Torino, 27/12/2021.
Venerdì 31 dicembre il concerto di San Silvestro per salutare in musica il 2021 è al Conservatorio Giuseppe Verdi alle ore 18. Diversamente da quanto annunciato, Oksana Lyniv è costretta a rinunciare al suo impegno per motivi familiari.
Sarà, invece, il maestro Michele Spotti a dirigere l'Orchestra del Regio; il programma prevede: il Concerto in mi minore per violino e orchestra di Felix Mendelssohn-Bartholdy, solista Andrea Obiso, e la Sinfonia n. 41 “Jupiter” di Wolfgang Amadeus Mozart.
Michele Spotti, classe 1993, è uno dei maggiori
talenti della nuova generazione di direttori d’orchestra. Dopo
essersi diplomato prima in violino e successivamente in direzione
d’orchestra sotto la guida di Daniele Agiman al Conservatorio
“Giuseppe Verdi” di Milano, prosegue i suoi studi presso l’Haute
École de musique di Ginevra, all’Accademia del Festival Menhuin a
Gstaad con Nëme Jarvi e Gennady Rozhdestvensky e in Italia con
Gianandrea Noseda, Gianluigi Gelmetti e Daniele Gatti. Ha diretto
numerose nuove produzioni, fra cui Barbe-bleue di
Offenbach con la regia di Laurent Pelly all’Opéra de Lyon; Il
matrimonio segreto di Cimarosa, con la regia di Pier Luigi
Pizzi al Festival della Valle d’Itria e, sempre a Martina
Franca, Il borghese gentiluomo di Richard Strauss che ha
inaugurato il festival nel 2020. Alla Staatsoper di Hannover ha
diretto la Nona di Beethoven per il concerto di Capodanno 2020.
Il Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 di
Felix Mendelssohn-Bartholdy è un capolavoro indiscusso. La
composizione prende avvio intonata dal violino con una melodia
impetuosa, sorta dalle nebbie dell’orchestra, e già dopo la prima
enunciazione si espande in liberi arabeschi. Sin da queste prime
battute si nota che la parte del solista è tecnicamente molto
impegnativa. Benché l’autore fosse un violinista provetto,
Mendelssohn ritenne opportuno chiedere una revisione a Ferdinand
David, l’amico e virtuoso del violino cui il Concerto è dedicato.
Mendelssohn non solo voleva essere certo che i passaggi più
brillanti fossero eseguibili, ma desiderava anche un suo parere al
riguardo della posizione della cadenza nel primo movimento: essa
non è collocata alla fine, come avviene abitualmente, bensì poco
oltre la metà, al culmine dello sviluppo; in questo modo, un
episodio tradizionalmente destinato al puro sfoggio virtuosistico
acquista peso strutturale.
Violino solista è Andrea Obiso: nato nel 1994, da
gennaio 2020 è Violino di Spalla dell’Orchestra Nazionale
dell’Accademia di Santa Cecilia. Riconosciuto dalla critica un
“enfant prodige”, ha iniziato lo studio del violino e del
pianoforte a sei anni con i genitori musicisti e, a dodici anni, ha
debuttato come solista con l’Orchestra Sinfonica Siciliana. È
vincitore di molti concorsi internazionali e ha già al suo attivo
importanti debutti, tra i più recenti ricordiamo quello alla
Philharmonie di Berlino con la Deutsches Symphonie Orchester
Berlin, presentato e registrato live da Deutschlandfunk Kultur
& RBB Radio e le tournée in Germania, Finlandia e Giappone.
Il programma musicale della serata prevede anche la Sinfonia n. 41 in do maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, composta nell’estate del 1788, in sole due settimane, subito dopo aver completato le sinfonie n. 39 e n. 40. C’è una sorta di mistero che avvolge i tre lavori: si ignora il committente o l’occasione per la quale furono scritti. A quest’epoca nessun musicista si sarebbe dedicato a pezzi così ampi e complessi per mera esigenza creativa, tanto meno Mozart che stava attraversando un periodo particolarmente difficile dal punto di vista finanziario. C’è un altro piccolo giallo che riguarda la n. 41: chi la soprannominò “Jupiter”? Questo nome inizia a far capolino nei primi anni dell’Ottocento nelle isole britanniche: prima nel programma di un concerto tenuto in Scozia, poi in partiture stampate a Londra. Chiunque ne sia stato l’autore, dobbiamo riconoscere l’efficacia dell’invenzione: la Sinfonia in do maggiore è veramente maestosa e degna del dio supremo dell’Olimpo.