L'Italia di Magnum, da Cartier Bresson a Pellegrin in mostra

Camera. Centro Italiano per la Fotografia Cerca sulla mappa

Torino, 01/03/2017.

Nel 1947 il celebre fotografo Robert Capa, reduce dal successo di un lungo e importante lavoro durante la guerra civile spagnola, riunì i suoi illustri colleghi Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour e William Vandivert alla terrazza del Museo d’Arte Moderna di New York. Fu in quel momento che nacque la Magnum, destinata a diventare la più importante agenzia fotografica del mondo. Lo scopo era tutelare il lavoro dei fotografi, sia dal punto di vista etico, sia dal punto di vista economico, puntando sul rafforzamento del diritto d’autore.

Sono passati 70 anni da quel momento, e Camera – Centro italiano per la Fotografia, ha deciso di celebrare questo importante anniversario con due mostre, che saranno inaugurate venerdì 3 marzo. Giovedì, 2 febbraio, invece ci sarà un’anteprima alla quale interverrà anche Paolo Pellegrin, fotografo Magnum e membro del cda di Camera Torino.

«In occasione di questa importante ricorrenza – ha commentato Emanuele Chieli, presidente di Camera – siamo molto felici di essere in rete con tante altre realtà e istituzioni». Già, perché l’occasione è utile per presentare, oltre alle mostre torinesi, altre iniziative nelle città di Brescia e Cremona. Ma andiamo con ordine.

La mostra principale è L’Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, che è stata curata da Walter Guadagnini, direttore di Camera, con Arianna Visani.

«Qui c’è la storia d’Italia – ha spiegato Guadagnini – dagli scatti di Cartier-Bresson durante il suo viaggio italiano negli anni ’30 fino alla rinascita, anche psicologica, del secondo dopoguerra. L’esposizione attraversa i momenti principali della storia del nostro Paese, dalle Olimpiadi di Roma del 1960 alla discesa in campo di Silvio Berlusconi, fino al G8 di Genova del 2001. Il percorso, però, è anche un viaggio nella storia della fotografia. Si assiste a un cambiamento del reportage e del nostro rapporto con la fotografia».

La seconda mostra, allestita nella project room di Camera, è dedicata al giovane fotografo Valerio Spada, che ha compiuto un lavoro di analisi sulla mafia, dai processi alla Bibbia ritrovata nel covo di Bernardo Provenzano. «Spada brilla per originalità – ha aggiunto Guadagnini – e il suo sguardo racconta un tema di forte attualità, che racconta una parte del nostro mondo».

Del lavoro di Spada, lo scrittore Roberto Saviano ha scritto: «Impressionante, ci mostra il silenzio, la capacità di penetrazione della criminalità nella vita quotidiana e la nostra incapacità, impossibilità di difenderci».

Entrambe le mostre, come ha confermato Francesca Leon, assessora alla cultura del Comune di Torino, saranno visitabili gratuitamente per i possessori dell’Abbonamento Torino Musei. Resteranno allestite fino al 21 maggio. E per chi compra un biglietto a Camera Torino c’è la possibilità di avere uno sconto sul biglietto per le iniziative di Brescia e Cremona.

«Quest’anno – ha annunciato Luigi Di Corato, direttore della Fondazione Brescia Musei – ci sarà il primo Brescia Photo Festival, in occasione del quale, al Museo di Santa Giulia, ci saranno due mostre, Magnum First e Magnum Première Fois, che sono state ritrovate e restaurate dagli archivi del Centro per la cultura francese di Innsbruck. Erano state esposte a fine anni ‘60 e poi dimenticate. Ci sarà anche una mostra alla Camera di Commercio di Brescia». Le esposizioni inaugureranno il 7 marzo e saranno visitabili fino al 3 settembre.

A Cremona, invece, il Museo del Violino inaugurerà il 4 marzo la mostra Life – Magnum. Il fotogiornalismo che ha fatto la storia, presentata dall’assessora alla cultura del Comune di Cremona, Barbara Manfredini, e dal curatore, Marco Minuz, che ha precisato: «Ci saranno nove reportage, di cui tre di Robert Capa, pubblicati dalla rivista Life. Cercheremo di capire il rapporto tra le foto e gli articoli, mettendo in luce un determinato tipo di fotografia che ci aiuta a osservare». La mostra chiuderà poi l’11 giugno.

Di Paolo Morelli

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