Intelligenza artificiale: opportunità o minaccia? L'intervista allo staff di Kroma Agency, tra influencer e software

Federico Mazzanti e Christian Stocchi Federico Mazzanti e Christian Stocchi

Genova, 05/12/2025.

L'intelligenza artificiale, le opportunità, le implicazioni, i rischi e i dubbi generati dal suo utilizzo, sono al centro dei dibattiti dentro e fuori dai social e dal web. L'AI sarà la causa della perdita di mansioni lavorative o darà la spinta alla creazione di nuove figure professionali? 

La paura e l'apertura a nuove possibilità sono concetti che spesso, in occasione di grandi novità e rivoluzioni, vanno a braccetto. Genova potrebbe rappresentare un esempio virtuoso, proprio nell'ambito dell'impiego della temuta intelligenza artificiale.

Abbiamo parlato proprio di AI con i ragazzi di Kroma Agency, realtà che si occupa di influencer marketing e che ha utilizzato l'intelligenza artificiale per creare un software di scouting proprio degli influencer, basato su Python, lo stesso linguaggio su cui si basa Chat Gpt.

Federico Mazzanti e Christian Stocchi, fondatori di Kroma Agency, sono specializzati nel mettere in contatto aziende che vogliono promuovere prodotti e servizi attraverso gli influencer. Anche in questo caso si parla di una novità, seppur presente sul mercato della comunicazione digitale già da qualche tempo, ossia quella che prende il nome di influencer marketing. Che cos'è esattamente? «Si tratta di un tipo di digital marketing che sfrutta delle personalità popolari su piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok e YouTube, per promuovere prodotti, servizi oppure esperienze», spiega Federico, classe 2000.

«KromAI, è un software basato sull'intelligenza artificiale che, attraverso gli hashtag, ricerca profili su TikTok e su Instagram, automaticamente preleva la mail, quella pubblica presente nelle bio e contatta l'influencer, con l'obiettivo di fargli compilare il modulo che lo inserirà nel nostro database, in modo tale che i nostri account manager possano fornire i loro contatti con facilità alle aziende», continua Federico.

Bio, hashtag, influencer, account manager: tutti termini che possono far storcere il naso a chi non ha troppa dimestichezza col mondo digitale, ma che, volenti o nolenti, rappresentano lo status quo, per utilizzare un' espressione più arcaica ma sicuramente calzante, del mondo che ci circonda.

L'attività dell'AI sostituisce sicuramente quella dell'essere umano o forse la supporta, in modo che le persone coinvolte possano dedicarsi ad altro. Quest'ultima opzione è quella che convince di più Christian: «Prima avevamo un problema, rappresentanto dal fatto che ogni giorno dovevamo inviare numerosissime mail. Sempre le stesse, a clienti, fornitori, collaboratori, eccetera. Quel passaggio oggi è totalmente automatizzato. Sembra banale, ma una mail ogni ora, moltiplicata per tutti i giorni lavorati in un anno, corrisponde a molte ore di lavoro che, grazie all'intelligenza artificiale, possono essere impiegate per occuparsi di altro».

«Abbiamo preso un flusso di lavoro e lo abbiamo semplicemente automatizzato attraverso l'intelligenza artificiale. Passaggi che prima venivano fatti a mano, oggi vengono fatti in sequenza da un programma che si chiama Agent AI», continua Federico.

Tutto chiaro, semplice e apparentemente privo di rischi, ma è davvero così? «L'innovazione tecnologica ha sempre generato paura. È stato così con le macchine, è stato così con la televisione, è stato così con internet e oggi è così con l'intelligenza artificiale. Il progresso non va bloccato, va accolto e va sfruttato nella maniera corretta. Tutto è pericoloso se è usato male. Se io utilizzo male l'elettricità, mi fulmino e la stessa identica cosa vale per l'intelligenza artificiale», sottolinea Federico.

«È chiaro che se lo scopo dell'intelligenza artificiale è fare del male, la parola minaccia è quella giusta da usare. Se invece lo scopo dell'intelligenza artificiale, come nel nostro caso, serve semplicemente a velocizzare i processi, allora è un'opportunità. Sono consapevole del fatto che probabilmente tantissimi lavori potranno essere sostituiti da questi automatismi, ma ne nasceranno di nuovi e la sfida tecnologica di oggi è riuscire a stare al passo coi tempi», commenta Christian.

È interessante conoscere la reazione del pubblico genovese, soprattutto di chi lavora nel commercio e nelle piccole e medie imprese, che da secoli rappresentano da un lato uno zoccolo duro poco aperto alle novità, ma da un altro anche un'avanguardia che affonda le proprie radici in una tradizione che risale addirittura al Medioevo, quando Genova rappresentava il centro dei traffici del Mediterraneo: «Quello che riscontriamo non solo a qui nella nostra città, ma in realtà anche in altre parti d'Italia è la mancanza di conoscenza di questo fenomeno», afferma Federico.

Christian però aggiunge un consiglio: «Ci sono tantissime realtà che oggi creano educazione anche gratuita e che illustrano i nuovi meccanismi e il loro funzionamento. Pensiamo, ad esempio, a quello che ha fatto negli anni Salvatore Aranzulla, aiutandoci a scoprire i segreti nascosti del web, oggi possiamo infomarci sull'AI e sulle altre novità del mondo digitale anche grazie ai contributi di formatori su numerosi profili come quelli di GeoPop, che spiegano concetti super difficili in una maniera super semplice».

Su cosa riserveranno le future applicazioni dell'intelligenza artificiale, come cantava Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. Nel frattempo, l'AI è qui e dobbiamo imparare a conviverci, si spera il più civilmente possibile.

Di Paola Popa

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