Sestiere di Prè, un enorme spazio vivo nel centro storico di Genova, tra associazioni e attività educative

Genova, 14/01/2025.

Tra il dedalo dei caruggi del centro storico di Genova ci sono tantissime realtà che fanno sì che il cuore pulsante della nostra città continui a battere. Molte di queste operano nei sestieri, denominazione che deriva da un passato lontano, addirittura risalente al Sedicesimo secolo che vedeva Genova suddivisa in sei (da qui la parola sestiere) zone: Maddalena, Prè,  Molo, Portoria, San Vincenzo e San Teodoro. Questa ripartizione urbanistica esiste anche ai giorni nostri ed è più viva che mai.

In passato abbiamo già conosciuto volti, persone, idee, progetti e attività commerciali all'interno del Sestiere della Maddalena, che coinvolge soprattutto azioni relative al riciclo, al riuso e al concetto di economia circolare e del Sestiere del Molo, in cui operano i Giardini Luzzati e la cooperativa il Ce.Sto, che coordina i rapporti tra il Comune di Genova e i numerosi enti del terzo settore che si muovono all'interno del Piano Caruggi, un piano integrato di interventi mirati a recuperare e migliorare la vivibilità di molte zone del centro storico di Genova.

Adesso è il momento di immergerci in un viaggio attraverso il Sestiere di Prè, il più esteso in assoluto, quello all'interno del quale si muovono numerosissime associazioni, centri di aggregazione e attività che fanno dell'educazione, sia per ragazzi, sia per adulti, il loro obiettivo principale. Il Sestiere di Prè comprende -  ovviamente via Prè - via del Campo, la zona di Santa Brigida, via Balbi, il Carmine, i Trogoli, piazza Fossatello, piazza Don Andrea Gallo, il Ghetto, via Gramsci, la Darsena e la Commenda. Un saliscendi che dai vicoli arriva fino al Porto Antico e ancora su verso la zona in cui si trovano molte facoltà dell'Università di Genova.

Iniziamo subito dal Carmine che, più che un quartiere, sembra quasi un piccolo villaggio a sè, con la piazza che ospita il bellissimo mercato omonimo in stile Liberty e le viuzze che si inerpicano verso l'alto, fino ad arrivare al Righi, con i loro nomi dolcissimi, come vico della Fragola, vico dello Zucchero e vico Cioccolatte. Qui, in salita Negrone Durazzo 3, si entra in un luogo che ricorda il set di un film, da tanto è particolare: si tratta dell'Abbazia di san Bernardino, dove incontriamo Stefano Terrile, responsabile del Centro di Aggregazione La Salle: «Qui, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, ospitiamo una trentina di bambini e ragazzi che supportiamo nello svolgimento dei compiti e intratteniamo con animazioni e attività ludiche. Apriamo questo spazio tutte le sere e al sabato e alla domenica per varie attività, come i corsi di formazione dell'Associazione Braccialetti Bianchi, che promuove il sostegno alle persone con malattie terminali, ma anche corsi di teatro e di canto».

L' abbazia conserva ancora la sua struttura originaria, con vetrate decorate e un altare, su cui però ora campeggiano giochi e decorazioni di carta fatte dai bambini del centro di aggregazione: «Questo luogo apparteneva alla famiglia Lomellini, in seguito è diventato la cappella dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Giambattista della Salle, da qui il nostro nome. La scuola fu attiva dal 1870 fino al 1994 ma, a seguito del bombardamento navale sulla città di Genova da parte degli inglesi, è stata distrutta ed è rimasta senza tetto fino agli anni 2000. Nel 2006 è stata completamente ristrutturata e ora è il fulcro delle nostre attività, sia per i bambini della cooperativa La Salle, sia per tutti quelli che vivono nel quartiere. Inoltre, qualche piano più su in questa struttura, esiste un grande campetto, per tutte le attività all'aria aperta. Ma non è finita, perchè anche in piazza del Carmine organizziamo giornate di festa e di animazione, in collaborazione il Circolo Vega e l'associazione CarMine».

