In occasione dell’inaugurazione del Teatro dell’Opera del Cairo nel 1871, il viceré d’Egitto commissionò all’operista più celebre del momento, Verdi, un nuovo melodramma ambientato ai tempi dei faraoni.
Così nacque Aida, un lavoro in cui templi grandiosi e parate militari fanno da sfondo a una storia appassionante di patriottismo, amore e morte. Aida è una principessa etiope fatta prigioniera dagli Egizi e trasformata in schiava; il suo cuore è diviso, perché desidera tornare nella sua terra ma ama, ricambiata, un nemico, il capitano delle guardie Radamès. I rovesci della fortuna costringono i due giovani a scegliere tra la patria e l’amore; il finale, tragico e romanticissimo, li congiungerà per l’eternità.
Con il suo esotismo, che può assumere tinte delicatissime o
sgargianti, e le sue melodie straordinarie, Aida è ancora
oggi uno dei titoli più amati. È infatti impossibile rimanere
indifferenti di fronte alla bellezza di pezzi come la Marcia
trionfale e Celeste Aida.
Il giovane Michele Gamba, molto applaudito per la grande
sensibilità che dimostra nella direzione delle opere di Verdi e di
Puccini, dirige un cast di rinomati interpreti verdiani, due per
tutti il soprano americano Angela Meade e la beniamina del nostro
pubblico Erika Grimaldi. In scena l’allestimento sontuoso del
regista premio Oscar William Friedkin, ispirato alle architetture
originali dell’antico Egitto e realizzato appositamente per il
Regio.