Il delitto Karamazov, con Mario Sala e Fausto Malcovati

Stefano Sgarella
Teatro Out Off Cerca sulla mappa
DA Martedì17Gennaio2023
A Domenica12Febbraio2023

Dal 17 gennaio al 12 febbraio 2023 (da martedì a sabato ore 19.30, domenica ore 16.00), al Teatro Out Off di Milano va in scena lo spettacolo Il delitto Karamazov, di Fëdor Dostoevskij, con la drammaturgia di Fausto Malcovati e l'interpretazione di Mario Sala, Fausto Malcovati, Antonio Gargiulo, Matteo Vitanza e Giuseppe Gambazza; la regia è firmata Lorenzo Loris.

Russia. Fine anni ’70 dell’Ottocento. Minacciosi segnali di protesta lampeggiano ovunque. Le riforme avviate nel 1861 dallo zar Alessandro II (abolizione della servitù della gleba, sistema giudiziario, struttura militare) non hanno sortito l’effetto auspicato, il paese è nel caos, il terrorismo prende sempre più piede (e culminerà con l’assassinio dello zar nel marzo 1881), contestazioni e rivolte ovunque. In questo clima incandescente Dostoevskij scrive il suo ultimo romanzo, I fratelli Karamazov: lo conclude alla fine del 1880 e muore pochi mesi dopo. Vi riassume tutti i grandi temi che attraversano l’intera sua opera narrativa.

Perché il suo paese non ha pace? Quali sono i tarli che lo corrodono? Uno fra tutti: la crisi della famiglia. La famiglia è il fondamento di una società sana, se manca quello tutto si sfascia, istituzioni, principi, comportamenti. Ecco il tarlo, ecco il vizio. La grande idea che guida il romanzo è proprio questa: la società russa è malata e sta precipitando verso la dissoluzione perché manca il tessuto connettivo che è quello della famiglia. Ne sono un esempio i Karamazov. Un padre lascivo, debosciato, due mogli umiliate, bistrattate, vilipese, tre figli abbandonati a se stessi, cresciuti tra estranei, senza affetto, senza disciplina, senza tenerezza. Di lì, dal non amore, dalla sbadata assenza di attenzione nascono i conflitti, le rivalità, le ribellioni. Nel microcosmo turbolento dei Karamazov si riflette il macrocosmo della Russia calpestata, devastata, esasperata.

Nell’atmosfera dissoluta di una famiglia casuale (è una definizione di Dostoevskij) matura l’idea del parricidio. Perché deve vivere un padre che non sa cosa sia la paternità, che ricorda a malapena il nome dei suoi figli? Vero. D’altra parte, chi ha diritto di decidere sulla vita o la morte di un essere umano? Alla domanda risponde Ivan, il figlio intellettuale, ateo, irriducibile nemico dell’armonia del creato: se Dio permette violenze e torture di esseri innocenti come i bambini, allora davvero tutto è permesso, afferma sfrontato. Parole ambigue, avventate, incaute, soprattutto se ascoltate da un personaggio privo di scrupoli come Smerdjakov, figlio illegittimo del perverso padre Karamazov, dunque fratellastro di Ivan.

Ivan, il cattivo maestro, instilla in Smerdjakov il bacillo del parricidio: in casa Karamazov l’odio inficia tutti i rapporti, ma è Smerdjakov che traduce in gesto omicida l’intolleranza reciproca di tutti i membri della famiglia. Un gesto di cui Smerdjakov non vuole assumersi la responsabilità: è l’esecutore materiale, ma la responsabilità morale non è sua, è tutta di Ivan, il vero ispiratore della violenza. Sei tu il vero assassino gli grida Smerdjakov nell’ultimo incontro e si impicca per non ammettere il delitto. La storia si chiude con un errore giudiziario: viene condannato l’innocente fratello Mitja e Ivan, incapace di difenderlo, affonda nella febbre cerebrale. Lo sfascio è completo. Non c’è pace per i Karamazov. La loro disintegrazione si propaga. Non c’è pace per la Russia.

Biglietti: intero 20 euro, ridotto 10 euro per over 65 e 14 euro per under 26. Maggiori info e prenotazioni al numero 02 34532140.

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