Torino Factory: otto cortometraggi per raccontare la città e i suoi quartieri

Torino, 29/11/2019.

Otto cortometraggi per le otto Circoscrizioni di Torino, fra questi ci sarà un vincitore, scelto da una giuria composta da Rossella Schillaci, Francesco Ghiaccio e Fabio Geda. È la conclusione della seconda edizione di Torino Factory, contest per filmmaker under 30 promosso dall’associazione Piemonte Movie, che nell’ambito del 37esimo Torino Film Festival ha presentato i risultati di un anno di lavoro. I giovani registi hanno interpretato la città, dando uno sguardo diverso alla vita torinese e traendo da essa l’ispirazione per raccontarla. Un lavoro lungo e proficuo, che già nella prima edizione aveva portato il vincitore a costruire un documentario a partire da quel breve filmato realizzato per Torino Factory.Ma è anche un modo per, di fatto, portare il Tff nei quartieri e viceversa, obiettivo a lungo cercato in passato.

«Il progetto è in crescita – spiega Alessandro Gaido, presidente di Piemonte Movie – e se ne valuta il percorso di crescita di anno in anno. È una grande opportunità per i ragazzi, soprattutto nel confronto con i tutor». Si tratta di Francesca Frigo, Andrea Deaglio, Stefano Scarafia, Marco Duretti, Luciano D’Onofrio, Maicol Casale, Luca Vigliani e Stefania Bona, tutti professionisti del mondo del cinema. «I registi – continua Gaido – non sempre hanno ascoltato i consigli dei tutor, questo un po’ ci dispiace ma fa parte del gioco. La parte più premiante è che così diamo la possibilità agli under 30 di avvicinarsi a un mondo nel quale vogliono fare un mestiere».

Gli otto film, già passati nel penultimo giorno del Torino Film Festival, saranno poi proiettati il 9 dicembre alle 20.30 al Cinema Massimo, nell’ambito della rassegna «Glocal Day». In seguito saranno riproposti nei quartieri che ne hanno ospitato la fase produttiva, guidata dal direttore artistico, il regista torinese Daniele Gaglianone. È un progetto che ha acceso l’interesse della Film Commission Torino Piemonte, che oltre ad aver ospitato i primi incontri ha accolto Torino Factory anche nell’ultima edizione di Torino Film Industry, che si è tenuta qualche giorno fa sempre nell’ambito del Tff. «Torino è sempre stata un po’ scuola e un po’ officina – commenta Paolo Manera, direttore di Film Commission –, ma è importante che ci sia un discorso con altre città, che colleghi talenti, grandi player e pubblico».

Questi i film: /Mà-dre/ di Stefano Guerri, Ayo mama di Tommaso Valli; Andrea Cassinari e Virginia Carollo; La ragazza cinese di Guglielmo Loliva; Manuale di storie dei cinema di Bruno Ugioli e Stefano D’Antuono; Negrophilia di Marco De Bartolomeo e Navid Shabanzadeh; Nel jardine des plantes di Davide Leo, Giorgio Beozzo, Stefano Trucco e Fabrizio Spagna; Scheletri di Fabiana Fogagnolo e Luigi De Rosa; Selene di Sara Bianchi. Che succederà, però, il prossimo anno?

Qui si è aperto un confronto fra Piemonte Movie e la città, dove Alessandro Gaido ha lanciato un allarme: allo stato attuale dei contributi economici, la terza edizione è a rischio. «Lo scorso anno – sottolinea – sono stati messi insieme 42.000 euro (a fronte di un progetto iniziale di 100.000, ndr), la soglia minima per tenere in piedi il progetto. Quest’anno dovrebbero arrivare 20.000 euro dalla Fondazione per la Cultura, quindi ne mancano 22.000. Dobbiamo decidere cosa fare di questo progetto, abbiamo tempo fino a marzo». Secondo Gaido, il Comune di Torino non avrebbe dato il supporto necessario a reperire ulteriori fondi, probabilmente perché impegnato nella messa a punto del programma diTorino Città del cinema 2020. «Un debito per Piemonte Movie – aggiunge – potrebbe determinare la chiusura dell’associazione o comunque una seria difficoltà».

Sulla questione, però, ha risposto l’assessora comunale alla cultura, Francesca Leon. «Stiamo cercando di integrare Torino Factory in Torino Film Industry – rassicura – perché questo progetto ha bisogno di gambe più forti. Andiamo a lavorare sulle risorse, troveremo le forme per andare avanti con la continuità che merita. Il progetto continuerà».

Di Paolo Morelli

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