Tpe Teatro Astra, Cecità è la stagione 2023/2024 che riflette sul rapporto con la verità

Virgilio Sieni

Torino, 14/06/2023.

La Stagione 2023/2024 del TPE Teatro Astra è stata concepita come un invito rivolto agli spettatori a riflettere sul nostro rapporto con la verità.

Oggi il TPE propone un cartellone interamente dedicato a un nuovo sguardo sulla relazione con la verità, dal titolo Cecità ed è composto da undici produzioni, venticinque spettacoli che andranno in scena dal 7 novembre 2023 al 26 maggio 2024.

«Cecità, questo il titolo della Stagione, intesa in senso figurato, come offuscamento dell’intelletto. Chi è il cieco? Che cosa non vuole vedere? E perché? - afferma Andrea De Rosa, il direttore di TPE Teatro Astra -  Ho chiesto alle artiste e agli artisti coinvolti nella nuova Stagione di rispondere a queste domande attraverso le loro creazioni (e non solo, come risultato di una vera e propria intervista è nato il libretto di Stagione che è una piccola rivista nella quale gli artisti rispondono a questi interrogativi). Il risultato è un calendario teatrale che, attraverso grandi classici, drammaturgie originali e romanzi rivisitati, parla dell’oggi e di noi, mette in scena l’attualità raccontandola con le parole più antiche intrecciate a quelle del presente. Se è vero, infatti, che la chiacchiera quotidiana della cronaca, anziché aiutarci a capire, sembra aumentare la nostra incapacità di vedere, noi proveremo a usare il linguaggio del teatro per soffermarci sul dettaglio, sulla lacuna, sull’omissione. Proveremo ad aprire gli occhi, grazie a quel buio luminoso che è da sempre il teatro».

Dalla riflessione su Cecità si è sviluppata la campagna visual della Stagione 2023/2024 realizzata dall'agenzia creativa Arkè. Un manifesto che è un'esplosione di parole, oggetto e soggetto di cecità. Il TPE quest'anno ha deciso di affidare il video trailer della Stagione a una firma d'autore: la sigla che introduce i tanti contenuti protagonisti è stata realizzata dal videoartista Donato Sansone, che ha optato per un taglio dal forte richiamo cinematografico. Sansone, per interpretare il gesto dell'occultamento arbitrario, cita la celebre scena di Un chien andalou del regista surrealista Luis Buñuel.

Gli spettacoli

La Stagione apre con uno spettacolo che è un importante incontro tra le arti: letteratura, teatro e danza interagiscono in Cecità di Virgilio Sieni. Il grande coreografo di fama internazionale reinventa il romanzo del premio Nobel José Saramago per invitarci a cercare una vista nuova, una nuova sensibilità verso gli altri e verso il mondo che ci circonda.

Nel biancore accecante della scena tutto si svela di nuovo: emerge quello che prima era presente ma nascosto. A proposito di grandi autori, sono moltissimi i titoli classici, fondamenta della cultura occidentale, proposti. Edipo Re, paradigma dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato, debutta al Teatro Astra con la regia di Andrea De Rosa. A partire dal testo di Sofocle, tradotto da Fabrizio Sinisi, De Rosa ci mostra un Edipo alla ricerca spasmodica di una verità che si rivelerà essere terrificante e dalla cui luce verrà letteralmente accecato.

Partendo dal libro della scrittrice tedesca Christa Wolf, Carlo Cerciello porta in scena Cassandra, la sacerdotessa troiana figlia di Ecuba e di Priamo, che racconta il tramonto e la rovina della sua città. Il suo essere veggente la tiene intrappolata tra il passato e il futuro, ci ammonisce sul corso e il ricorso degli errori. Wolf restituisce una visione diversa da quella omerica classica per darci un resoconto di liberazione femminile e bisogno di pace. Lucilla Giagnoni ripropone Apocalisse intesa come la rivelazione che mette a confronto la figura di Edipo e quella di San Giovanni. L’ultimo esempio, tra i classici, che incarna una cecità collettiva è Supplici (in finale al Premio Hystrio Twister 2023), la tragedia di Euripide che Serena Sinigaglia dirige invitandoci a osservare gli dèi, il fato ma soprattutto gli uomini come motori della Storia, una storia fatta di guerra e violenza.

Spostandoci avanti nel tempo, classici di natura ben diversa popolano la Stagione del TPE Teatro Astra. Il collettivo Kepler-452 affronta Il Capitale di Karl Marx e lo fa servendosi di attori che sono operai per davvero, i lavoratori della GKN con i quali la compagnia ha vissuto per due mesi all’interno della nota fabbrica occupata di Campi Bisenzio. Manzan raggiri, ipocrisie e illusioni, mostrando personaggi fraudolenti e narrando un amore non corrisposto. Tartufo di Molière racconta l’oltraggiosa figura di un servo che si cimenta nell’impossibile impresa di farsi padrone, attraverso un raggiro che confida sulla cecità altrui.

