«Dopo gli ultimi fatti di cronaca recenti, ho pensato fosse necessario affrontare nuovamente questo tema, con una visione però completamente diversa dalla denuncia femminile della violenza: per questo ho invitato otto artisti uomini, di livello internazionale, a riflettere ognuno con la propria tecnica e poetica»; così la curatrice racconta le motivazione di una scelta che indubbiamente si distingue rispetto all’approccio solitamente proposto dalla maggioranza di iniziative sull’argomento.
Gli artisti in mostra affrontano il tema soprattutto dal punto di vista della vittima di violenza, soffermandosi sull’esplorazione del dolore delle donne, attraverso opere pittoriche, scultoree, fotografiche, ma anche tecniche miste come nel caso di Roberto Ghezzi (Cortona) con il suo trittico Parietaria Officinalis: «La mostra mi ha stimolato ad affrontare per la prima volta questo tema dal punto di vista della mia ricerca artistica. L’opera che espongo è stata creata appositamente per l’occasione, realizzando delle monotipie di foglie di parietaria alle quali ho applicato degli strappi che poi ho riavvicinato. Ho voluto così rappresentare la lacerazione di una ferita e allo stesso tempo la possibilità di cura e di ritorno alla bellezza».
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