Patrizia Pittaluga nella sala Circolare © Ancila Mettekkatt
Venerdì 21 dicembre, nella Sala Circolare della Biblioteca Universitaria di Genova, è stata inaugurata la mostra Segni di Pietra: Genova tra Medioevo e Ottocento, un'esposizione a ingresso gratuito che racconta la città attraverso la sua architettura. Allestita in via Balbi 40, la mostra ripercorre secoli di storia urbana grazie ai colori dell’acquerello e a una selezione di tavole inedite realizzate dal noto architetto genovese Patrizia Pittaluga.
«Attraverso l’acquerello proviamo a leggere la stratificazione storica della nostra città, quella che spesso ci scorre davanti agli occhi senza che ci soffermiamo davvero», spiega la curatrice Patrizia Pittaluga.
In mostra trovano spazio i principali monumenti genovesi: dalle architetture medievali ai grandi interventi urbani dell’Ottocento.
Il percorso espositivo è suddiviso per epoche. Si parte dal Medioevo, rappresentato nella prima teca da disegni che illustrano luoghi simbolo come Sottoripa, imponente porticato di 800 metri, realizzato nel 1133. Dal Rinascimento si passa al Barocco, con segni urbani monumentali come l’Albergo dei Poveri, visibile persino dal mare, per arrivare all’Ottocento con l’apertura di via XX Settembre, espressione della nuova borghesia cittadina.
Genova è cambiata profondamente nei secoli, ma senza perdere la sua identità: «La città è viva, si trasforma come una casa che passa di mano in mano. Eppure convivono ancora oggi aree riconoscibili del Medioevo, del Rinascimento e del Barocco», sottolinea Pittaluga.
Le grandi trasformazioni urbanistiche – come la creazione di Strada Nuova o i progetti ottocenteschi dell’architetto Carlo Barabino, che immaginò l’espansione al di fuori del nucleo medievale – sono raccontate attraverso tavole che ricostruiscono le metamorfosi della città.
Molte delle opere esposte sono inedite e pubblicate nel volume Segni di Pietra, edito da SAGEP, altre provengono dai cicli dedicati ai Caruggi, ai Palazzi dei Rolli, alla Genova Barocca e a via XX Settembre. La maggior parte dei disegni risale al periodo compreso dal 2018 a oggi, frutto di un lavoro continuo di ricerca e documentazione.
La mostra è visitabile fino al 5 gennaio 2026 da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 18.30.
Di Ancila Mettekkatt





