Alluvion, mostra di Mat Collishaw

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DA Martedì06Giugno2023
A Domenica15Ottobre2023

Dal 7 giugno al 15 ottobre 2023 presso la galleria M77 di Milano (via Mecenate 77) è aperta al pubblico la mostra Alluvion a cura di Danilo Eccher, dedicata al racconto dell’artista e raffinato intellettuale britannico Mat Collishaw.

Alluvion rappresenta il nuovo paesaggio plasmato dal materiale depositato dalle inondazioni d’acqua, così come i media digitali inondano la quotidianità mutando le coordinate sociali attraverso le quali viene gestita la comunicazione, rendendo gli esseri umani dipendenti da un mondo sempre più meccanizzato e guidato dalla tecnologia; immagine che si trova nella maggior parte delle opere di Collishaw.

La mostra è nata dalla volontà di indagare sul rapporto di ambiguità che caratterizza le opere di Collishaw, il quale concentra la sua poetica sulle infinite possibilità percettive dell’immagine creando opere capaci di calamitare con forza l’attenzione dello spettatore, attraendolo grazie alla loro bellezza, per poi condurlo negli antri oscuri del suo immaginario. La bellezza per Collishaw, dunque, non sempre rappresenta la verità e bontà, ma può, al contrario, avere a che fare con il male.

L’artista, tra i massimi esponenti della Yba - Young British Artists e celebre per il suo immaginario visivo perturbante, introduce così lo spettatore all’interno di uno scenario visivo multipercettivo e sensoriale nel quale convivono la vita e la morte, la luce e le tenebre. Un incontro, un dialogo tra opere e pubblico che l'artista pone su un confine sottile ed interrogativo, che lo avvolge in un mondo in bilico tra il familiare e lo scioccante, il poetico ed il morboso.

Oltre 25 sono le opere esposte presso la galleria M77, che grazie ad una curatela di tipo narrativo danno vita ad una dimensione ed effetto museale. Fotografie, dipinti e opere in 3D che ripercorrono la produzione più significativa di Collishaw per il quale centrali sono i temi dell'illusione e del desiderio. Opere accessibili e immediate che permettono una facile comprensione da parte del pubblico; compatte e semplici all’apparenza, ma cariche e stratificate al loro interno.

Tema ricorrente nei suoi lavori è quello della violenza, come nello zootropio All Things Fall, ispirato al dipinto di Ippolito Scarsella Il massacro degli innocenti. Collishaw è affascinato dalle ragioni dell’attrazione umana verso le violenze, da lui giudicate non del tutto negative perché legate al fine ultimo di imparare e migliorarsi: per tale motivo prova a coinvolgere il pubblico sottoponendogli delle immagini violente e portandolo poi ad interrogarsi sul perché ne sia stato attratto.

Tra le sue opere più significative The Machine Zone, un'installazione di uccelli robotici che eseguono un algoritmo di azioni ripetitive. L'opera fa riferimento agli esperimenti degli anni Cinquanta dello psicologo americano B. F. Skinner, che analizzò il comportamento di piccoli animali guidati da un sistema di ricompensa, dimostrando che la ricompensa casuale crea una sorta di incertezza costante che incoraggia un ciclo comportamentale, meccanismo che è anche all’origine degli algoritmi che guidano le interazioni nell’era dei social media.

Controverse sono le immagini originali che compaiono nei dipinti di Palantir, fotografie in visione notturna emerse durante il periodo del lockdown, quando tutto era silenzioso all'esterno e il rumore era determinato quasi esclusivamente dai media digitali. Molte opere proposte da Collishaw appaiono legate ad un’estetica basata sull’opposizione tra la sensualità della carne e la brutalità del supplizio, opposizione che genera nello spettatore un cortocircuito di sentimenti contrastanti e che conferisce all'opera un'aura quasi mistica. La presenza di questa spiritualità latente dell'immagine si fa più dichiarata nella celebre serie di fotografie Last Meal on Death Row, nature morte dai toni cupi raffiguranti gli ultimi pasti dei condannati a morte negli Stati Uniti, dove l'evocazione dell'Ultima Cena compiuta da Cristo prima di affrontare il martirio della croce è immediata. ll substrato religioso che attraversa tutte le opere non è mai però vissuto cristianamente, inquadrato nell'ottica salvifica di una redenzione futura, quanto piuttosto presentato come elemento in sé perturbante e connaturato all'esistenza umana.

L'inaugurazione è fissata per le ore 19.00 di martedì 6 giugno. La mostra è poi visitabile nei seguenti orari di apertura: dal martedì al sabato, dalle ore 11.00 alle 19.00; domenica e lunedì chiuso. Ulteriori informazioni via email o telefonando al numero 02 84571243.

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