Salutiamo Stefano e ci dirigiamo a pochi passi dalla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, in piazza santa Sabina, per incontrare Claudio Pesci, pedagogista e referente del Sestiere di Prè per il progetto di comunità: «Se dovessi individuare una peculiarità di questo sestiere direi che tutto ruota attorno alla massiccia presenza delle associazioni di abitanti, sempre al nostro fianco, che fungono da stimolo alle attività che cerchiamo di portare avanti. Il secondo punto forte sono le associazioni che si occupano di educazione,  sociale e culturale. Tutto questo mira a costruire una comunità educante in cui ciascuno di noi fa la parte per creare un quartiere, un territorio, un sestiere inclusivo e aperto al territorio.

Poco più in là, in piazzetta Vittime di tutte le mafie, tra il Polo interfacoltà e l'ingresso della Facoltà di Lettere (a due passi da via Balbi), incontriamo un'altra realtà, l'Hub Per Prè, dove la tutor Martina Terlizzi ci accoglie un ambiente che ricorda quello dei cottage di campagna, dove si cammina su un bellissimo parquet , tra poltrone di velluto, sedie damascate, tavoli e credenze in legno . All'entrata c'è anche un vecchio frigorifero, dove sono sistemati alcuni libri. «Questo spazio al mattino si riempie di studenti di Unige che possono venire qui a scaldarsi il pranzo o a farsi un caffè o una tisana, un riparo tra una lezione e l'altra. Al pomeriggio, invece, ospitiamo attività dedicate ai minori del quartiere, che si incontrano qui per fare i compiti, oppure corsi di vario genere, da quelli di ruolo a quelli da tavolo. Promuoviamo anche il progetto Deck che tutti i martedì pomeriggio raggruppa persone dagli 0 ai 99 anni appassionate di board game.

A questo punto ci troviamo ad un bivio, da un lato si entra in via Prè, dall'altro in via del Campo, due vie che a Genova hanno quasi un alone mistico e mitico. Via Prè è il luogo che negli anni Sessanta ospitava negozi in cui si poteva trovare un po' di tutto, dai jeans di importazione alle botteghe di specialità alimentari, fino a qualche articolo di contrabbando. Ora è punteggiata da negozi etnici, botteghe che hanno resistito allo scorrere del tempo e associazioni che sostengono la vita del quartiere, come Semi Foresti, al 137r: «Questa è una vera e propria biblioteca di quartiere», ci racconta Ivana Callegari, presidente dell'omonima associazione che presiede questa zona del sestiere, «dove la condivisione è alla base delle nostre attività quotidiane. Accogliamo tutti e - con loro - idee e progetti. Oltre alle normali funzioni di una biblioteca, di prestito, scambio e presentazioni di libri, teniamo anche corsi di italiano per stranieri, di cucito, iniziative per i più piccoli e chi più ne ha più ne metta!»

Via Prè e via del Campo, dicevamo. In quest'ultima è d'obbligo una tappa da Laura Monferdini, in Via del Campo 29 r, non solo un negozio di dischi (che un tempo era gestito dal mitico Gianni Tassio), ma un vero e proprio museo dedicato ai grandi musicisti della cosiddetta Scuola Genovese. Non appena si imbocca il corridoio d'ingresso si viene accolti dalle foto di Faber, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Umberto Bindi e tanti altri: «Qui celebriamo non solo De André, ma tutti coloro che hanno ruotato attorno ai fratelli Reverberi e al genio di Nanni Ricordi, produttore discografico e direttore artistico, che diede lustro al cantautorato genovese e italiano degli anni Sessanta. Sopra la nostra testa c'è la chitarra di Faber che campeggia, ma non solo! Qui si trovano tante memorabilia, come la sua maglia del Genoa e le sue pagelle del Liceo Colombo». «I suoi voti non erano brillanti», continua Laura, «ma questo non gli ha impedito di diventare uno dei poeti che tutto il mondo ci invidia e che ha fatto diventare grande Genova». Tutto attorno dischi di artisti e band che hanno fatto la storia della musica, non solo Made in Zena, ma in Italia e nel mondo, come i New Trolls, ma anche libri, pubblicazioni e foto di una Genova quasi epica.

Una città piena di personaggi dal carisma quasi accecante, come Don Gallo, il prete degli ultimi, colui che, con il pugno chiuso alzato e il sigaro in bocca stava sempre dalla parte di chi, secondo i benpensanti, non aveva voce in capitolo. Nel Sestiere di Prè si trova anche la piazzetta a lui dedicata, nel cuore del Ghetto del centro storico dove per anni hanno vissuto le princesas, che lui tanto proteggeva e sosteneva, come Rossella Bianchi, unica voce rimasta di un gruppo di anime struggenti e colorate che anche l'obiettivo di Lisetta Carmi ha immortalato, portandole per la prima volta alla luce, in una società che, in quanto travestiti, le nascondeva. 

