African Oriental Craft, arredamento etnico a Milano dal 1965: artigianato dal mondo all'ombra del Bosco Verticale

Bernadette Hanna / mentelocale.it

Milano, 05/06/2023.

Il rapporto dei milanesi con il medioriente non era mai stato così fitto e intenso prima che, nel 1965, Giovanni Primo decidesse di aprire African Oriental Craft, tappa numero 60 del tour delle botteghe storiche di Milano di mentelocale.it. Nota anche con l'acronimo Aoc, la boutique ha sede in via Federico Confalonieri 34, all'ombra del Bosco Verticale, ed è un vero e proprio punto di incontro tra Oriente e Occidente.

A introdurmi nel variegato ed esotico mondo di African Oriental Craft è Christian, figlio di Giovanni Primo e di sua moglie Marina, subentrato ai genitori nella gestione della bottega. «Mia nonna era eritrea e mio nonno italiano: dal momento che erano residenti altrove, lo Stato aveva notificato a mio padre il servizio di leva obbligatoria, quindi lui è venuto in Italia, ha fatto il militare e successivamente si è messo a commerciare». All'inizio Giovanni andava nei mercati e girava le fiere, poi la sua passione per i viaggi l'ha portato in Africa e in Oriente, dove ha conosciuto il vero artigianato dei paesi visitati.

«Tutto quello che si trova qui è fatto totalmente a mano nei paesi da cui importiamo», spiega Christian: «compriamo e rivendiamo solo l'artigianato specifico, quello che narra la storia dei popoli locali, così diamo loro la possibilità di continuare a produrre ma anche di farsi conoscere al di fuori dai propri paesi. Molti oggetti sono stati scoperti grazie a mio padre, che è stato il primo a introdurre a Milano cose che prima non si conoscevano».

African Oriental Craft dialoga costantemente con Eritrea, Tanzania, Indocina, Pakistan, Nepal e Turchia come princpali paesi fornitori. L'oggettistica venduta all'interno del negozio - quadri, bigiotteria, mobili, tessuti e molto altro ancora - è distribuita su un unico piano che occupa una superficie di 500 mq. Varcando per la prima volta la soglia del negozio, mi sono imbattuta in buffi esemplari in legno, mentre i miei abiti sono rimasti impregnati di un intenso profumo di incenso. «Il nostro non è il classico incenso sottoforma di bastoncini, ma è quello ottenuto in grani dalla resina dell'albero. Lo importiamo dall'Oman, il migliore produttore di incenso di alta qualità, dall'odore e dalla consistenzia simili a quello che viene bruciato in chiesa».

L'offerta è vasta e variegata, pertanto descriverne le peculiarità sarebbe impresa ardua: basti sapere che ci sono tanti prodotti a cui la clientela è da sempre affezionata, come i tappeti in legno di palma realizzati dai Tuareg della Mauritania oppure i mèzzeri. Questi ultimi corrispondono al nostro copriletto e sono realizzati con la tecnica del block print, «che consiste nell'usare blocchetti di legno imbevuti di inchiostro per trasferire figure fantasiose direttamente sul tessuto, spesso di lana o in cotone», spiega Christian. Di recente, un cliente ha ricomprato un mèzzero perché il gatto glielo aveva graffiato, ma lo stava usando da quasi vent'anni, segno che qualità e ricercatezza sono tra le caratteristiche principali dei prodotti di Aoc.

A proposito di clienti, Christian racconta di quanto il passaparola sia stato importante soprattutto nei primi anni di apertura, quando il locale si trovava in zona Porta Venezia. «Noi siamo nati come grossisti, infatti all'inizio vendevamo solo a negozianti e venditori ambulanti, solo dopo ci siamo affacciati al pubblico, anche grazie al fatto di essere un punto di riferimento per molti. Isola ha comunque portato passaggio di gente nuova perché è una delle zone più ricercate di Milano, tant'è che abbiamo avuto la fortuna di vendere porte per alcuni appartamenti del Bosco Verticale».

Tra la gente di passaggio che è venuta ad acquistare da African Oriental Craft ci sono state persone di un certo calibro, soprattutto stilisti. Una cliente che Christian ricorda con affetto e simpatia è la compianta giornalista e direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani, assidua frequentatrice del negozio. Infine, un'altra grande soddisfazione è stata la possibilità di vendere dei bastoni alla troupe del film La passione di Cristo di Mel Gibson.

Di Bernadette Hanna

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