Coronavirus a Torino e in Piemonte: Cirio decide «scuole aperte lunedì 9 marzo»

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Torino, 02/03/2020.

Cambio di programma per quanto riguarda l'apertura delle scuole in Piemonte in riferimento all'emergenza sanitara Coronavirus. Lo sto alle attività didattiche è infatti prorogato fino a domenica 8 marzo. Scuole aperte dunque, in Piemonte, da lunedì 9 marzo, così come deciso dal Presidente della Regione Cirio a fronte della richiesta di cautela espressa da medici e pediatri e dai tecnici dell’Unità di crisi

La proroga alla riapertura delle scuole è stata decisa con una ordinanza firmata nella serata del 2 marzo. Il governatore Cirio spiega che «a fronte della decisione di riapertura delle scuole decisa dal Governo a partire da oggi, la Regione Piemonte aveva ritenuto necessario un percorso più cauto e graduale per il proprio territorio, alla luce della sua posizione di confine e delle interconnessioni con la vicina Lombardia, l’area più colpita dal contagio da Coronavirus. Era stata così decisa la sola riapertura delle scuole oggi e domani per una igienizzazione straordinaria delle aule e degli ambienti comuni, ma anche per avere due giorni in più di tempo per valutare l’evolversi del contagio».

«Nei giorni scorsi -  spiega ancora il Presidente - speravamo di poter tornare da mercoledì a una situazione di normalità totale, dando la possibilità a tutti gli studenti di riprendere regolarmente le lezioni. Oggi, però, abbiamo acquisito le valutazioni dei sanitari dell’Unità di Crisi che “valutata la situazione epidemiologica non ancora stabilizzata del Piemonte, a fronte di una situazione con evolutività non prevedibile nelle regioni confinanti, considerato il doveroso criterio di cautela nei confronti della popolazione scolastica e dei relativi nuclei familiari” hanno comunicato alla Regione l’opportunità di sospendere l’attività scolastica per l’intera settimana».

Valutazione alla quale si sono aggiunte le considerazioni delle associazioni più rappresentative di medici e pediatri, che hanno rimarcato la necessità di non abbassare la guardia contro il virus e di proseguire con lo stop delle lezioni scolastiche. Prudenza dunque, con la scelta di estendere fino al giorno 8 marzo incluso la sospensione, già prevista per il 2 e 3 marzo, dei servizi educativi dell'infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali ivi compresi i tirocini curriculari, master, università per anziani, con esclusione degli specializzandi nelle discipline mediche e chirurgiche e delle attività formative svolte a distanza.

Per fronteggiare l'emergenza Coronavirus e permettere agli studenti di concludere il loro percorso di studi nei tempi programmati infatti, per esempio, il Politecnico di Torino ha inagurato le discussioni di laurea telematiche, modalità innovativa mai usata finora. Come riporta Ansa, «ha dato il via la discussione di una tesi in Pianificazione territoriale. In questa settimana si laureeranno in videoconferenza 98 studenti di Architettura, 22 di Design e 20 di Pianificazione territoriale. Alcuni hanno preferito rinviare la discussione». Alla discussione seguirà, una volta fermata l'emergenza, una cerimonia in presenza con famiglie e amici. «Il Politecnico ha 1.200 studenti nelle zone definite rosse, Lombardia, Emilia, Veneto e provincia di Savona, e 6.000 stranieri, molti dei quali sono tornati nel loro Paese - spiega ancora Saracco ad Ansa - Ci sono poi gli studenti del Sud che sono ritornati a casa. Lo stesso ministero ci ha detto di riaprire con gradualità per evitare movimenti di massa».

Intanto, gli aggiornamneti sui contagi aggiornati a lunedì 2 marzo. Salgono a 51 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID19” in Piemonte: 37 ad Asti, 3 a Novara, 6 a Torino, 1 a Vercelli e 4 nel Vco. Di questi, 12 sono ricoverati in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 3 all’Amedeo di Savoia di Torino. Altri 2 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva: 1 ad Asti e uno a Vercelli. Sono invece 37 le persone in isolamento fiduciario domiciliare. Finora sono 375 i tamponi eseguiti in Piemonte, 307 dei quali risultati negativi. Sono in corso di verifica 12 casi.

Dall’Istituto superiore di sanità è stato al momento confermato un solo caso, sui 51 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso istituto. Al momento, risulta ancora precauzionalmente chiuso il Pronto Soccorso di Tortona, in attesa dell’esito del test su una persona che si era presentata al triage manifestando i sintomi del “caso sospetto”.

La Regione fa sapere che sono stati portati a 200 i posti in Terapia intensiva e cheil 2 marzo  è stato effettuato l’acquisto di caschi di ventilazione, che aiutano la respirazione e permettono di avere comunque un letto con la respirazione assistita, prima necessità per chi è colpito in modo forte dal Coronavirus. Ha inoltre comunicato che sono stati censiti tutti i medici che negli ultimi anni sono andati in pensione e che proprio oggi verrà inviata loro una allerta, in modo che si tengano disponibili nel caso di bisogno. Una misura, spiega il governatore, adottata per essere pronti all'emergenza e alla sua gestione.

Al termine di un incontro con le categorie economiche il presidente della Regione ha illustrato le strategie unitarie che si intendono adottare per contribuire al rilancio dell’economia piemontese danneggiata dall’emergenza sanitaria e che saranno messe a punto entro la settimana. Si è parlato di moratoria dei mutui che le aziende hanno stipulato con Finpiemonte e di misure straordinarie, previa verifica con il Ministero per lo Sviluppo economico, per aiutare le aziende nel ricorso al credito attingendo dal Fondo di garanzia regionale (che dispone di oltre 50 milioni). Tra le misure, ancora, una rimodulazione del Fondo europeo di sviluppo regionale per la predisposizione di un piano di comunicazione straordinario dell'immagine del Piemonte, per invogliare i turisti a sceglierlo per visite e vacanze. È stato inoltre richiesto al presidente del Consiglio, nel corso di un incontro in programma mercoledì a Roma, di concedere la cassa integrazione in deroga ai dipendenti delle piccole aziende danneggiate dalla situazione, di sospendere il pagamento degli oneri contributivi e previdenziali.

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