Torino, 23/08/2024.
Che cosa rende Terra Madre Salone del Gusto 2024 il più importante evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto e alle politiche alimentari?
Con l'avvicinarsi della 15ª edizione, in programma dal 26 al 30 settembre al Parco Dora di Torino, è il momento di scoprire alcuni dei protagonisti tra i tremila partecipanti provenienti da 120 paesi. Questa edizione riunisce agricoltori, allevatori, rappresentanti dei popoli indigeni, chef, giovani attivisti, espositori del Mercato e produttori di circa 180 Presìdi Slow Food.
Da regioni come il Giappone, le Filippine, l'Ucraina, Taiwan, gli Stati Uniti, il Messico, la Carinzia austriaca e l'Araba Alava nei Paesi Baschi, il tema "We are Nature" guida il percorso di Terra Madre, mettendo in luce come il cibo sia un elemento essenziale dell'identità culturale dei territori e delle comunità, esplorando tecniche e tradizioni che resistono e si trasformano nel tempo.
Tra i Laboratori del Gusto, gli Appuntamenti a Tavola e le degustazioni nella Cucina dell’Alleanza, le opportunità per scoprire nuovi sapori non mancano. Il viaggio parte dall’Africa, con il fonio e la moringa, un antico cereale e una pianta dalle notevoli proprietà benefiche, che sono i protagonisti dell’insalata indigena preparata da Wisdom Abiro, giovane chef a capo del Ghana Food Movement, una rete che unisce agricoltori, cuochi, ricercatori, nutrizionisti e imprenditori per valorizzare il cibo ghanese.
L’Alleanza dei cuochi di Slow Food in Lesotho propone un laboratorio dove piatti tradizionali come il nyekoe e il lipabi vengono presentati accanto a creazioni innovative che reinterpretano gli ingredienti indigeni in chiave moderna. Tra questi spiccano prodotti dell’Arca del Gusto, come varie tipologie di legumi – fagioli e lenticchie – e cereali come il grano, il sorgo rosso e bianco.
Anche l'America Latina è fortemente rappresentata, con i sapori vivaci del platano, frutto amidaceo originario delle regioni tropicali e pilastro della cucina tradizionale, che ha nutrito e ispirato generazioni. A esplorare le diverse versioni e creazioni di questo ingrediente sono Carlos Estevez e Jennifer Rodriguez, coordinatori dell’Alleanza Slow Food dei cuochi di Repubblica Dominicana e Colombia, in un laboratorio dedicato.
In un altro Laboratorio del Gusto, produttori ed esperti sudamericani svelano le infinite sfumature del cacao, con un approccio multisensoriale che coinvolge gusto, tatto e olfatto. Oltre al cioccolato puro, si può degustare anche il pozol, una bevanda a base di mais e cacao tipica del sud del Messico e dell’America Centrale.
Nello spazio allestito dall’Ateneo di Pollenzo, Abril Macías, alumna dell’Università di Scienze Gastronomiche, presenta la rivista gastronomica Chiù e guida il pubblico alla scoperta delle bevande dell’America Latina. In degustazione due specialità locali: il miske, un distillato alcolico ecuadoriano ricavato dall’agave andina, e la chicha, una tradizionale bevanda fermentata a base di mais.
Il viaggio continua tra Europa e Asia con l’Alleanza Slow Food dei cuochi turca, rappresentata a Torino da Serhan Hasdemir e Tülay Bayraktar Saygılı. A Terra Madre presentano due piatti che combinano sapientemente tecniche tradizionali con metodi contemporanei: l'antalya piyazi, un’insalata calda di fagioli, e un rotolo di formaggio dell’Arca del Gusto arricchito con noci di Kaman, Reyhan (un tipo di basilico viola), polvere di ceci tostati, fichi secchi bardacık e salsa di fichi freschi.
Anche la partecipazione di Slow Food Corea è notevole, con un’esperienza interattiva organizzata insieme a KORIA, l'Associazione Culturale Koreani Italiani Adottivi, che permette di esplorare le salse fermentate tradizionali del Paese, come il doenjang, una pasta fermentata di soia, e il gochujang, una salsa piccante di peperoncino, accompagnati da kimchi e doenjang-guk, una zuppa tradizionale.
All'ingresso dello spazio dedicato all'Arabia Saudita, i visitatori vengono accolti con datteri della varietà Ajwa e caffè tradizionale al cardamomo, prima di scoprire e degustare piatti che mettono in evidenza la biodiversità del Paese.
