Dal 9 ottobre al 2 novembre 2025 presso la Casa della Memoria di Milano (via Confalonieri 14) è aperta al pubblico la mostra personale dell'artista e performer Giovanni Gaggia dal titolo Com’è il cielo in Palestina? a cura di Susanna Ravelli e la direzione generale di Maria Fratelli. L’allestimento della mostra si intreccia con la struttura degli archivi verticali presenti in sede, proponendo una riflessione civile e poetica sull’urgenza etica di prendere posizione attraverso l’arte contemporanea.
Lontano da ogni retorica, il progetto costruisce un archivio dell’oggi che dialoga con i documenti storici custoditi nella Casa della Memoria. Durante l’esposizione, gli archivi verticali restano volutamente coperti: un gesto simbolico contro tentativi di manipolare la storia, monito sui rischi di una democrazia fragile.
Il progetto prende avvio alla fine del 2023, dopo l’attentato del 7 ottobre contro la popolazione israeliana. A seguito di questo evento, infatti, Gaggia (Pergola, 1977), impegnato con la mostra L’Oro Blu per Pesaro 2024, concepisce l’idea di trasformare una cornice vuota del Museo dei Bronzi Dorati di Pergola in un ponte simbolico verso Gaza. Da qui nasce la domanda, ricamata in arabo da donne della comunità di Pergola, il paese dove vive l’artista, su un primo arazzo: Com’è il cielo in Palestina?. Le prime risposte arrivate dalla Striscia, nel marzo 2024, danno origine a un secondo arazzo, presentato a Cremona in collaborazione con il collettivo Palestina Animada. Da allora il progetto si è ampliato: nuove testimonianze sono state raccolte e ricamate da comunità di diverse città italiane e il lavoro è cresciuto fino alla grande installazione di 18 metri esposta a Milano.
Il progetto è concepito come pratica collettiva e diffusa: le risposte possono essere adottate e ricamate anche senza la presenza diretta dell’artista. Questa dimensione partecipativa ha portato il lavoro a confluire nel Global Movement to Gaza e a intrecciarsi con iniziative di solidarietà, tra cui la partenza simbolica della Global Sumud Flotilla, navi cariche di aiuti per Gaza. Le coperte ricamate diventano manifesti di memoria, resistenza e speranza condivisa, riaffermando la scelta etica e politica dell’artista: «Io non ci sto».
La potenza del lavoro di Giovanni Gaggia scuote le coscienze e invita a una disobbedienza politica contro l’inerzia e la rassegnazione. Ogni coperta diventa bandiera e voce collettiva, capace di emergere dal frastuono della violenza, portando il suo messaggio di solidarietà. Le frasi, mantenute nella lingua originale, raccontano dolore, privazione e assedio, ma anche la speranza di un cielo condiviso che supera muri e confini. Nei ricami si intrecciano occhi, memorie e cuori di molte mani, in un mantra di pace e comunanza, pronto a viaggiare dalla Casa della Memoria verso altri luoghi per diffondere resistenza, amicizia e sostegno.
La mostra è prodotta da Centro Itard Lombardia con il supporto della Direzione Cultura del Comune di Milano - Unità Progetti speciali e Fabbrica del Vapore. L'ingresso è gratuito dal martedì alla domenica in orario 10.30-18.00 (lunedì chiuso). Dopo la tappa milanese, il progetto continuerà il suo viaggio in diverse città italiane: Potenza, Catania, Savona, Pesaro, Jesi e Torino. Al termine dell’esposizione presso la Casa della Memoria sarà pubblicato un catalogo; seguirà un libro-diario di bordo che raccoglierà testimonianze, tappe e materiali legati al progetto. Ulteriori informazioni via email.