
Genova - Ci mancava solo la peste suina africana. Da alcuni giorni, oltre alla pandemia che ha cambiato le nostre vite da ormai quasi due anni, ci troviamo ad affrontare un nuovo e preoccupante problema: i casi di peste suina hanno interessato il Basso Piemonte e la Liguria con il ritrovamento nei pressi di Ovada della carcassa di un cinghiale infetto, seguito da altri ritrovamenti a Fraconalto (Al) e a Isola del Cantone (Ge).
Per questo i ministri della Salute Roberto Speranza e delle Politiche agricole Stefano Patuanelli hanno emanato un'ordinanza ministeriale per prevenire la diffusione del contagio di peste suina nelle zone infette, che comprendono un'ampia area del genovesato, del savonese e dell'alessandrino.
Molti tra appassionati di trekking, cacciatori, fungaioli e tartufai, liguri e piemontesi, però, non ci stanno. Sul sito change.org è stata lanciata una petizione firmata da Alessandro Valfré e diretta al ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli e al ministro della salute Roberto Speranza (ecco come firmare la petizione contro il contenimento della peste suina).
«L'ordinanza - si legge sulla petizione - va a proibire di fatto qualunque attività escursionistica, sportiva o di altro genere in un territorio molto ampio nelle provincie di Alessandria, Savona e Genova».
Sulla petizione, che mercoledì 19 gennaio alle ore 13 conta già mille firme, si legge ancora: «È ragionevole supporre che la peste suina sia già ampliamente diffusa e che le carcasse note di animali contagiati non rappresentino che una piccola percentuale di quelli realmente infetti. La via primaria di contagio avviene direttamente da animale malato ad animale sano e l'eventualità della trasmissione indiretta a opera dell'uomo (per aver pestato escrementi o residui organici, per esempio) rappresenta una possibilità molto remota e statisticamente insignificante, data la catena di eventi che dovrebbe verificarsi.
E ancora: «Perché un escursionista diventi veicolo di contagio egli dovrebbe: pestare un residuo organico di cinghiale - portarselo a casa - usare quelle scarpe altrove e conseguentemente lasciare residui - poi un cinghiale dovrà andare a grufolare proprio lì e ammalarsi. É chiaro come questa catena di eventi rappresenta un veicolo di contagio statisticamente irrilevante rispetto alla trasmissione da animale ad animale sicuramente in atto».
La peste suina non contagia l'essere umano: «È presumibile che la malattia sarà riscontrata a breve anche in altre aree. Quando questo accadrà la linea resterà quella di vietare le attività outdoor? Fino a dove? Il cinghiale è diffuso su tutto il territorio nazionale. Fino a quando? […] Garantire la possibilità di fare attività all'aria aperta é estremamente importante (trekking, sport, ecc.), soprattutto nell'attuale contesto pandemico (quarantene, lunghi periodi al chiuso, imposizione dell'uso delle mascherine anche per i bambini). Le attività immersive nella natura non comportano assembramenti e è scientificamente riconosciuto che giovano all'equilibrio psicofisico e alla salute di tutti, con particolare riferimento alle giovani generazioni».
Alessandro Valfré conclude: «Sono fermamente convinto che la sospensione della caccia mantenendo la possibilità di praticare camminate, nordic walking, trekking, corsa, ecc., rimanendo sui sentieri sarebbe un provvedimento più equilibrato e adeguato all'attuale situazione. Vi invito pertanto a rivedere l'ordinanza in oggetto garantendo alla cittadinanza la possibilità di fare trekking e altre attività similari nella zona in oggetto e nel resto del territorio nazionale».