Il negozietto, dove il BracciaDetto è per sempre: «Ricamo il dialetto genovese da portare al polso»

Genova, 08/03/2024.

Ravatto, Regagito, Bella Zuena, Pulin, Pe caitee e il classico sempreverde Belin: il dialetto genovese è colmo di termini che sono entrati nel linguaggio comune, quello che utilizziamo tutti i giorni, di cui ormai non possiamo proprio più fare a meno.

Sentirsi un ravatto significa letteralmente non sentirsi troppo bene, concetto che potremmo sicuramente esprimere in italiano, ma che perderebbe quella sfumatura un po' tragicomica che solo il dialetto riesce a trasmettere ai nostri interlocutori. Regagito o regagita sono l'esatto contrario, perchè descrivono perfettamente quelle sensazioni di sollievo ed energia che tutti proviamo quando ci sentiamo meglio e quindi quando non siamo più dei ravatti

La lista di questi termini è veramente infinita e ognuno di noi custodisce nel cuore quella parola in particolare che descrive perfettamente lo stato d'animo, l'attitudine oppure le caratteristiche che ci distinguono dagli altri.

C'è un luogo, ovviamente nel centro di Genova, dove è possibile indossare, letteralamente parlando, espressioni dialettali e modi di dire: si tratta di una piccola bottega chiamata Il negozietto, in salita Pollaiuoli 76r, in cui si possono trovare i BracciaDetti, fettucce colorate da legare al polso ricamate con espressioni come Annemuben, Maniman, Legèra, Pulin e chi più ne ha più ne metta, per portare sempre con noi la nostra genovesità un po' sarvega.

L'idea è venuta a Laura Accomando, la titolare della bottega Il Negozietto, una piccola bomboniera che ricorda le mercerie di una volta dove si possono trovare idee regalo, giocattoli, peluche e materiale per ricamo: «Tutto è iniziato perchè addirittura trent'anni fa avevo acquistato una bobina di duecento metri di fettuccia bianca, che però rimase su uno scaffale inutilizzata per lunghissimo tempo. Non sapevo cosa farne, così ad un certo punto ho iniziato a ricavarne dei piccoli segmenti, che potevano essere indossati come braccialetti, sui cui ricamavo espressioni simpatiche da regalare agli amici. Erano in italiano, ma visto il successo riscosso un paio di anni fa ho deciso di passare in rassegna le espressioni più utilizzate da noi genovesi e di ricamarle sulle fettucce colorate».

Laura, in realtà, non parla in dialetto durante la vita di tutti i giorni, ma lo capisce benissimo: «In casa i miei genitori parlavano praticamente solo in genovese, a me manca un po' di pratica, ma le espressioni che si trovano ricamate sulle mie fettucce sono di uso talmente comune qui a Genova che non c'è bisogno di traduzione». Per chi ne avesse bisogno, comunque, in bottega si può consultare una lunga lista di parole con la traduzione genovese-italiano, perchè a volte «anche turisti e foresti acquistano i BracciaDetti, come souvenir del loro passaggio qui a Genova».

Ma quali sono i BracciaDetti più amati? «Maniman (non sia mai!) va fortissimo, così come Nu ghe semmu (non ci siamo!), Pe caitee (per carità!), Sarvegu e il femminile Sarvega (selvatico, selvatica), due espressioni particolarmente adatte a descrivere il carattere di noi genovesi, un po' chiusi. Il mio preferito è Ou belin Teresa, che esprime perfettamente lo stato di stupore massimo!»

Da qui a nominare la parola che più ci identifica nel mondo, Belin, il passo è molto breve: «All'inizio non ero molto sicura se crearlo o meno, perchè mi sembrava un po' scontato, ma è anche vero che quella parola la pronunciamo talmente tante volte al giorno, che era quasi un obbligo».

A conferma dell'attitudine non particolarmente amena del popolo genovese, come si può notare, le espressioni sono tutte legate a stati d'animo che vanno tra il negativo e l'esausto, ma Laura ha cercato di mettere un po' di positività in questa simpatica iniziativa: «Non è stato per nulla facile! Addirittura avevo chiesto aiuto ai miei follower su Instagram. Grigua (lucertolina) e Pulin (pulcino) sono i nomignoli con cui i nonni chiamavano i nipotini e quindi li ho fatti entrare nel palmares, così come Dunnin (un vezzeggiativo di donna)».

Insomma, al Negozietto ce n'è per tutti i gusti o meglio per tutti i belli figeu e le belle figette!

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