Genova, 17/11/2017.
Da sabato 18 novembre a sabato 25 novembre 2017 torna a Genova la tredicesima edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile. Tema centrale di quest’anno il viaggio, affrontato attraverso molteplici punti di vista e con numerose iniziative, tra spettacoli, conferenze e incontri con artisti studiosi ed esperti.
Ad aprire questa edizione non poteva che essere una donna, Rosa Teruzzi, giornalista, autrice, scrittrice milanese, esperta di cronaca nera, con la presentazione del suo nuovo libro giallo, La Fioraia del Giambellino. Un ritorno speciale nella città della Lanterna, con cui l’autrice ha un rapporto piuttosto stretto, pur essendo di Milano. Non abbiamo perso l’occasione di intervistarla tra un appuntamento e l’altro, per fare una chiacchierata con lei sul suo nuovo libro e sul Festival ormai alle porte.
Rosa, parliamo subito del tuo amore per i libri gialli:
ormai è parte integrante della tua carriera, ma come è nata questa
passione?
«In realtà io leggo tantissimo e da sempre,
sono stata una lettrice precoce. Ho iniziato addirittura a quattro
anni, leggendo i Feuilleton: nonostante la mia tenera età,
ero riuscita a rubare dalla cantina i libri di mia zia Geraldina,
che nel frattempo si era trasferita a Torino con la famiglia
lasciando da noi l’intera collezione della Biblioteca delle
Signorine della Salani. Così sono diventata un’accanita
lettrice, ma in effetti i gialli non li leggevo. Fino a che,
intorno ai 18 anni, quando ero cronista in un giornale di Milano,
incontrai Tecla Dozio, la proprietaria della Libreria del
Giallo di Milano. Fu Tecla a farmi leggere il primo giallo
della mia vita: un romanzo di Anne Perry, una scrittrice di
mystery vittoriana. Successivamente mi fece conoscere lo
scrittore giallista e giornalista italiano di origine ucraina
Giorgio Scerbanenco: quella fu la svolta. Da lì in poi ho iniziato
a leggere tantissimi gialli e tuttoggi ne leggo in grandi quantità.
Per di più negli anni successivi ho iniziato a lavorare in un
giornale dove mi occupavo di cronaca nera: era inevitabile che il
giallo diventasse una parte integrante della mia vita».
Il ritorno a Genova. In effetti, hai un rapporto
particolare con questa città: solo un anno fa hai presentato qui il
tuo romanzo
La Sposa Scomparsa, il primo capitolo della storia, che
continua fino ad oggi proprio con la Fioraia del Giambellino. Che
cosa ti lega così tanto a Genova?
«Sembra proprio che
Genova mi porti fortuna. A parte questo, Genova è anche la città in
cui vive mia suocera da tantissimi anni. Prima viveva a Bogliasco
ed erano meravigliosi i week end in cui andavo a trovarla.
Ma amo Genova, le sue librerie, i suoi caruggi, il Porto
Antico, amo andare al cinema la sera. Insomma, venire a Genova è
una vacanza per me.
È proprio a Genova che l’anno scorso ho conosciuto Consuelo
Barilari al Festival dell’Eccellenza al Femminile. Ho
molto apprezzato lo sforzo di questa signora, che io oserei
definire di ferro, nel creare un Festival tutto dedicato
alle donne, non perché io creda nelle quote rosa, ma perché penso
che sia importante mandare un bel segnale con iniziative come
questa. Farlo qui a Genova, in una città così bella e storica poi
ha tutto un suo fascino».
Come si diceva, aprirai tu questa edizione del Festival
sabato 18 novembre alle 16 a Palazzo Ducale
«Che
onore!».
Forse non è un caso, dal momento che sia La Sposa
Scomparsa, edito da
Sonzogno, sia La Fioraia del Giambellino
raccontano la storia di tre donne: donne coraggiose,
intraprendenti, in un’indagine misteriosa. Chi sono queste tre
donne?
«Si tratta di una donna di quarantasei anni che
vive con sua madre e sua figlia in un casello ferroviario di
Milano, che tra l’altro esiste davvero! È una zona periferica di
Milano quella che io racconto, ma è pur sempre al confine tra i
navigli glamour e la periferia: adoro le zone di confine!
Tre donne molto diverse fra loro, divise soprattutto da un
gap generazionale: la protagonista, Libera, è una
inguaribile romantica, una sognatrice e una ex libraia fallita,
come ahimè se ne trovano spesso oggi. Ora fa la fioraia. Sua madre,
Iole, è una donnina eccentrica sulla settantina, un’insegnante di
yoga che vive alla giornata con istinto e passione. Infine
c’è la figlia di Libera, Vittoria, una ragazza introversa che vive
nel costante desiderio di trovare l’assassino di suo padre: il
marito di Libera era infatti un poliziotto, ucciso in modo
misterioso. Ognuna delle mie donne ha un segreto, ognuna ha un
obiettivo da seguire, che confluisce inevitabilmente in indagini
dilettantesche. Libera è solo una fioraia, la famosa fioraia del
Giambellino appunto, ma si trova sempre coinvolta in inchieste su
casi irrisolti da anni. Inizia per caso, ma poi ci prende
gusto!».
A chi non resiste alla voglia di avere un assaggio della
trama di questo secondo capitolo, puoi anticipare
qualcosa?
«Eravamo rimasti a La Sposa
Scomparsa, in cui Libera aveva aiutato una madre a capire cosa
fosse successo alla figlia, scomparsa in circostanze sospette
proprio alla vigilia delle nozze. In questo secondo capitolo,
Libera riceve la visita di una futura sposa, che le chiede aiuto
per trovare l’identità di suo padre, tenutole nascosto dalla madre.
A prima vista sembra un’indagine piuttosto semplice, di quelle che
si possono risolvere andando di porta in porta facendosi un po’ gli
affari della madre della cliente… ma in realtà dietro la figura di
questo padre misterioso si nascondono due delitti».
Fil rouge di questa edizione del Festival sarà il
viaggio, inteso non solo come movimento ma anche come cambiamento e
come percorso interiore. Di viaggi si parla parecchio anche nei
tuoi libri...
«Eh sì. Libera, Iole e Vittoria in
questa avventura viaggiano parecchio in effetti: si spostano tra
Milano, la Brianza e i paesi del Lecchese. Qui raggiungono Pasturo,
un paese di montagna dove, tra l’altro, è sepolta la poetessa
Antonia Pozzi: è inutile, a me piace inserire tutto ciò che
riguarda i libri nelle mie storie. Dall’altra parte però c’è in
effetti un vero e proprio viaggio interiore di queste donne:
avventura dopo avventura ogni donna scopre qualcosa di sé.
Soprattutto Libera, che scoprirà il mistero sulla morte di suo
marito Saverio. Non può esimersi dal farlo: dopo aver aiutato tante
persone a scoprire i loro segreti, sente che è il momento per lei
di svelare il segreto che la riguarda. Questo però lo sapremo
soltanto nel terzo capitolo della storia, che uscirà a marzo
2018».
Di Fabio Liguori