Ma a Terra Madre, l'esperienza non si limita a momenti conviviali che celebrano culture e comunità diverse. La manifestazione offre anche l'opportunità di far incontrare e dialogare realtà apparentemente lontane ma unite da obiettivi e aspirazioni comuni. Un esempio significativo è l'incontro tra i pescatori di Callao, in Perù, e i mitilicoltori del Mar Piccolo di Taranto, accomunati dalla volontà di valorizzare l'ambiente e i territori in cui operano, rispettando le tradizioni culturali.
Questo confronto culmina in una cena speciale che unisce i sapori della cozza nera tarantina, regina dei Presìdi pugliesi, con il ceviche peruviano, riconosciuto come Patrimonio immateriale Unesco. Questa combinazione dimostra come aromi e sapori diversi possano creare un connubio perfetto e come una nuova visione della cucina possa diventare un ponte tra culture e un mezzo di integrazione.
Anche gli eventi organizzati da Slow Food Ucraina riflettono questa filosofia. Nel proprio stand, Slow Food Ucraina racconta la storia di Kateryna ed Eros, vincitori del premio Slow Cheese 2023 per il loro progetto di solidarietà internazionale. Inoltre, presentano Bread for Peace, un'iniziativa nata per sostenere i piccoli agricoltori della regione di Leopoli, contribuendo alla sicurezza alimentare delle persone più vulnerabili.
Immersa nella tranquilla campagna di Rivoli, Villa La Maggiorana ospita la Cena Off, un evento speciale curato da Sean Sherman, famoso chef indigeno noto per il suo lavoro nella rivitalizzazione e promozione della cucina nativa americana.
Conosciuto anche come "The Sioux Chef", Sherman si esibisce a Terra Madre insieme a Linda Black Elk, rinomata etnobotanica esperta di piante indigene, e Alexis Nelson, celebre raccoglitrice di ingredienti selvatici. Insieme, combinano i sapori autentici del Nordamerica con i prodotti tipici della campagna italiana, creando un'esperienza culinaria unica che celebra la biodiversità e le tradizioni delle rispettive culture.
A Terra Madre, i visitatori possono fare un vero e proprio giro del mondo attraverso i prodotti di oltre 600 produttori. Questi esempi concreti di cibo rappresentano la profonda connessione tra l’essere umano e la natura.
Dallo zafferano puro dell’Afghanistan alle specialità a base di papavero di Pemak in Slovacchia, fino agli amari della distilleria statunitense Eda Rhyne, ogni prodotto racconta una storia unica.
Tra i Presìdi Slow Food, spiccano le ostriche dei mari di Bretagna e di Charente, prodotte dall'azienda francese Earl La Belle de Penerf, i formaggi irlandesi a latte crudo di Gylde Farm Produce, il gouda artigianale stravecchio dei Paesi Bassi di Boeren Goudse Oplegkaas e i prodotti a base di maiale Euskal Txerria di Urdapilleta dalla Spagna.
A Parco Dora, le personalità di rilevanza internazionale non si limitano ad animare i banchi del Mercato, ma arricchiscono anche vari spazi espositivi, come quello della Slow Food Coffee Coalition. Qui, in un ambiente che unisce didattica e convivialità, si tostano e assaggiano diverse varietà di caffè insieme a caficultores provenienti da Cuba, Messico, Honduras, Colombia, Perù, Malawi, Uganda, India, Thailandia e Filippine.
Inoltre, nelle tre Arene, si tengono incontri dove delegati, attivisti ed esperti esplorano il rapporto con la Natura da molteplici prospettive. Tra i protagonisti, Dave Goulson, professore di scienze naturali e ambientali all'Università del Sussex, noto per il suo impegno nella protezione degli insetti in via di estinzione, un lavoro che nel 2010 gli è valso il premio di Innovatore Sociale dell'Anno dal Biology and Biotechnology Research Council.
Dagli Stati Uniti, Alice Waters, chef, saggista e attivista per l'educazione alimentare, nonché proprietaria del famoso Chez Panisse a Berkeley, condividerà la sua esperienza nella creazione del progetto Edible Schoolyard, un orto scolastico coltivato dagli alunni.
Sandor Ellix Katz, uno dei massimi esperti di fermentazione, definito dal New York Times come "una delle poche rock star della scena gastronomica americana", offrirà il suo prezioso contributo. Infine, Larissa Mies Bombardi, ricercatrice e docente brasiliana, ora in esilio in Belgio a causa delle minacce ricevute dopo la pubblicazione nel 2017 dell'Atlas Geografía del Uso de Plaguicidas en Brasil y Conexiones con la Unión Europea, condividerà le sue esperienze e riflessioni.
Di Giulia De Sanctis