubattino, imprenditore genovese che nell'Ottocento si impose, grazie alla sua lungimiranza, tra gli armatori che ridefinirono il commercio marittimo nazionale e non solo. 

Le novità sono le sedute/non sedute in metallo color ruggine, una sorta di strano compromesso urbanistico progettato per permettere di accomodarsi, ma con una certa parsimonia, parafrasando una battuta dei Pirati dei Caruggi. Effettivamente, a ben pensarci, una piazza cittadina è un luogo di incontro, di passaggio, ma anche di sosta, però c'è un ma. I problemi e le polemiche erano nate già molto prima della fine dei lavori del cantiere: si temeva che la piazza diventasse un bivacco, quando non addirittura un centro di spaccio di sostanze stupefacenti. Si è optato quindi per una serie di grossi quadrati su cui sicuramente è possibile appoggiarsi, ma il caso ha voluto che il materiale in cui sono fabbricati, sotto il sole, diventi praticamente incandescente!

Al centro di queste figure geometriche sono piantati gli elementi che sicuramente attrarranno maggiormente l'attrazione di tutti e di tutte: gli alberi di jacaranda. L'uso del tempo futuro è d'obbligo perché, finora, le piante sono molto piccole, anche se delle timide fioriture stanno già spuntando. Il fiore di jacaranda, originario delle regioni tropicali e subtropicali del mondo, una volta fiorito, sarà sicuramente uno spettacolo coloratissimo, con le sue sfumature tra il glicine, l'azzurro e il violetto, ma si dovranno aspettare ancora un paio d'anni, se non tre, per godere finalmente di questa meraviglia della Natura.

Inoltre, come ormai è noto, gli alberi sollevano l'umore e abbassano la temperatura, che nella stagione più calda, in piazza Caricamento picchia duro.

Abbiamo chiesto ai genovesi e alle genovesi se amano questo nuovo design e le risposte sono state varie. Si parte con un «Piazza Caricamento nuova? Perché cosa è cambiato?», ci dice una signora, sgranando gli occhi. Non è esattamente il migliore degli inizi, ma proseguiamo informandola della presenza degli alberi. «Non si vedono neppure, non mi sembra un grande cambiamento!».

I commenti negativi continuano, entrando anche nei negozi della zona di Sottoripa: «No, perché le sedute attorno gli alberelli sono scomode, non tanto per la forma, ma per il materiale. Dopo pochi minuti, sotto il sole, sembra di essere appoggiati alla lava incandescente». Proseguiamo sempre in Sottoripa e facciamo la stessa domanda sulla soglia di una pescheria: «Ni, mettiamola così!», ci risponde sorridendo l'addetto alla vendita, allargando le braccia e appoggiando le mani ai fianchi, dove è legato il suo grembiule. «Potevano decisamente fare meglio. Accontentiamoci, è già qualcosa! Però non voglio neppure sapere quanto hanno speso, meglio rimanere nel dubbio!».

Stiamo perdendo la speranza quando, finalmente, arriva una ventata di positività: «Sì, m'è sempre piaciuta, anche prima che la rinnovassero», ci dice, sorridendo, un signore che si trova proprio a passeggiare in piazza. Un altro sì proviene proprio da chi la piazza la vive tutti i giorni, da circa quindici anni, ossia il giostraio che si trova a pochi passi dalla statua di Rubattino: «Sì, mi piace», ci risponde con velato accento dell'Est Europa. «Nei due anni di cantiere il nostro lavoro è calato praticamente del 90%, ma ora abbiamo ripreso».

All'angolo tra Sottoripa e piazza Caricamento ci fermiamo a fare la coda ad una friggitoria e facciamo la stessa domanda ai ragazzi che si destreggiano tra coni di frisceu e totani fritti: «Durante la maggior parte della giornata siamo sempre qui a lavorare, quindi non riusciamo ad avere una idea completa, però sicuramente la troviamo molto più bella rispetto a prima. Aspettiamo che gli alberi crescano, a quel punto pensiamo che sarà un grande respiro per la città».

Sembra andare tutto a gonfie vele, quando ecco la batosta: «No, cosa vi devo dire?», ci risponde secca, ma con gentilezza, una signora che porta a spasso un cane di grossa taglia e dagli occhi dolci, proprio lungo la piazza. «Gli alberi, prima di diventare alberi, ci metteranno parecchio tempo, nel frattempo alla sera tutti quelli che di solito sono a divertirsi in via San Luca qui potranno usufruire di panchine belle comode, per continuare a fare i loro affari sporchi. Avrei fatto qualcosa di di di molto diverso, per esempio ci avrei messo un po' di verde già fiorito e - con tutto lo spazio che c'è - penso che un'area riservata ai cani non sarebbe stata proprio una cattiva idea».

Torniamo in Sottoripa e arriva un altro no, dal proprietario del Gran Ristoro, luogo celeberrimo per i suoi panini farciti sul momento: «Non mi piace questa sistemazione, era una piazza ideale per i grandi eventi, per le manifestazioni, riempirla con delle piante non credo che sia stata una buona idea, io l'avrei lasciata libera e l'avrei attrezzata in maniera simile a Caruggio dritto a Chiavari, dove è possibile avere delle postazioni per gli stand durante varie iniziative sociali o gastronomiche. Vediamo se questi alberi svilupperanno una chioma gradevole, ma per ora sembra di vedere il set di quei film post apocalittici tipo The day after».

A questo punto ci voltiamo e chiediamo il parere di tre avventori del locale che, seduti ad un tavolino, si gustano tre succulenti panini. La  risposta è unanime: «Sì, ci piace, tutto cià che è novità è sempre una buona idea per noi!».

Per finire, chiediamo un giudizio anche in metropolitana, che prendiamo alla stazione di san Giorgio, proprio a pochi passi da piazza Caricamento: «No, non mi piace. Non ha spazi sociali, è concepita per espellere le persone invece che per accoglierle».

Termina così la nostra street interview, aspettando i fiori di jacaranda e le loro sfumature che, probabilmente, metteranno tutti d'accordo. Forse.

Di Paola Popa

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