Monumento delle 5 Giornate di Milano: concluso il restauro, l'obelisco torna a splendere

Monumento delle 5 Giornate di Milano Monumento delle 5 Giornate di Milano

Milano, 12/12/2025.

L’obelisco di piazza Cinque Giornate, simbolo del Risorgimento milanese, è nuovamente visibile al pubblico dopo essere stato coperto per mesi dai ponteggi che ne hanno accompagnato il restauro di carattere conservativo e ingegneristico, progettato e diretto dall’Unità Fontane e Monumenti dell’Area Pronto Intervento, Ccv, Fontane e Monumenti.

L’intervento sull’opera, realizzata dallo scultore Giuseppe Grandi, rientra in un più ampio progetto che prevede anche la valorizzazione della cripta sottostante l’obelisco e lo studio dei resti umani in essa conservati, a cura del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof) del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. 

«Il monumento commemorativo di piazza Cinque Giornate fu fortemente voluto dalla cittadinanza e quella che ruota attorno all'obelisco e alla cripta sottostante è una storia che ancora oggi tocca i cuori dei e delle milanesi», afferma l'assessora ai Servizi civici e Quartieri Gaia Romani: «per questo siamo molto contenti di restituire alla città questo capolavoro nella sua straordinaria bellezza, così come lo siamo della collaborazione con l’Università Statale, in particolare con il team della professoressa Cristina Cattaneo, grazie alla quale daremo un nome e la giusta dignità alle persone che hanno combattutto per la nostra Milano».

Il monumento è costituito da un basamento lapideo sormontato da un obelisco in bronzo alto circa venti metri, decorato nella parte inferiore da figure allegoriche che rappresentano le fasi delle Cinque Giornate e, nella parte superiore, dai 392 nomi dei caduti incisi nella fusione dei rocchi sovrapposti. Sia l’obelisco sia le figure allegoriche sono stati oggetto di un’accurata pulitura manuale da parte dei restauratori: queste operazioni hanno permesso di rilevare l’uso di leghe bronzee differenti, impiegate da Giuseppe Grandi per ottenere luminescenze e colori diversi tra l’obelisco e le figure che lo circondano. È plausibile che, al tempo dell’inaugurazione, l’obelisco apparisse più scuro e tendente al rossastro - per l’elevato contenuto di rame -, mentre le figure risultassero più chiare e luminose grazie alla lega più ricca di stagno, risplendendo alla luce del sole quasi come in movimento attorno all’elemento centrale.

Per preservare questa particolare resa luminosa, in accordo con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, le figure sono state trattate separatamente, con l’applicazione di cere microcristalline neutre. I nomi dei caduti sono stati ripresi mediante l’applicazione di miscele di oro in polvere e consolidante trasparente. La cuspide sommitale dell’obelisco, smontata e trasportata in laboratorio, è stata oggetto della sostituzione della struttura interna di sostegno - originariamente in ferro battuto e ormai deteriorata - con una nuova in acciaio inox. L’intervento ha consentito anche la restituzione della doratura in foglia d’oro zecchino della stella sommitale, sulla base di tracce originali rinvenute durante il restauro.

Lo smontaggio della cuspide ha inoltre permesso di analizzare in dettaglio il sistema di aerazione naturale della cripta sottostante, evidenziando come, nel corso di 130 anni, le infiltrazioni meteoriche abbiano contribuito alla formazione di condensa e ristagni all’interno dell’obelisco. Per la prima volta dopo oltre un secolo è stato possibile esplorarne gli spazi interni lungo tutta l’altezza, grazie all’installazione di scale interne che consentiranno in futuro un controllo più agevole del microclima e del ricambio d’aria della cripta.

L’intervento conservativo ha interessato anche la cancellata perimetrale decorata, con il completo recupero e la riverniciatura delle porzioni in ferro battuto e ghisa. Tutte le fusioni originarie e quelle integrate nel tempo sono state sottoposte a pulitura approfondita e alla successiva applicazione di un protettivo finale a base di cere microcristalline. In accordo con la Soprintendenza, sono state inoltre riprodotte le fusioni mancanti o trafugate nel tempo, restituendo alla cittadinanza uno dei monumenti più importanti della città nella sua massima completezza.

Di R.M.

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