Mario Nigro, a Milano la più grande mostra a lui dedicata, tra Palazzo Reale e Museo del Novecento: info, orari, biglietti

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Milano, 14/07/2023.

Apre i battenti venerdì 12 luglio 2023 a Milano la più ampia rassegna mai dedicata a Mario Nigro (Pistoia 1917 – Livorno 1992), protagonista della scena artistica italiana del ’900: due le sedi che ospitano la mostra, Palazzo Reale (fino a domenica 17 settembre) e Museo del Novecento (fino a domenica 5 novembre)

Promossa da Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale, Museo del Novecento e Eight Art Project, la mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio Mario Nigro e curata da Antonella Soldaini e Elena Tettamanti: si intitola Mario Nigro: Opere 1947-1992 e accoglie oltre 140 opere dal 1947 sino all’ultima del 1992 tra dipinti, lavori tridimensionali, su carta e una vasta selezione di documenti e comprende opere esposte alle Biennali di Venezia del 1964, 1968, 1978, 1982, 1986 e alla X Quadriennale di Roma del 1973. 

Oltre alle due sedi di Palazzo Reale e Museo del Novecento è inoltre da segnalare che al Pac - Padiglione d'Arte Contemporanea, nell'ambito della mostra Performing Pac: Dance with me To the End of Love dedicata al rapporto tra arte e memoria in occasione del trentennale della strage di via Palestro, fino a domenica 10 settembre si può ammirare l’opera Senza titolo (1952) di Mario Nigro, esposta nella sezione focalizzata sulla ricostruzione dell’attentato allestita come una grande timeline. Venerdì 25 luglio al Pac è anche in programma la conferenza tematica Esercizi di memoria: Mario Nigro 1993 dedicata all’attentato di matrice terroristico-mafiosa del 27 luglio 1993, che, oltre agli spazi del Pac, distrusse un’opera di Mario Nigro e danneggiò altri suoi lavori che dovevano essere esposti in un’antologica dedicata all’artista scomparso un anno prima.

Torniamo però ora alla mostra Mario Nigro: Opere 1947-1992 partendo dalla sezione allestita a Palazzo Reale: il percorso segna i diversi momenti stilistici dell’artista e si sviluppa attraverso otto sale del piano nobile di Palazzo Reale che ripercorrono l’attività di Nigro con dipinti e lavori tridimensionali realizzati a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta: opere testimoni di un linguaggio artistico sperimentale e di un deciso orientamento verso le strutture compositive astratte e geometriche. Dalle prime opere che suggeriscono già un orizzonte tematico segnato dai concetti di ritmo, forme e spazio, ricorrenti nella ricerca dell’artista, frutto dei suoi studi scientifici e della sua conoscenza delle strutture compositive musicali fino al ciclo più originale dello spazio totale dove, a partire dal 1952, si avverte la necessità di andare oltre le questioni di tipo formale e di lasciare spazio a tematiche più espressamente esistenziali.   

Con l’introduzione tra il 1962 e il 1964 di una nuova dinamica percettiva attraverso la tecnica del collage, così da attenuare la struttura a griglia che aveva fino ad allora connotato la sua produzione, prende avvio la nuova serie dei collage vibratili presentati alla XXXII Biennale di Venezia del 1964 a cui partecipa su invito di Lucio Fontana.  A partire dalla metà degli anni Sessanta, Nigro coniuga la libertà cromatica con l’esigenza di ottenere una maggiore strutturazione geometrica, instaurando così un dialogo vitale con l’architettura. Alla tipologia di opere a carattere ambientale appartiene l’opera Dallo spazio totale: componibile in 7 pezzi in contrasto simultaneo di progressioni ritmiche (1965), che racchiude un valore simbolico particolare nella sua storia: l’opera è simile a Dallo spazio totale Totem, 1954-1956 (1965), lavoro andato distrutto durante l’attentato del 1993 al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.