Mentre Bellorini conserva la musicalità del testo originale attraverso una nuova traduzione dell’opera, in Cirano deve morire (tra i tre finalisti del Premio Hystrio Twister 2023) Leonardo Manzan trasforma il Cyrano de Bergerac in uno spettacolo/concerto, tra poesia romantica e rap feroce, nel quale rime taglienti e ritmo indiavolato affrontano in modo implacabile il tema della finzione.

Non manca lo sguardo attento all’attualità e alle sue problematiche che, osservate attraverso la particolare lente del teatro, ci invita a guardare più a fondo alcuni orribili casi di cecità. Antonio Latella e Federico Bellini realizzano Wonder Woman a partire da un fatto di cronaca, uno stupro di gruppo e una sentenza atroce dettata dal pregiudizio a discapito di una evidente vittima.

Black Star di Fabrizio Sinisi con la regia di Fabrizio Arcuri è un ambiguo trattato sulla violenza, e in particolare sulla violenza sociale, legata alla presenza dello straniero. Quattro episodi ciascuno con un suo linguaggio e un suo genere di riferimento: contrasto amoroso, tragedia di vendetta, teatro di narrazione, dramma borghese. Borghesia che ritroviamo in The City del drammaturgo Martin Crimp con la regia di Jacopo Gassmann: una lite domestica, un delirio a due tra insoddisfazione e solitudine, nel contesto di una soffocante quotidianità. Giuliana Musso con Dentro irrompe nella casa dove si svolge, invisibile, l’orrore. Una madre non vede, o non vuol vedere, la violenza di un padre nei confronti di una figlia, tutti voltano altrove lo sguardo, non è facile guardare in faccia questa verità.

Silvia Gallerano porta al Teatro Astra un esperimento: Svelarsi, uno spettacolo che per una sera apre le porte della sala alle sole donne o a chi si sente tale, è stato realizzato per riappropriarsi, parlando del corpo femminile, dello spazio troppo spesso usurpato dal patriarcato. Si torna a parlare di razzismo e del desiderio di sentirsi parte di una società che si ostina a non accogliere lo straniero con Sid, lo spettacolo di Girolamo Lucania, il cui protagonista è un giovane di oggi, figlio della periferia, un nuovo italiano che si sente una star, ma che finisce per accettare la violenza come tecnica di sopravvivenza.

A dicembre, per le festività di Natale, il TPE ha deciso di riprendere la produzione del fortunatissimo Solaris. Andrea De Rosa ha colto le possibilità contemporanee dell’opera cult dello scrittore polacco Stanisław Lem, diventato un celebre film con la regia di Andrej Tarkovskij e firmata, nella versione teatrale, da un drammaturgo dalla cifra robusta come David Greig.

Accolto con entusiasmo straordinario da parte della critica nazionale, Solaris è un viaggio che supera lo spazio e il tempo attraverso la distopia di un racconto fantascientifico, che diventa struggente e poetica consapevolezza, amaro racconto di amore e di perdita: perché in quel futuro come era, immaginato negli anni Sessanta, c’è ancora molto di tutti noi. Non solo il testo ma anche la scenografia, i costumi, le luci e la messa in scena regaleranno undici giorni di repliche stellari.

Si inserisce alla perfezione nel calendario Cecità lo spettacolo del grande coreografo e poeta dello spazio scenico Aurélien Bory che, con la sua Compagnie 111, porta al Teatro Astra Invisibili, uno spettacolo che racconta i legami segreti che tengono insieme noi e le cose, le memorie, le tracce del passato che rimangono nascoste ma segnano il presente, intrecciando storie di persone in viaggio, migrazioni, scoperte. Invisibili è una produzione internazionale curata dal TPE e da Palcoscenico Danza, la rassegna a cura di Paolo Mohovich che da febbraio a maggio 2024 ha in programma otto spettacoli di importanti compagnie nazionali e internazionali.

La continuità tematica si ritrova quest’anno anche nel Festival delle Colline Torinesi, manifestazione la cui organizzazione fa capo alla Fondazione TPE ormai dal 2018. Il pubblico del Festival potrà infatti assistere all’anteprima di Birds (o l'impeccabile armonia del caso) con la regia di Marco Lorenzi, poi in scena durante la Stagione. Lo spettacolo è tratto dal testo del poliedrico drammaturgo libano-canadese Wajdi Mouawad e ci invita a guardarci dentro, attraverso una storia d’amore tra un ragazzo ebreo e una ragazza araba, e a riflettere sulle origini e sui legami che nascono superando i limiti e le cecità di famiglie, tradizioni e ideologie.

Di Giulia De Sanctis

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