La Comunità di San Benedetto al Porto festeggia 55 anni: in ricordo di Don Gallo tra pranzo e ospiti

Don Gallo Don Gallo
12:00
Lunedì08Dicembre2025

1970 - 2025: 55 anni da quell’8 dicembre in cui Don Andrea Gallo fondò la Comunità di San Benedetto al Porto.
55 anni di lotta perché nessuna persona venga mai lasciata indietro. Perché il bene comune è garantito solo se l’accoglienza è reciproca, se c’è l’incontro, l’ascolto, il dialogo”.

La Comunità di San Benedetto al Porto festeggia questo anniversario, come ogni anno, in ricordo di Don Gallo, lunedì 8 dicembre con una messa alla parrocchia della SS. Trinità e un pranzo comunitario alla Sala Chiamata del Porto che vedrà ospiti Don Nandino Capovilla e Vauro.

Ecco il programma di lunedì 8 dicembre:

Ore 12
Messa alla parrocchia della SS. Trinità, via San Benedetto 12, Genova.
A celebrare la messa sarà Don Nandino Capovilla con Don Gianni Grondona e Don Claudio Ghiglione.

Dalle 13.30 in poi
Pranzo alla Sala Chiamata del Porto, in piazzale San Benigno 1, Genova.
Interverranno Don Nandino Capovilla e Vauro, per poi festeggiare con la musica dei Fiume Sand Queer e con altri ospiti a sorpresa.

Il pranzo sarà ad accesso libero - senza bisogno di prenotazione -  e a offerta libera. Prevediamo anche un menu vegetariano. Il pranzo sarà offerto dal Circolo Arci Cantagalletto e dagli Amici di Don Gallo Rio Saliceto e Carpi (in ricordo di Ivan Zaccarelli), grazie di cuore a loro e al Circolo Autorità Portuale Genova, che mette a disposizione la sala.

«Cos’è veramente la mia vita? La mia vita è fatta tutta di incontri», scriveva Don Gallo nel libro Se non ora, adesso del 2011, edito da Chiarelettere. Festeggiamo questo anniversario sul solco dei passi del Gallo, ribadendo il potere dell’incontro, dei muri che cadono quando si allargano le braccia. E raccontando quanto la Comunità sia cresciuta, si sia ampliata in progetti e contesti in questi decenni: dai diritti al cibo, dal lavoro alle dipendenze, dalla cultura all’ambiente.

Con noi, tante persone amiche e di sostegno, da Vauro a Don Nandino Capovilla. «La società oggi è cambiata tanto - racconta Liliana Zaccarelli, la Lilli che ancora oggi presidia ogni giorno via San Benedetto 12 - e a 55 anni da quel 1970 credo che il lavoro importante sia metterci alla pari con i tempi. Era facile quando c’era il Gallo, ora è più difficile. Il Gallo oggi non c’è, purtroppo, e noi non possiamo chiederci cosa avrebbe detto o fatto, ma dobbiamo riuscire a scoprire, sondare e vivere l’oggi con quello che Andrea ci ha trasmesso. Salvaguardando l’accoglienza e i bisogni che la società ci chiede, per esempio. Sostenere chi sta male, sempre e comunque. Dobbiamo riuscire a metterci ben dentro i bisogni dell’altro, senza partire da quello che siamo noi, riuscendo a capire davvero l’altra persona. Ricordandoci che ognuno di noi ha del buono e del cattivo; la sfida fondamentale è imparare a scoprire il buono che l’altro ha. Culturalmente siamo abituati ad andare sulla difensiva, a scorgere quel male ancora prima che si manifesti, eppure possiamo anche scegliere di fare il contrario: scorgere per prima il bene. Alleniamo l’atteggiamento di ricerca della parte buona delle persone. Quando pensiamo che qualcuno più fragile di noi ci voglia fregare, ricordiamoci che nel caso non frega noi, frega se stesso. Questo pensiero non ci deve far stancare nel nostro intento di creare relazione. Io sono arrivata da Andrea nell’83 a chiedere una mano perché avevo bisogno di un cambiamento, e il Gallo mi ha detto: Gli sbagli che facciamo ci devono servire solo per ricominciare a camminare. Se vuoi camminare con noi, vieni avanti. Sono ancora qui».

La giornata dell’8 dicembre sarà una festa, ma anche il rinnovo di una promessa, il ricordarci cosa stiamo incarnando, il ribadire a gran voce - e con gioia - che siamo sempre qui a osare la speranza, e siamo sempre di più.

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