Torino Porte Aperte alla scoperta dei luoghi nascosti della città

Flickr/ Alessio Maffeis

Torino, 04/05/2017.

Tra i preziosi affreschi della Sala Gonin, realizzati dal pittore Francesco Con un per comporre una suggestiva allegoria della locomotiva a vapore, la famiglia Savoia attendeva il treno all'interno della stazione Porta Nuova. Una sala raffinata, di gusto ottocentesco, che ha ospitato la presentazione del progetto Torino Porte Aperte, di cui a sua volta fa parte.

Dal 7 al 28 maggio, ogni domenica, prestigiosi luoghi storici della città, spesso chiusi al pubblico (proprio come la Sala Gonin), saranno riaperti nell’ambito della parte conclusiva del progetto nazionale Adotta un monumento.

A Torino, 58 tra monumenti, parchi e edifici di varia natura sono stati “adottati” da diverse scuole, che dall’inizio dell’anno scolastico hanno approfondito la storia, il legame con l’arte e le condizioni di ciascun luogo. Gli studenti potranno così fare da ciceroni per i visitatori, che approfittando così di un’occasione davvero unica per esplorare questi luoghi.

Molto soddisfatta l’assessora all’Istruzione del Comune di Torino, Federica Patti, che ha spiegato: «È un progetto di valore perché trasforma il territorio in una grande aula, dove gli studenti possono raccontare la storia agli adulti». E anche la scelta del luogo in cui è stato presentato ha avuto una ragione ben precisa, cioè quella di sottolineare lo stretto legame di alcuni luoghi con l’evoluzione della città. «Porta Nuova - ha commentato Silvio Gizzi, ad della Società Grandi Stazioni Rail - è la terza stazione più grande tra quelle da noi gestite, e rappresenta l’intera città per la sua storia e i suoi cambiamenti. Trovo molto importante che si dia la possibilità di vedere un luogo come la Sala Gonin anche ai più giovani».

Sfogliare il programma di Torino Porte Aperte equivale a fare un tuffo nella storia. Si va dal delizioso Mausoleo della Bela Rosin al Parco della Tesoriera, passando per luoghi a prima vista insoliti, come il Deposito GTT Tortona-Manin, che pure ha una storia interessante da raccontare e ospiterà anche una mostra fotografica ispirata al libro Torino è casa mia di Giuseppe Culicchia.

Si comincia il 7 maggio con la Chiesa di San Rocco, in via San Francesco d’Assisi 1, adottata dal Convitto Nazionale Umberto I e aperta dalle 15 alle 16. Si potrà poi approfittare di visite presso importanti luoghi culturali della città, come il Museo Pietro Micca, adottato dalla scuola primaria Ricardi di Netro e aperto il 14 maggio dalle 9 alle 12.30 insieme al Cisterno.

Ma nel programma di questa importante iniziativa si trovano anche il Polo del ‘900, l’avveniristica Chiesa del Santo Volto, la Villa della Regina o il Castello Malgrà a Rivarolo Canavese. Si chiuderà quindi io 28 maggio con le aperture, fra gli altri, della Chiesa di Santa Pelagia e della Chiesa della Santa Trinità, a Verolengo, e con le visita alla lapide dedicata a Bruno Caccia.

«Quando una scuola adotta un luogo - ha concluso Umberto Magnoni, direttore del Settore formazione professionale di ITER, Istituto Torinese per una Educazione Responsabile - questo diventa un valore per la collettività. Molte scuole hanno adottato loro stesse, perché anche i loro edifici hanno una storia. Porta Nuova, peraltro, è la dimostrazione di quanto Torino sia cambiata negli anni. Solamente conoscendo i luoghi possiamo valorizzare e tutelare questa città».

Di Paolo Morelli

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