La mostra è suddivisa in quattro momenti raccolti in quattro sale: «Nella prima ci immergiamo nella vita di Salgado e nell'Amazzonia; nella seconda il fotografo racconta la crisi idrica, la siccità, la carestia; nella terza sala il tema è quello del lavoro dell'essere umano, la cui sopravvivenza dipende dall'acqua; infine le immagini delle terre estreme, dalla Patagonia alla Siberia, fino all'Antartide».
La mostra Aqua Mater porta i visitatori e le visitatrici a riflettere sul loro personale rapporto con l'ambiente. Tutto ciò che fotografi ti torna indietro e ti arricchisce, afferma Salgado. E noi veniamo affascinati dalle 42 grandi immagini in bianco e nero accompagnate dalla traccia sonora composta per la mostra dal musicista Francois Bernard Mache, dell'Academie des Beaux Arts. Non mancherà l'audioguida, in italiano e in inglese, con la storia personale e i commenti di Sebastiao Salgado, che in italiano ha la voce di Francesco Pezzulli, doppiatore di Leonardo Di Caprio.
«Questa è una mostra che lavora sullo spazio», racconta Ilaria Bonacossa, direttrice di Palazzo Ducale: «e che ci mette in un rapporto emotivo con l'acqua. Il pubblico viene accompagnato in un viaggio molto personale, con il suono dell'acqua in sottofondo che è un richiamo al grembo materno».
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