«Tutto chiuso in Lombardia tranne farmacie e alimentari»: la proposta anti Coronavirus della Regione

Flickr.com / Giuseppe Romano

Milano, 11/03/2020.

Dopo l'annuncio di martedì 10 marzo di voler chiudere tutto in Lombardia, il presidente Attilio Fontana ha ufficialmente inviato al Governo nella giornata di mercoledì 11 marzo le proposte concordate con i sindaci lombardi relative a ulteriori misure di contenimento della diffusione del Coronavirus.

La richiesta della Regione Lombardia prevede un'integrazione al decreto governativo di domenica 8 marzo in tema di Coronavirus, che già prevedeva la chiusura di scuole e musei, cinema e teatri, palestre e impianti sportivi, nonché l'annullamento di tutti gli eventi programmati fino a venerdì 3 aprile; e, non ultimo, il divieto di muoversi (se non per motivi di emergenza) e aggregarsi, con l'invito a rimanere a casa (qui qualche risposta alle domande: si può uscire di casa, fare la spesa o una passeggiata coi bambini?). 

Le nuove, drastiche proposte che la Regione Lombardia ha presentato al Governo riguardano ulteriori chiusure: di tutti i negozi (tranne i servizi di pubblica utilità, i servizi pubblici essenziali e i negozi per la vendita di beni di prima necessità), di tutti i centri commerciali e degli esercizi commerciali presenti al loro interno; e poi di bar, pub, ristoranti di ogni genere (che oggi possono ancora aprire al pubblico in orario 6.00-18.00), delle attività artigianali di servizio (dai parrucchieri agli estetisti), di tutti gli alberghi (e delle altre strutture ricettive - compresi ostelli e agriturismi - ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico), di tutti i servizi terziari e professionali (ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti).

Cosa resterebbe aperto in Lombardia, qualora il Governo accettasse di rendere valida la proposta di Attilio Fontana e dei sindaci di tutta la regione? Resterebbero aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Operative anche le edicole e i servizi di trasporto pubblico (anche se per questi ultimi non sono da escludere misure restrittive ad hoc).

A quando la decisione ufficiale? Il più presto possibile, si augura il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, non c'è tempo da perdere. La proposta di chiudere tutta la Lombardia ad eccezione delle attività essenziali arriva in concomitanza con la bella notizia che, per la prima volta dall'inizio dell'emergenza, non sono stati registrati nuovi contagi nell'ex zona rossa di Codogno e dintorni; intanto il bollettino dell'allarme Coronavirus in Lombardia parla di 5791 casi positivi in tutta la regione (di cui 1472 in provincia di Bergamo, attualmente la zona più colpita): di questi 3319 sono ricoverati in ospedale (466 in terapia intensiva).

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