Magazine, 03/09/2020.
Abbiamo superato il periodo del lockdown ed è ormai passata anche l’estate 2020. Ci prepariamo ad affrontare un nuovo anno scolastico e lavorativo e siamo tutti più coscienti e preparati sul Covid-19.
Ma abbiamo davvero chiaro cosa siano i tamponi e i test sierologici di cui sentiamo parlare da mesi? Abbiamo capito la differenza tra essi?
Il tampone serve per diagnosticare la presenza del virus nell'organismo (vie aeree) e quindi a scoprire se c'è un'infezione in corso. Il test sierologico, invece, serve per capire se una persona è già entrata in contatto con il nuovo Coronavirus (anche se il virus non è più presente nelle vie aeree ha incontrato i globuli bianchi, sviluppando quindi una forma di anticorpi rilevabili nel sangue)
Il tampone faringeo o naso-faringeo è un esame che si esegue in pochi secondi. Viene effettuato tramite un bastoncino con una sorta di lungo cotton fioc. Il bastoncino viene strofinato leggermente sulla mucosa, inserendolo:
nella bocca (tampone faringeo) fino ad arrivare nei pressi delle tonsille
nel naso (tampone naso-faringeo) in una narice e procedendo fino a raggiungere la parete posteriore del rinofaringe (parte superiore del faringe)
Il test è semplice, ma non può essere fatto da chiunque: deve essere eseguito da personale addestrato (in genere infermieri o assistenti sanitari) e protetto da mascherina, guanti, occhiali o visore e camice monouso. Queste protezioni sono fondamentali perché il tampone viene fatto, nella maggior parte dei casi, a persone che presentano sintomi.
Il laboratorio conferma se il virus è presente nel faringe per mezzo di test molecolari (come la Real Time Polymerase Chain Reaction o RT-PCR).
Il test sierologico si esegue sul sangue che viene raccolto con un normale prelievo. Per alcuni test sierologici rapidi è sufficiente una goccia di sangue ottenuta dal polpastrello di un dito della mano.
Quando positivo, il test sierologico dimostra la presenza di alcuni anticorpi (le immunoglobuline):
se IgM positivi: infezione recente (anticorpi prodotti nella fase iniziale dell’infezione che si ritrovano nel sangue a partire, in media, da 4 o 5 giorni dopo la comparsa dei sintomi, tendendo poi a scomparire nel giro di qualche settimana)
se IgM negativi e IgG positivi: infezione passata: gli anticorpi IgG sono prodotti più tardivamente e si ritrovano nel sangue a partire, in media, da un paio di settimane dopo la comparsa dei sintomi e permangono poi per molto tempo
Tuttavia il test sierologico non indica necessariamente se una persona è protetta (quindi se gli anticorpi sono veramente neutralizzanti), per quanto tempo la persona sarà protetta (se per tutta la vita, per anni o per mesi) e se è guarita.
Un test sierologico negativo può avere vari significati:
la persona non è stata infettata dal virus SARS-CoV-2
la persona è stata infettata molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato gli anticorpi contro il virus
la persona è stata infettata, ma il titolo di anticorpi che ha sviluppato è, al momento dell'esecuzione del test, al di sotto del livello di rilevazione del test
In particolare, l’assenza di rilevamento di anticorpi non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce o asintomatica e il relativo rischio di contagiosità dell’individuo.
Il test sierologico non ha al momento alcuna utilità clinica per conoscere lo stato di salute del paziente rispetto al Covid-19, mentre può servire a verificare la reale proporzione degli immuni rispetto ai non immuni nella popolazione.
I test sierologici non sostituiscono il test fatto sul tampone (detto anche test molecolare): solamente il risultato del tampone naso-faringeo dimostra la presenza o meno di materiale genetico virale, dando quindi la conferma dell'infezione in corso.
Di Cristina Torriano