Milano insolita e segreta: 10 luoghi da vedere che (forse) non conoscete

© Angelica Pansa

6) Il labirinto sotterraneo di Pomodoro

Forse non tutti sanno che, ben prima delle escape room, Milano già vantava un labirinto d’autore. Si tratta del Labirinto della Fondazione Arnaldo Pomodoro situato negli sotterranei dell’edificio ex Riva-Calzoni di via Solari 35, oggi showroom di Fendi, il Labirinto di Pomodoro è sicuramente uno dei luoghi più segreti e affascinanti di Milano. Ben 170 metri quadrati in un susseguirsi di stanze dove perdersi per poi ritrovarsi. Realizzato dal grande scultore tra il 1995 al 2011 è ispirato all’Epopea di Gilgamesh, il primo poema epico della storia. Il labirinto rappresenta una sorta di riflessione e sintesi del percorso artistico di Pomodoro. Il sito è visitabile, ma solo su prenotazione.

7) Il cimitero dei Vips

Probabilmente non vi verrebbe mai l’idea di passare una bella domenica di sole con gli amici o i bambini in un cimitero. Eppure al Cimitero Monumentale di Milano ne vale proprio la pena, perché più che un cimitero quello di Milano è un vero e proprio museo a cielo aperto. Progettato dall’architetto Carlo Maciachini e inaugurato ufficialmente nel 1867, il Cimitero Monumentale copre una superficie di ben 250 mila metri quadrati, casa (perenne) di VIPs del passato milanese come Alessandro Manzoni, Francesco Hayez e Salvatore Quasimodo, ma anche Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Alda Merini e Franca Rame. Tra le tombe, monumentali architetture realizzate dagli artisti più importanti e rappresentativi del periodo che va dal 1867 fino ad oggi. Nella corona di nomi illustri che hanno lavorato alla realizzazione del complesso troviamo Luca Beltrami, Camillo Boito, Giuseppe Sommaruga, Giuseppe Boni, Piero Portaluppi e Giò Ponti. Tra le tombe imperdibili c’è sicuramente quella della famiglia Campari: un Ultima Cena in scala uno a uno; la cappella Korner di Adolfo Wildt; la Nike di Lucio Fontana; la tomba-piramide Vogel e la tomba-colonna di Antonio Bernocchi insieme a moltissime altre opere che fanno del Monumentale una fusione di stili che spaziano dal romanico lombardo e pisano ad architetture dai richiami bizantini, passando per il gotico e il realismo ottocentesco per finire nel liberty di inizio Novecento.

8) Il cortile dei formaggi

In corso San Gottardo, al numero civico 18, potete ammirare uno dei pochi esempi superstiti di casére, tipiche costruzioni milanesi popolari dove il cortile è caratterizzato dalle linghere: lunghi ballatoi di accesso agli alloggi, in fondo ai quali si trovava l’unico servizio igienico del piano. Le case del corso creavano il pittoresco Borgo dei Furmaggiatt, così chiamato perché qui venivano scaricate, dalle chiatte che attraccavano lungo il naviglio, le forme di formaggio, prodotte dalla campagna a sud di Milano. Dal Borgo dei Furmaggiatt si accede ad un sistema di cortili passati, molto diffuso un tempo a Milano: una sequenza di corti allungate che attraversa un intero isolato e si apre sul Naviglio Pavese, sbucando dal portone di Via Ascanio Sforza 15.

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