Incompiute: Orchestra Sinfonica di Milano in concerto, dirige Víctor Pablo Pérez

Miguel Angel Fernandez
Auditorium di Milano Cerca sulla mappa
DA Giovedì09Febbraio2023
A Venerdì10Febbraio2023

Il non-finito è il fil rouge che fa da base al programma di giovedì 9 e venerdì 10 febbraio 2023 (rispettivamente alle ore 20.30 e alle ore 20.00) all'Auditorium di Milano intitolato appunto Incompiute, in cui l'Orchestra Sinfonica di Milano abbina la Sinfonia n.8 in Si minore D 759 di Franz Schubert e la Sinfonia n.9 in Re minore di Anton Bruckner, con lo spagnolo Víctor Pablo Pérez sul podio.

Ottava di Schubert e Nona di Bruckner devono la loro incompiutezza in motivazioni diverse. Se la prima, datata 1822, fu iniziata a scrivere proprio con l’intenzione di non essere completata e a restare l'Incompiuta per antonomasia. Per decenni se ne ignorò completamente l'esistenza e rischiò di andare perduta per sempre. Dal momento che primo e secondo movimento risultano completi di tutti i particolari, Alfred Einstein ipotizzò che «Schubert aveva già scritto troppe opere compiute per potersi accontentare di qualcosa di inferiore o anche solamente di più ovvio». Altra ipotesi più concretamente realista sostiene che l’autore la accantonò non vedendo alcuna reale possibilità di esecuzione. Ma come si spiega allora la compiutezza della sinfonia successiva, La Grande? Domande a cui nessuno può rispondere, ma che gettano un manto di fascino inestimabile all’Ottava di Schubert, la cui non completezza, tuttavia, sicuramente non è da imputare alla morte del compositore.

Motivazione possibile invece nel caso dell’altra sinfonia in oggetto, la Sinfonia n.9 in Re minore di Bruckner, monumento sinfonico datato 1896 (anno della morte del compositore austriaco), che in maniera quasi testamentaria indica una speciale dedica Dem lieben Gott, ovvero Al buon Dio, quasi a sottolineare un congedo dal mondo terreno, rivolgendosi all’ultimo e unico interlocutore ormai possibile, come osservò acutamente Sergio Martinotti, uno dei più autorevoli studiosi bruckneriani della storia. Quattro movimenti che paiono in effetti nella loro grandiosa, appunto, compiutezza semantica conchiusi di per sé stessi, quasi suggerendo una sorta di impossibilità di proseguire oltre l’ultimo movimento, una sorta di struggente congedo dal mondo.

Del resto, il non-finito, nell’arte in generale, è una vera e propria tecnica, che affonda le sue radici in una postura estetica che cerca un vero e proprio effetto desiderato, che vuole valorizzare alcuni aspetti specifici del prodotto artistico. Così operò ad esempio Michelangelo nello Schiavo barbuto o nella Pietà Rondanini, opere che dichiaratamente sembrano non emergere del tutto dal blocco di pietra o marmo che dà loro vita, ma si fondono in un tutt’uno, creando una miscela di corpo, tecnica e anima. Così in musica, Víctor Pablo Pérez porta il pubblico insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano all’interno di due partiture piene di significato, dense di senso, così autenticamente permeate delle personalità dei due compositori.

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