Coronavirus a Torino e in Piemonte: salgono i contagi, stop alle lezioni in Università fino al 7 marzo

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Aggiornamenti di venerdì 28 febbraio, ore 21.30. «L’ordinanza della Regione con le misure di contenimento in scadenza domani sarà valida fino a domenica 1 marzo per recepimento del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sulle misure successive a tale data si attende la decisione del Governo che va nella direzione di una ordinanza unica e armonizzata il più possibile» si legge nel comunicato della Regione, che prosgue «Il Piemonte auspica, se possibile, un graduale ritorno alla normalità a partire dalla prossima settimana. Lunedì mattina intanto è stato convocato un incontro in Regione con le categorie produttive per istituire una cabina di regia sulle criticità provocate dalla situazione.

Intanto, l'Università degli studi di Torino fermerà le attività didattiche fino a sabato 7 marzo. «In attesa di nuove disposizioni ministeriali - si legge nella comunicazioni - le attività didattiche in presenza rimangono sospese fino a sabato 7 marzo in tutte le sedi dell'Ateneo e dei Dipartimenti, incluse le sedi extrametropolitane. Sono allo studio modalità di recupero e di didattica alternativa che saranno comunicate al più presto».

Sono una quindicina, attualmente, le persone positive al coronavirus in Piemonte. Per tutte, tranne per il 40enne torinese ospedalizzato all'Amedeo di Savoia, al momento l'unico caso conclamato, c'è attesa per l'esito delle controanalisi che verranno effettuate dall'Istituto superiore della sanità, che potrebbero anche certificare la negatività al virus.

A questi, si aggiungono le 32 persone rientrate in serata ad Asti da Alassio con due pullman, uno per le persone risultate negative alle analisi e un altro con quelle positive e asintomatiche (una ventina in totale). Tutti i pazienti verranno comunque messi in isolamento domiciliare, sotto stretta sorveglianza attiva da parte delle Asl.

Le altre 4 persone che facevano sempre parte del gruppo di piemontesi in vacanza ad Alassio sono state invece dimesse dall'ospedale San Martino di Genova: per loro è ormai passata la fase più acuta della malattie, e verranno portate alle loro abitazioni con obbligo di isolamento. È importante sottolineare che tutti i contagiati sono riconducibili al focolaio lombardo.

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