A proposito di colori, in piazza Don Gallo si trova un'associazione che dai colori è quasi sommersa: si tratta della Zanzara, un laboratorio di cucito e maglieria guidato da trentasei anni da Teresa Pescetto. Capelli bianchi, qualche primavera sulle spalle, ma un'energia che farebbe invidia anche alla pià attiva delle influencer ventenni: «Qui si cuce, si modificano maglioni, si stira, si rammenda e si mette ordine in un caos che ha il sapore della condivisione. Da noi arrivano donne che, a causa dell'emarginazione, della mancanza di lavoro oppure di problemi psichiatrici o psicologici, si trovano in difficoltà. Arrivano da tutte le parti della città e sono seguite dalle nostre volontarie. Ognuna qui ha le sue competenze, se non le ha, le impara e se proprio non riesce, ci aiuta a mettere ordine in questo mare di tessuti».

A pochi passi da qui, in via dei Fregoso, c'è l'associazione Via del Campo Caruggi, dove ci accoglie Marisa Varosio, ex insegnante in pensione che qui accoglie bambini e bambine con laboratori di lettura e tanti libri, in italiano, spagnolo, inglese e francese: «Qui siamo aperti al quartiere e a chinque abbia idee da proporre. Ci sono corsi di percussioni, di danza, di Djembè e lezioni di chitarra. Non ci riposiamo neppure la domenica, perchè qui le signore del quartiere giocano a Burraco!»

Insomma, il Sestiere di Prè è un sestiere che non si ferma mai e non lo facciamo neppure noi che, da qui, gambe in spalla ci inerpichiamo per salita santa Brigida, nel luogo in cui nell'ormai lontano 1976 un gruppo di giovani appassionati fondò l'innovativo Teatro dell'Archivolto, con l'obiettivo di mettere in scena attività teatrali d'avanguardia. Adesso qui sorge il Circolo Vega, di cui ci racconta tutto la sua direttora, Emanuela Sciutto, pedagogista per professione e per passione, oltre che referente per il Pds di Santa Brigida: «La nostra mission è legata a doppio mandato ad alcuni temi fondamentali, che sono i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e le attività educative che mettiamo in atto tutti i giorni. Il nostro centro di aggregazione accoglie infatti dai piccoli dagli 0 agli 8 anni, agli adolescenti, con laboratori, corsi e una biblioteca fisica e digitale che conta ben ottomila volumi, tremila dei quali dedicati alla letteratura per l'infanzia, ma non solo. Siamo infatti aperti a tutto il quartiere! Qui ospitiamo i Pingpongisti folli, come li chiamiamo noi, ossia un gruppo di appassionati di tennis da tavolo che si ritrovano qui per giocare e abbiamo anche sostenuto l'uscita di un libro fotografico dal titolo Genovesi, che racconta per immagini le storie di famiglie meticce che vivono in città. Chiuque abbia un'idea può venire qui a proporla e noi cerchiamo di metterla in pratica!».

Conlcudiamo il nostro tour riscendendo verso i caruggi, per la precisione in vico delle Marinelle, nella vicina via Balbi, dove incontriamo Roberta Pettinato e Stefano Canneva, rispettivamente educatrice della cooperativa Il Melograno e tutor dell'Hub delle Marinelle: «Le nostre attività sono incentrate sul concetto di educazione, e sono rivolte ai ragazzi e agli stranieri che qui possono venire ad imparare l'italiano», ci raccontano. «Siamo un luogo che vuole essere un punto di riferimento di un quartiere che punta alla rinascita, coaudiuvati dal centro aggregativo La Staffetta, all'associazione Centro Storico Ragazzi e agli Scout del gruppo Genova 26, oltre che alla Fondazione Auxilium che mette a dispozione gli spazi in cui ci operiamo. Attualmente c troviamo in un momento di transizione e di riqualificazione, anche urbana, con i lavori in corso delle piazze Marinelle e Pozzetto».

Alla fine di questo immenso giro siamo un po' stanchi, ma felici di aver conosicuto una, anzi tantissime realtà più vive che mai.

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