«Il giacimento fossilifero scoperto in Val d’Ambria rappresenta una combinazione eccezionale di fattori geologici e paleontologici che deve essere indagata e tutelata», aggiunge Stefano Rossi, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese: «questo nuovo geosito può diventare un importante caso di studio e trasformarsi in una palestra per ricercatori e studenti, nonché in un caso virtuoso di valorizzazione del patrimonio paleontologico da attuare anche con il supporto di privati».
A cosa serve tutto ciò? Il team di ricercatori è concorde: «non c’è solo interesse scientifico in queste scoperte. Certamente, per estensione e potenza delle stratificazioni, questo nuovo sito rappresenta una importante integrazione dei giacimenti di impronte fossili della medesima età, già noti nella letteratura geopaleontologica come Cisuralian tetrapod ichnoassociation, che ha reso il settore sudalpino italiano un sito di importanza mondiale. Nondimeno, questi fossili testimoniano anche un periodo geologico lontano ma con una tendenza al riscaldamento globale del tutto analogo a quello dei giorni nostri, con incremento dell’effetto serra (allora causato da immense eruzioni vulcaniche), scioglimento delle calotte polari e sviluppo di ambienti tropicali fortemente stagionali e sempre più aridi, che all’epoca favorirono i rettili rispetto agli anfibi e causarono l’estinzione di molti altri animali. Il passato ha molto da insegnarci su cosa rischiamo di combinare ora, per causa nostra, nel mondo».
Elio Della Ferrera ha un sogno: «con adeguati finanziamenti si potrebbero trasportare a valle alcuni campioni rappresentativi di rilevanza estetica, oltre che scientifica, da esporre nella sede del Parco Orobie Valtellinesi e magari
anche, come richiamo, in musei regionali più grandi, come quello di Morbegno». Anche il Museo di Storia Naturale di Milano è interessato a promuovere queste scoperte, offrendo uno spazio espositivo in una sala che, nei progetti già esistenti, sarà dedicata ai siti paleontologici lombardi.
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