Peste suina africana in Piemonte stop a trekking ed escursioni in 78 comuni. I consigli del Cai

Torino, 14/01/2022.

Sono 114 (78 in Piemonte e 36 in Liguria) i comuni inseriti dal Ministero della Salute nella zona infetta da Peste Suina Africana (PSA), dopo il ritrovamento il 7 gennaio 2022 di un cinghiale morto per questa malattia nell’ovadese.

La PSA è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali. Altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, non è invece trasmissibile agli uomini. Nel 2014 era già esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est dell’UE e da allora la malattia si è diffusa in altri Stati Membri, tra cui Belgio e Germania. A livello Internazionale è presente in Cina, India, Filippine e diverse aree del Sud-Est Asiatico, raggiungendo l’Oceania. Prima del 7 gennaio, la malattia era presente in Italia unicamente in Sardegna, dove, grazie ai sistemi di contenimento e il rispetto delle norme di biosicurezza, si è registrato negli ultimi anni un netto e costante miglioramento epidemiologico.

In considerazione dell’epidemia europea, già dal 2020 l’Italia aveva elaborato un piano di sorveglianza nazionale e, come previsto dalle norme comunitarie, dalla conferma della positività del cinghiale alla PSA, avrà 90 giorni di tempo per presentare alla Commissione Europea uno Specifico Piano di Eradicazione.

Nel frattempo il Ministero della Salute ha vietato ogni attività agro-forestale, dal tagliare la legna alle escursioni nei boschi, e venatoria nella “zona infetta” per ridurre il rischio di contagio animale. Tenuto conto che la malattia è trasmissibile attraverso la movimentazione di animali, persone, veicoli e materiali contaminati, tra cui rifiuti di cucina, scarpe o vestiti, attrezzi zootecnici e altro, è stato vietato l’accesso del pubblico nella “zona infetta”. 

È stato altresì predisposto un piano di controllo territoriale per la ricerca attiva di animali morti con la collaborazione di Carabinieri Forestali e Protezione Civile, ed è stato individuato dalla ASL un primo deposito per le carcasse dei capi rinvenuti a Novi Ligure, dove è stato collocato un container refrigerato per lo stoccaggio in attesa del successivo smaltimento.

Cosa fare per contenere l'epidemia di peste suina?

Quello che ognuno di noi può fare per contenere questa epidemia, che si ripete non è rischiosa per l’uomo in termini di salute ma lo è per i suini e i cinghiali e lo può essere in termini economici per tutti i settori che lavorano con suini e cinghiali, è il rispetto delle norme emanate dal Ministero della Salute. In particolare il rispetto del divieto di accesso al pubblico nella “zona infetta”; lo smaltimento dei rifiuti alimentari in contenitori chiusi; il non comprare/trasportare carni e salumi di suino non certificati; se si è escursionisti, al di fuori della “zona infetta”, in caso di avvistamento di carcasse di cinghiali avvisare subito l’Azienda Sanitaria Locale e i Carabinieri Forestali, telefonando al 112, senza toccare nulla perché il materiale organico rimane contagioso per mesi.

La “zona infetta” non è segnalata localmente; chi vuole organizzare un’escursione e ha il dubbio che sia entro la zona interdetta dovrà informarsi telefonando al Servizio Veterinario dell’ASL competente per il territorio in cui verrà effettuata l’escursione.

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