Genova, 22/02/2021.
Giovedì, 25 febbraio pv, dalle ore 10 alle ore 12, l’IISS Firpo-Buonarroti di Genova ospiterà Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, importante protagonista della lotta contro la mafia. Saranno presenti in streaming anche il Direttore Generale Ettore Acerra e il Dirigente Tecnico Roberto Peccenini, dell’USR per la Liguria. Modereranno e presenteranno l’evento la docente Simona Cosso e gli studenti Rappresentanti di Istituto. I redattori del Giornalino Scolastico del Firpo-Buonarroti intervisteranno Giovanni Impastato al termine dell’incontro.
Come il fratello, anche Giovanni è nato a Cinisi, in provincia di Palermo, ed era il terzo figlio di Luigi Impastato e Felicia Bartolotta. Peppino Impastato era un vero rivoluzionario, come sostiene il fratello. Nonostante il padre, lo zio e altri parenti avessero origini mafiose, Peppino decise di rompere i rapporti con la famiglia per scrivere sui giornali, condurre trasmissioni radiofoniche, impegnandosi attivamente contro la mafia. Da Radio Aut, che aveva fondato nel 1977, la voce di Peppino tuonava con coraggio e determinazione, anche ridicolizzando i boss più potenti di Cosa Nostra. Fu Tano Badalamenti a ordinarne l’assassinio. Era il 9 maggio 1978.
Giovanni, che aveva solo 25 anni quando Peppino venne ucciso, ha raccolto la sua eredità e portato avanti la lotta che il fratello aveva intrapreso. Il suo omicidio - fatto passare, attraverso una messinscena, come suicidio o come evento legato a un tentativo terroristico-eversivo di Peppino - convinse Giovanni che non era più possibile sottostare passivamente a quel clima di terrore: bisognava agire, denunciare, andare legalmente alla ricerca della verità. Trovò al suo fianco la madre Felicia e il Centro Siciliano di Documentazione di Palermo (oggi Centro Impastato). La loro ostinazione, la volontà di non arrendersi ai depistaggi e alla delegittimazione, di non lasciarsi intimidire dalle minacce mafiose, e il deciso rifiuto al silenzio connivente, omertoso o rassegnato, sono stati fondamentali per dimostrare la matrice mafiosa dell’assassinio di Peppino.
«Mio fratello Peppino Impastato ha operato una grande rottura storica e culturale non solo all’interno della società, ma soprattutto all’interno della propria famiglia di origine mafiosa. Con le sue scelte ha dimostrato che la mafia è soprattutto un problema culturale con cui si deve e si può rompere in prima persona. Quello di Peppino è un messaggio di impegno civile, molto importante per le nuove generazioni, contro l’indifferenza e la rassegnazione, ci insegna che non si può rimanere inerti davanti a tutto ciò che accade intorno a noi, non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle devastazioni dell’ambiente, all’ingiustizia sociale, alla corruzione, alla mafia, ai fascismi ed ai rischi per la demo-crazia. Questo è quello che ci ha trasmesso Peppino con il suo impegno ed il suo coraggio» (Giovanni Impastato, da un’intervista di Simona Cosso)
Giovanni Impastato è tra i fondatori di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto alla criminalità organizzata; ha scritto libri preziosi come Oltre i cento passi e Resistere a Mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato. Giovanni Impastato partecipa spesso a incontri pubblici in cui racconta le vicende di cui è stato osservatore diretto e protagonista. Con la sua testimonianza si rivolge soprattutto alle giovani generazioni, che ancora non conoscono la storia dei fratelli Impastato e di mamma Felicia: una lezione viva e forte che studenti, docenti e genitori del Firpo-Buonarroti avranno il privilegio di ascoltare direttamente da Impastato. La sua è la voce della forza e della solidità dei principi in cui crede, ci racconta il conflitto di chi ha vissuto la mafia e l'antimafia all'interno delle mura domestiche e la successiva battaglia nel nome della legalità e della verità.
Di Gabriella Corbo