Torino, 27/05/2022.
Da venerdì 27 a domenica 29 maggio 2022 torna a Torino per la III edizione The Phair, rassegna internazionale dedicata all’immagine ideata da Roberto Casiraghi e Paola Rampini. The Phair è un neologismo che è allo stesso tempo un manifesto, sintesi di Photography e Fair, l’appuntamento annuale che celebra il linguaggio della fotografia e le sue molteplici forme.
Parteciperanno alla manifestazione gallerie italiane e straniere, alcune di esse impegnate nella realizzazione di collaborazioni inedite, che presenteranno progetti espositivi condivisi, riflessioni originali e indagini sull’universo femminile, il corpo e il paesaggio. Una selezione di Case Editrici presenterà i più interessanti sviluppi del panorama editoriale contemporaneo.
Da martedì 24 a domenica 29 maggio 2022, in
occasione di The Phair, torna a Torino anche la seconda edizione
di TORINO PHOTO DAYS, la rassegna interamente
dedicata al linguaggio della fotografia e alle sue forme. Per una
settimana, gallerie e istituzioni culturali della città apriranno
le loro porte, proponendo a un pubblico di addetti ai lavori e di
appassionati mostre, esposizioni ed eventi.
Gli espositori, i progetti della III edizione di The
Phair
Ampio spazio è dedicato alla narrazione femminile che sfida
i limiti di genere. Testimonianze e linguaggi che
trasformano le strutture simboliche e sociali della cultura
patriarcale, come avviene nelle opere di Patrick Willocq
(VisionQuest 4rosso) e Tomaso Binga (Erica
Ravenna), pseudonimo di Bianca Pucciarelli Menna. Sylvie
Romieu (Weber & Weber), come altre donne, nella storia
recente dell'arte, sceglie di non rivolgere al mondo, ma di
puntare la macchina fotografica verso (contro) di sé nel
progetto Le Tableau de Jo.
Molti i progetti presentati in cui l'indagine verte
sul corpo e sul suo significato, tra cui la
ricerca anatomica di Paolo Gioli (Galleria Del Cembalo)
che emerge dalle sue polaroid con visi o torsi umani, marcati da
segni di sofferenza. Il corpo femminile invece è celebrato dagli
scatti folgoranti di Letizia Battaglia (Crumb
Gallery) mentre nelle opere di Jürgen Klauke (Alessandro
Casciaro) il corpo è superficie di proiezione per identità
multiple.
Grande attenzione è rivolta al paesaggio, al confronto tra quello naturale e quello umano, tra primitivo e tecnologico. Tra i tanti esempi, negli Orizzonti di Alberto Garutti (C+N Canepaneri) il paesaggio è visione che unisce; ma anche dalle immagini in bianco e nero di Lala Meredith-Vula (Peola Simondi) emerge lo scarto esistente tra i paesaggi e le usanze del mondo tradizionale e il mondo attuale, con una riflessione sulla complessità dell’epoca globale.
Ancora, una serie di riflessioni originali,
sperimentali, il cui obiettivo è sempre proporre visioni inedite
della realtà. Troviamo, tra gli altri, i lavori di Erwin Olaf
(Kanalidarte), genio olandese dell’immagine costruita;
Salvatore Vitale (Ncontemporary) che esplora le dinamiche
di potere celate dietro i sistemi di monitoraggio e di
sorveglianza; Rebecca Moccia (Mazzoleni,
London-Torino) che riflette sugli accadimenti degli ultimi due
anni con un'installazione che mostra le fotografie dell’ultimo
notiziario del 31 dicembre 2020. Anche
la Galleria Umberto Benappi presenta un
ragionamento sul medium fotografico inedito:
l’opera Fotografie con interferenze video, una serie di
quattro fotografie montate su alluminio e un video di Studio
Azzurro del 1983, è il risultato di un workshop commissionato da
Palazzo Fortuny.
Infine, ricorrente tra i progetti delle gallerie è l’attenzione
al confronto tra passato e presente. Un esempio
sono i frammenti e residui fissati su supporti fotografici di
Gianfranco Chiavacci (Die Mauer Arte Contemporanea) che si
avvale di un rigoroso sistema binario, mutuato dalla logica di
quello che chiamiamo oggi personal computer. E ancora un’attenzione
alla memoria, allo scorrere del tempo, ai ricordi nelle fotografie
di Carolle Bénitah (Alessia Paladini).
A questa edizione di The Phair anche la mostra UGO
MULAS. Dall’Italia del Dopoguerra all’America della Pop
Art. La visione di un collezionista, a cura
di Chiara Massimello. L’esposizione comprende sessanta fotografie
vintage dalla collezione di Massimo Prelz Oltramonti: dal clima
culturale del Bar Jamaica e delle prime fotografie di ispirazione
neorealista, agli scatti realizzati come fotografo ufficiale della
Biennale di Venezia e poi a New York con i maggiori interpreti del
clima culturale americano al tempo della pop art.
Nella hall d’ingresso del Padiglione verranno inoltre allestiti due capolavori in prestito dalle Collezioni Permanenti del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea: le opere May Day IV (2000) di Andreas Gursky e Parking Lots (1967-99) di Ed Ruscha.
Biglietti
Intero 13,20 Euro
Ridotto 9 Euro
Convenzioni 11 Euro
I prezzi indicati sono comprensivi di prevendita e commissioni di servizio (IVA inclusa). Proseguendo nell'acquisto verranno indicati i dettagli.
Di Giulia De Sanctis