Via Francigena, la seconda tappa in Lombardia da Tromello a Pavia: itinerario e cosa vedere

© flickr.com / Josef Grunig

Pavia, 15/04/2021.

Dopo la prima tappa da Palestro a Tromello, il percorso lungo la Via Francigena lombarda prosegue con la seconda delle quattro tappe che compongono gli oltre 120 chilometri del celebre itinerario europeo percorribili in Lombardia. La seconda tappa - attraversando sempre da Nord a Sud la regione - parte dunque dalla località di Tromello e arriva alla città di Pavia: un percorso di circa 32 chilometri immersi nei boschi e nel paesaggio naturale della Lomellina e del Parco del Ticino, in cui è possibile ammirare la presenza di vecchie cascine, coltivazioni di mais e risaie tipiche della Pianura Padana.

A questi tratti di sentieri del tutto campestri, si intervallano strade asfaltate in corrispondenza dei piccoli centri abitati che costellano il percorso. Comuni come quelli di Garlasco, Groppello Cairoli, Zerbolò, Villanova D’Ardenghi e Carbonara Ticino, tutti con storie da raccontare e monumenti da scoprire.  

La seconda tappa della Via Francigena lombarda inizia dunque da Tromello, paese citato dall’arcivescovo di Canterbury Gerico, che trovò accoglienza in questa località e la indicò sul suo diario con il nome di Tremel. Precisamente si parte dalla stazione ferroviaria del paese, seguendo l’apposita segnaletica marrone con l’icona del pellegrino, in direzione di Garlasco. Il percorso si sviluppa principalmente su strade di campagna, fino a quando si giunge alla cittadina di Garlasco.  

Situata sul lato sinistro del torrente Terdoppio, con oltre 9 mila residenti, Garlasco è uno dei più importanti centri agricoli e industriali del pavese. Il paese, infatti, è noto per le ricche coltivazioni di riso, mais, cereali e per la presenza di industrie legate all’agricoltura e non solo. Garlasco, però, è altrettanto noto per il Santuario della Madonna della Bozzola, meta e luogo di accoglienza dei pellegrini già dal 1465. Una leggenda narra che il luogo sacro fu costruito dopo un miracolo compiuto dalla Madonna su una giovane ragazza: la fanciulla muta, infatti, dopo aver pregato alla cappella della Vergine in trono col Bambino, recuperò la parola e annunciò a tutto il paese come la Madonna volesse la costruzione di un Santuario a protezione della zona. Prima di lasciare Garlasco è opportuno segnalare, per coloro che sono in cammino da qualche giorno, la presenza di alcune strutture di accoglienza per ricevere un pasto o passare la notte: i bed and breakfast La Casa dei Frutti di Bosco e La Casa di Nonna.  

Il cammino da Garlasco prosegue nelle campagne della Lomellina, su strade campestri tra risaie, canali d’irrigazione e casolari. Il primo centro abitato che si incontra è Groppello Cairoli, piccolo paese di circa 4 mila abitanti situato nei pressi del fiume Ticino. Tra i luoghi d’interesse ci sono di sicuro il sacrario della cappella di Palazzo Cairoli e la chiesa di San Rocco. Il primo citato è un monumento dedicato ai cinque fratelli Cairoli morti combattendo contro gli austriaci, situato nell’attuale sede del municipio e della biblioteca civica di Groppello Cairoli. La chiesa di San Rocco venne costruita nel ‘600 e fu anche utilizzata come lazzaretto durante il periodo della peste. L’edificio religioso è stato dedicato a San Rocco, perché si racconta che il santo, in pellegrinaggio verso Roma, colpito dalla peste si fermò a Groppello e fu curato da un angelo. Anche in questo piccolo centro della Lomellina, è possibile trovare riparo e accoglienza presso la parrocchia di San Giorgio Martire.  

Proseguendo il cammino verso Pavia, il percorso della Via Francigena si avvicina alla zona del Parco del Ticino. Si attraversano a questo punto tre piccoli comuni del pavese: Zerbolò, Villanova d’Ardenghi e Carbonara al Ticino. Centri abitati di poco più di mille residenti, che si contraddistinguono soprattutto per i loro paesaggi naturali e le coltivazioni di riso e mais. A Villanova d’Ardenghi si entra dopo qualche chilometro nel Parco del Ticino, con il percorso di Via Francigena che alterna tratti lungo il fiume ad alcuni su sentieri tra campi e boschi. Suggestiva in questa zona è la località Canarazzo, sulle sponde del Fiume Ticino, in cui è presente un’estesa spiaggia ghiaiosa.  

Così si arriva a Pavia, la città più grande e ricca di bellezze culturali del tratto lombardo di Via Francigena. Al capoluogo di provincia si accede passando dallo storico quartiere Borgo Ticino e attraversando il celebre Ponte Coperto, struttura di 182 metri di lunghezza e cinque arcate, che unisce le due sponde del fiume Ticino. Si arriva così in pieno centro storico, dove è possibile ammirare numerose tracce delle origini romane della città. Pavia fu anche capitale del Regno Longobardo, dominata dalla famiglia dei Visconti e presenta testimonianze anche degli Sforza. Il dominio longobardo è mostrato dalle basiliche di origine longobarda di San Michele, San Pietro in Ciel d’Oro e San Teodoro. Nella prima Federico Barbarossa fu incoronato re d’Italia nel 1155, la seconda ospita le spoglie di Sant’Agostino, mentre la terza è un grande esempio di struttura tardo romanica. La presenza dei Visconti in città è testimoniata invece dal grande Castello Visconteo, edificio del ‘300 e contenete oggi i musei civici. Si deve agli Sforza, poi, la realizzazione del Duomo, che con la sua cupola alta 97 metri (quarta in Italia per dimensioni) domina tutta la città. Per quanto riguarda i luoghi di ospitalità, Pavia presenta diverse possibilità e strutture di accoglienza. Quelle dedicate in particolare ai pellegrini sono: Angolo al Ponte, Residenza i Mille, Ostello Santa Maria in Betlem, Osteria Letteraria Sottovento e Pavia Ostello.

Dopo un buon riposo, per ripartire e proseguire il cammino sulla Via Francigena è necessario raggiungere la chiesa di San Pietro in Verzolo, appena fuori dal centro città. Qui ci parte la segnaletica necessaria per continuare con la terza tappa lombarda, in cui si attraversano altre località della provincia di Pavia. 

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