La storia del Festival di Re Nudo ha inizio in provincia di Palermo nel 1971, quando il giornalista e fotografo Carlo Silvestro con l’allora compagna Silvia Fardella del Living Theater di New York apre a Terrasini una Comune. La comunità, che ha sede a Villa Fassini, dimora nobiliare in stile Liberty che era stata proprietà della famiglia Florio, è uno spazio di assoluta sperimentazione dove ciò che è stato trasmesso dalla scuola, dalla famiglia o anche dalla chiesa, viene messo da parte, perché s’inventano un modo diverso di osservare e vivere le cose. La Comune è frequentata da attori, giornalisti, scrittori, poeti: in breve tempo nasce l’idea di un Festival alternativo, in controtendenza con il disinteresse della sinistra extraparlamentare nei confronti della musica rock; lo slogan è Facciamo che il tempo libero diventi tempo liberato.

© Fabio Maria Minotti
È il 1974 quando il Festival di Re Nudo conquista la città di Milano e approda al Parco Lambro per cinque giornate che coinvolgono un pubblico di circa 100 mila persone che va dai militanti extraparlamentari, ai semplici appassionati di musica, studenti, operai, artisti, femministe, freakettoni, turisti, curiosi, giornalisti e i sociologi arrivati per studiare il fenomeno.
Il Festival di Re Nudo è stato un evento fondamentale per i giovani nella metà degli anni Settanta, un patrimonio culturale durato solo sei anni, dal 1971 al 1976, ma che ha lasciato il segno anche negli anni a venire. Eventi ai quali sono stati dedicati libri, documentari, studi sociologici. Re Nudo, rivista nuovamente tornata a fare sentire la propria voce, l'ha riportato alla luce.