Lucio Fontana, Concetto spaziale, Forma, 1957 © Fondazione Lucio Fontana, Milano, by Siae 2025
Dal 20 settembre al 21 novembre 2025 i nuovi spazi della galleria Thaddaeus Ropac Milan, a Milano presso Palazzo Belgioioso (piazza Belgioioso 2) ospitano la mostra Georg Baselitz & Lucio Fontana: l'aurora viene, dedicata alle opere di Georg Baselitz e Lucio Fontana, che ripercorre l’interesse di lungo periodo, mai esauritosi, di Baselitz verso il lavoro del maestro italo-argentino.
L’esposizione è un dialogo tra Baselitz e Fontana e presenta opere prestate dallo studio di Baselitz accanto al prestito di nuclei di lavori provenienti dalla Fondazione Lucio Fontana. Fontana ha esercitato un ruolo fondamentale nel lavoro di Baselitz, che ha uno studio in Italia, mentre Fontana ha vissuto e lavorato per gran parte della sua vita a Milano, dove ha anche esposto per la prima volta i suoi lavori nel 1931.
La selezione di opere di Baselitz presentata in mostra attraversa lo scorso decennio e include una nuova scultura monumentale in bronzo e una serie di ritratti recenti le cui figure sospese appaiono uscire dalla profondità, facendo eco all’esplorazione di Fontana su ciò che si estende oltre la tela. I centri scuri delle prime opere di Baselitz - una serie iniziata nel 2015 in un periodo di intensa riflessione sul lavoro di Fontana - fanno riferimento agli innovativi tagli, o fendenti, realizzati da Fontana. Un'opera di questa serie, Aurora viene (2015), conferisce un titolo cosmico alla mostra, evocando la dimensione infinita che si estende oltre la tela.
Le opere di Fontana esposte in mostra comprendono sculture barocche risalenti al 1937 e una selezione di Concetti spaziali degli anni Cinquanta e Sessanta, che testimoniano il suo lavoro sia prima che dopo la formalizzazione della teoria dello Spazialismo. In particolare, la mostra include alcune delle iconiche Attese degli anni Sessanta, insieme a esempi chiave delle serie Gessi (1954-58) e Inchiostri (1956-59), oltre a una straordinaria Fine di Dio (1963-64), la cui forma ovale rappresenta al tempo stesso l'origine e l'assoluto.
Anche nei tagli e nelle forme organiche presenti nelle opere degli anni Cinquanta emerge una suggestione di forma e materia che veicola significati filosofici e fisici posta a confronto con la disarmante intimità corporea dei corpi messi a nudo da Baselitz. Riuniti in mostra, questi due nuclei espositivi appartenenti a Baselitz e Fontana danno vita a un dialogo. Da questo confronto emerge il senso latente dell'unione tra cosmico e corporeo che si cela sotto la superficie delle opere dei due artisti, entrambi impegnati nell’esplorazione dell'infinita materia oscura.