Ritratti della Milano Romantica, mostra con opere di Francesco Hayez

Francesco Hayez, L’incoronazione di Gioas, 1840 circa (per gentile concessione della Galleria W. Apolloni e della Gallerie Brun Fine Art)
Palazzo Borromeo D’Adda Cerca sulla mappa
DA Giovedì13Novembre2025
A Sabato13Dicembre2025

Valorizzare Milano come Capitale del Romanticismo italiano: è questo l’obiettivo della mostra Ritratti della Milano Romantica, in programma dal 13 novembre al 13 dicembre 2025 presso gli ambienti storici di Palazzo Borromeo D’Adda, nel cuore di Milano (via Manzoni 41). L'apertura al pubblico è a ingresso libero dal lunedì al sabato, in orario 11.00-13.00 e 14.00-18.00.

Allestita presso il salone dei ritratti al piano nobile del palazzo - che ha sempre avuto la vocazione di luogo di incontro di artisti e letterati -, la mostra è nata dalla collaborazione tra le gallerie W. Apolloni e Brun Fine Art e celebra la città nell’epoca in cui, in letteratura, dominava Alessandro Manzoni, in musica Giuseppe Verdi, e in pittura Francesco Hayez, artista che più di ogni altro seppe incarnare lo spirito e la sensibilità romantica.

L'esposizione include  otto dipinti di Francesco Hayez - tra le pochissime opere ancora in mani private - accanto a otto disegni di grande raffinatezza. Sono alcune delle opere più affascinanti dell’artista, indiscusso interprete del Romanticismo. Nella sua lunga vita è stato protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. La sua è stata una vita eccezionale sia dal punto di vista personale, sia sul versante di una strepitosa carriera che lo ha visto dialogare con i grandi artisti del suo tempo, cultori, letterati e musicisti.
Celebrato da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, Hayez ha condiviso con Manzoni e Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale. Pittore civile, interprete dei destini della neonata nazione italiana, capace di estendere il respiro della sua pittura dalla storia all’attualità politica, è stato anche tra i più grandi ritrattisti di tutti i tempi, che ha saputo interpretare con la sua produzione lo spirito della propria epoca. I suoi moltissimi amori e un grande slancio vitale sono documentati dalla sua pittura che ha espresso una serie di valori universali, celebrando la bellezza femminile e la forza dell’amore.

Tra i dipinti in mostra spiccano il precoce Giuseppe spiega i sogni e L’educazione di Achille entrambi realizzati durante il soggiorno di formazione dell’artista a Roma, dove Hayez ha goduto della protezione e dell’amicizia di Antonio Canova, straordinario ambiente di incontro internazionale, che gli dischiuse gli ultimi orizzonti dell'esperienza neoclassica. C'è poi Gioas re a sette anni, altra versione del dipinto oggi al Museo Revoltella di Triese, nel quale la rievocazione di un mondo lontano e affascinante, scenario di drammatici eventi di storia antica, è affidata alla resa dei costumi e delle ambientazioni. Un altro piccolo, ma prezioso, dipinto inedito di Hayez è quello della Maddalena Penitente, che costituisce un’aggiunta al catalogo dell’artista, relativamente ad un tema come quello della rappresentazione di questo soggetto che, derivato da Canova, è stato da lui prediletto negli anni Venti e Trenta. Quindi l’opera si inserisce, con accenti assolutamente originali, in una prestigiosa serie che vede il suo inizio nel 1825, quindi nel momento dell’affermazione a Milano come protagonista del movimento romantico.

Particolarmente significativa è poi la presenza del bozzetto per La Sete dei Crociati sotto le mura di Gerusalemme, la sua opera più ambiziosa e impegnativa, che il pittore aveva programmato come il suo capolavoro, eseguita tra il 1833 e il 1850 e destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora ammirare. Completa il percorso una statuetta in gesso di Alessandro Puttinati, parte della celebre serie di piccoli ritratti da scrivania che l’artista dedicò, a partire dal 1831, ai protagonisti della vita culturale milanese: l’effigie di Hayez, alta poco meno di 37 centimetri, lo ritrae con pennello e tavolozza alla mano, eppure riesce a restituire una presenza imponente, quasi monumentale, una qualità che richiama il celebre monumento in bronzo di Francesco Barzaghi, eretto accanto al Palazzo di Brera.

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