Genova, 08/05/2025.
Per molti è una tappa fissa del pomeriggio, quando l'happy hour chiama a sè i cittadini per un drink in compagnia. Per altri una sicurezza nella pausa pranzo, a colazione o nelle sere d'estate tra musica e risate. Una bella storia quella dell'Oasi del Mare, storico locale sul lungomare di Pegli che oggi, dopo 14 anni di attività, si avvia verso la chiusura fissata entro la fine del 2025. Questa la scelta dei titolari, che entro fine anno metteranno in vendita il locale.
Un duro colpo per tutti i pegliesi, che nel tempo hanno avuto modo di affezionarsi all'Oasi del Mare. Molto più di un semplice bar: un punto di riferimento aperto a tutti, tranquillo e familiare. Molti, a Pegli, si stanno domandando il perchè della chiusura dell'Oasi del Mare, visto il grande flusso di clienti che quotidianamente frequentava il locale. Abbiamo quindi fatto due chiacchiere con Davide Cantatore, titolare del bar assieme al fratello Luca e alla sorella Paola.
Davide, perchè la scelta di chiudere un locale storico come l'Oasi del Mare?
«Non è per una questione di lavoro, carenza di lavoro o di crisi. Anzi, il lavoro è tantissimo di anno in anno e a livello economico i risultati parlano. La nostra è semplicemente una scelta maturata dopo diversi cambiamenti di vita. Siamo tre fratelli (due fratelli e una sorella più piccolina) che hanno iniziato questa esperienza 14 anni fa e ora semplicemente la nostra vita sta cambiando, tutto qua. Quando abbiamo avuto l'occasione di gestire l'Oasi del Mare, ci siamo lanciati con mio fratello, poi si è unita anche mia sorella. Ora però voglio ridimensionare la mia vita, perchè si cresce, si cambia e cambiano anche le prospettive. Mia sorella adesso ha messo su famiglia ed è diventata mamma, è giusto che lei si faccia la sua vita. Mio fratello è entrato nel concorso dei Vigili del Fuoco e quest'anno lo dovrebbero chiamare, di conseguenza anche lui avrebbe un futuro da un'altra parte. E così io ho iniziato a guardarmi attorno, forse è arrivato il momento di intraprendere nuove sfide, scrivere un altro capitolo e aprire quello che ho un po' sempre sognato di aprire: un'enoteca in centro a Genova, in Vico Casana».
Il vostro è stato un lavoro che, come hai detto, ha coinvolto tutta la famiglia. Quali ricordi vi porterete nel cuore?
«Sicuramente il sacrificio iniziale per arrivare dove siamo arrivati oggi. Questo locale esiste dagli anni Cinquanta e quando abbiamo iniziato a gestire l'Oasi del Mare non aveva un'ottima nomea. La gestione prima di noi aveva già iniziato a fare un po' di "pulizia di gente" e a dare un po' una rinfrescata. All'inizio di questa avventura io e mio fratello volevamo puntare più sulla qualità che sulla quantità: meno brutta gente all'interno del locale, per arrivare ad avere la clientela che abbiamo oggi. Ora la clientela dell'Oasi del Mare è molto variegata: signori anziani la mattina, gruppi di mamme, gruppi di ragazzi minorenni che vengono a bere l'Estathé, ragazzi maggiorenni che iniziano a bere i primi cocktail, coppie, gruppi di amici: insomma clienti a 360°».
La vostra è un'avventura che finisce, ma di fatto lascerà spazio a una nuova storia che inizia: che cosa vi augurate per il futuro del locale?
«Che chi lo gestirà continui sulla nostra stessa onda. All'Oasi del Mare serve qualcuno che, come noi, punti sulla bellezza, che dia un imprinting buono e un mood buono a questo locale, una buona vibrazione come quella che c'è adesso. Quando le persone arrivano davanti all'Oasi del Mare, il bello è che la vetrata non consente di vedere quello che c'è oltre la porta. Ma una volta varcata la soglia si apre un paradiso. Sarebbe bello che chi subentrerà abbia lo stesso supporto della famiglia come lo abbiamo avuto noi. È stata questa, in fondo, la forza dell'Oasi».
Da 14 anni siete nel cuore di Pegli. Qual è, secondo il vostro modo di vedere, la forza di questo quartiere?
«Pegli a me è sempre piaciuta. E Pegli, un po' come Arenzano, vive molto sulla gente locale. Il punto di forza di Pegli è proprio questo, a differenza delle destinazioni più turistiche dove lavori tutto l'anno ma hai molta concentrazione estiva. Noi qua lavoriamo molto con le persone del posto. Anche questo per noi è gratificante, perché dopo anni ti accorgi di avere sempre le stesse persone sedute a un tavolo: significa che le persone qui stanno bene e che abbiamo fatto un buon lavoro».
Di Fabio Liguori