Con il ciclo tempo totale si sviluppa l’attività pittorica che va dal 1966 al 1979 dove la linea diventa protagonista del linguaggio. Le opere definite dallo stesso artista strutture fisse con licenza cromatica, sono caratterizzate dal dialogo tra il segno-colore e lo sfondo a campitura monocromatica e trattano anche il tema dell’amore, vissuto sia come pulsione sessuale sia come desiderio romantico. Alla fine degli anni Settanta risalgono le opere di impronta metafisica in cui una sola linea suddivide asimmetricamente i pannelli e il cui fondo è connotato da un colore nei toni del verde, lilla, azzurro-blu, rosso come Dalla metafisica del colore: i concetti strutturali elementari geometrici, Ettore e Andromaca (1978) esposta alla Biennale di Venezia dello stesso anno.  

L’assoluta centralità della linea prosegue nelle nuove ricerche dei terremoti e degli orizzonti. In questo ultimo caso il tracciato non tocca le estremità della tela, ma si interrompe prima ad enfatizzare un senso di solitudine. Abbandonata la logica precisa e rigorosa, la sua pittura si fa sempre più introspettiva fino a segmentare la linea nella sua unità inscindibile, il punto. Dal 1987 fino al 1992, anno della sua scomparsa, si assiste ad un infittirsi di cicli pittorici. Dai ritratti basati sulla riflessione sull’azione del dipingere ai dipinti satanici in cui la pennellata si impone come una solida colonna che riempie quasi completamente il campo e dove il colore si fa più drammatico per approdare negli ultimi anni della sua vita, riattivando l’interesse per una tavolozza chiara, alle strutture, realizzate tra il 1990 e il 1992 di cui sono presenti in mostra 6 strutture (1991) e 25 strutture (1992), l’ultima opera dipinta dall’artista.

Nello Spazio Archivi del Museo del Novecento è invece esposta una vasta selezione di documenti ed è possibile approfondire la conoscenza di lavori su carta. Tra i materiali di documentazione provenienti dall’Archivio Mario Nigro, alcuni mai esposti in precedenza, sono presenti appunti, lettere, brochure, cataloghi e inviti, testi dell’artista relativi al ciclo spazio totale, alcuni scatti di fotografi, tra cui Aurelio Amendola, Nataly Maier, Maria Mulas e Ugo Mulas.

L’opera su carta emerge come un luogo centrale e ricorrente del suo percorso multiforme, di cui si può considerare laboratorio di pensiero, incubatrice d’idee e officina d’immagine. La sequenza di opere su carta, che si lega idealmente a quanto presentato nella mostra a Palazzo Reale, permette di seguire i diversi cicli pittorici dell’opera dell’artista. In particolare, sono esposti esempi della serie denominata pannelli a scacchi e preziosi disegni, che sono la genesi da cui Nigro sviluppa il ciclo dello spazio totale, tutti concepiti negli anni Cinquanta. Al tempo totale, iniziato nella seconda metà degli anni Sessanta, ai terremoti, ideati tra il 1980 e il 1981, fino agli orizzonti e alle orme, risalenti agli anni Ottanta, alle meditazioni e alle strutture, eseguite negli anni Novanta, si riferiscono i lavori realizzati con tempera, pastello e acquarello su carta intelata che hanno permesso all’artista di raggiungere notevoli dimensioni, pur rimanendo nell’ambito dell’opera su carta. 

La sezione della mostra allestita a Palazzo Reale (piazza Duomo 12) è visitabile a ingresso gratuito nei seguenti orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, 12.00-19.30; giovedì 12.00-22.30; lunedì chiuso (ultimo ingresso sempre 30 minuti prima della chiusura).

Il Museo del Novecento (piazza Duomo 8) prevede invece un biglietto di ingresso pari a 10 euro (ridotto 8 euro), che consente l'acceso alle mostre temporanee e alla collezione permanente. Questi gli orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, 10.00-19.30; giovedì 10.00-22.30; lunedì chiuso (ultimo ingresso sempre 30 minuti prima della chiusura).

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