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Torino, 21/02/2017.
All’origine, nel 1992, due ingredienti molto semplici: un gruppo di studenti d’arte alla Nottingham Trent University con la voglia di entrare gratis al Festival di Glastonbury, dove ottima musica di tutti i generi e fango sono un tutt’uno, in un grande prato normalmente al servizio dell’agricoltura. Fast forward di oltre vent'anni e Gob Squad è un collettivo teatrale, in cui lavorano artisti inglesi e tedeschi: Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost and Simon Will. Per la sua carica innovativa, anticonformista, multimediale e irriverente, il colletivo ha convinto platee di tutto il mondo. Dal 22 al 25 febbraio 2017, i Gob Squad sono di scena in prima nazionale alle Fonderie Limone Moncalieri all’interno del progetto internazionale del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Ospiti di teatri e rassegne d’arte come Documenta e la Biennale di Berlino, questo gruppo di artisti e performer è capace anche di portare il teatro per strada e, spesso catturare il quotidiano e riportarlo sul palco all'interno di uno progetto artistico. Il loro nome, Gob Squad? Una forma di non-sense, un gruppo di canzoni (forse), ma anche il loro motto: «non tutto deve avere un senso». Dal progetto alla scena attraverso un attento lavoro di gruppo in cui idee, spunti, temi si discutono intorno a un tavolo, quindi si scrive e tratteggiano possibili realizzazioni fino a quando in uno spazio prova si agiscono alcune scene, a turno. Da qui nascono dei blocchi di lavoro che poi vengono assemblati in una struttura d'insieme normalmente nell'arco di circa due anni. Ogni progetto cambia di fronte a spazi e spettatori e continua il suo processo evolutivo.
Alla ricerca del senso e del suo opposto o di una costruzione del senso posticcia, consolatoria o semplicemente figlia di un quotidiano che tutto frammenta e grida, i Gob Squad affrontano per la prima volta un testo letterario: Guerra e pace di Lev Tolstoj. Non si tratta di portare in scena quella storia, ma piuttosto di riflettere sulla guerra da una prospettiva di pace. Tolstoj è una guida. Dovrebbe aiutare il gruppo di artisti a rispondere a una serie di domande sulla guerra.
Immaginando una sfilata in grande stile a cui sono invitati a partecipare figure della storia recente e passata di grande popolarità, il collettivo offre una visione pop e psichedelica di questa indagine storico-filosofica. Tra gli ospiti, Napoleone Bonaparte e un terrorista suicida, Marylin Monroe e una prostituta in una base militare, Nelson Mandela e un cavallo in guerra (War horse), Vladimir Lenin e Walt Disney, Robert Hoppenheimer e Donald Trump.
La domanda è una sola: Why war? La risposta di Tolstoj fu un romanzo fiume perché secondo l’autore una narrazione avrebbe portato più vicini alla realtà. 1256 pagine circa, a seconda della lingua in cui è tradotto, 4 volumi, 135 personaggi. Come tra le mani di abili giocolieri e acrobati anche il numeri di concetti che i Gob Squad vogliono affrontare si moltiplicano e dalle parole chiave di partenza, pace e guerra, o meglio reale pace e reale guerra, si affiancano altri concetti: libertà, giustizia, privilegi. Tra proiezioni e azioni sceniche, ogni parola chiave è trattata all’interno di uno show biz che non si nega niente. Pieno di star storiche, spesso del tutto estranee al romanzo, presenta un proliferae di domande e una risposta aperta in cui il pubblico viene coinvolto in un bulimico aggiungere elementi – diritti e doveri, responsabilità pubbliche e private, beni di consumo versus beni comuni. Un video ci interroga e ci porta in una dimensione intima.Un’inusuale sfilata d’alta moda ci sprona a smuovere il pensiero. Un ballo, un pranzo, ma anche un duello ci riportano al passato. Ma in duplicati in video e azione raccontano sia la Tv che il teatro.
Lavorando per accumulo ci sono opinioni personali, storiche, filosofiche che si intrecciano senza alcuna gerarchia costruendo una catasta di riferimenti al romanzo, al film, alla serie Tv ma anche più in generale chiamando in causa i fatti del mondo come attraverso un formato 3D di Wikipedia.
Imperdibile.
Di Laura Santini