La cartella fantasma di Giulio Einaudi: 22 litografie originali (1950), mostra

Giulio Einaudi © Giovanni Giovannetti
Biblioteca di via del Senato Cerca sulla mappa
DA Mercoledì27Novembre2024
A Venerdì06Dicembre2024

Dal 28 novembre al 6 dicembre 2024 presso la Biblioteca di via del Senato, a Milano in via del Senato 14, è aperta al pubblico la mostra La cartella fantasma di Giulio Einaudi: 22 litografie originali (1950), a cura di Andrea Tomasetig

Stampata nel 1950 in soli 50 esemplari e destinata a selezionati omaggi in occasione della coeva Biennale, la cartella fantasma di Giulio Einaudi include 22 litografie originali di grande qualità. Per l'occasione vengono esposte tutte le grafiche, due per ognuno degli undici artisti presenti: Afro, Birolli, Bordoni, Cassinari, Mirko, Moreni, Morlotti, Pizzinato, Santomaso, Treccani, Vedova.

Giulio Einaudi con la cartella di litografie dei maggiori artisti emergenti dell’epoca, legati per lo più all’astrattismo, si inserisce nell’intenso dibattito artistico di quegli anni, privilegiando la linea dell’astrazione anziché del prevalente realismo. Non solo, compie allo stesso tempo un’operazione di promozione internazionale della giovane arte italiana. La cartella esposta - di assoluta rarità, ignota perfino alla casa editrice e mai apparsa nella sua interezza sul mercato antiquario - illumina una vicenda rimasta fino ad oggi in ombra e conferma la statura di un editore ambizioso e indipendente.

L'inaugurazione della mostra è fissata per le ore 17.00 di mercoledì 27 novembre; l'esposizione è poi visitabile a ingresso gratuiito fino a venerdì 6 dicembre, dal lunedì al venerdì in orario 9.30-13.00 e 14.30-18.00.

La mostra si svolge in occasione dell'acquisizione da parte della Fondazione Biblioteca di via Senato della la collezione Claudio Pavese dedicata ai libri Einaudi 1933-1983: 4343 libri e riviste, raccolti nel corso di vari decenni, che documentano la produzione della più importante casa editrice italiana dal punto di vista culturale e della grafica editoriale.

L’artefice dell’impresa bibliofila è il torinese Claudio Pavese (nessuna parentela con lo scrittore), che ha saputo coniugare tra loro doti diverse: la competenza sui contenuti editoriali insieme alla conoscenza di prima mano dell’evoluzione della grafica editoriale Einaudi, modello di riferimento in Italia e non solo. Il tutto accompagnato da passione e metodo volti alla ricerca delle rarità e degli esemplari migliori. La collezione è un unicum organico senza eguale e ora è consultabile da studiosi e semplici appassionati.

La collezione Claudio Pavese, che si configura come unica per importanza e completezza, comprende 4343 volumi Einaudi con tutte le 92 collane (a puro titolo di esempio, i Coralli, la Collana viola, i Gettoni, i Libri per ragazzi, Einaudi Letteratura, Centopagine e Tantibambini), complete di tutto il pubblicato quelle più importanti e ben rappresentate le altre. Sono, inoltre, presenti le collane sperimentali che hanno avuto la vita breve di un solo volume, forse quelle meno conosciute. E, ancora, le 20 riviste edite nel corso degli anni, anche quelle addirittura mai citate nel catalogo storico Einaudi del 1983.

L’attenzione è stata sempre duplice. Da una parte rivolta agli sviluppi estetico-formali del libro: il racconto meticoloso di ogni svolta grafica, di ogni creazione stilistica, periodo per periodo, collana per collana, per descrivere quella che Claudio Pavese chiama la bellezza di una casa editrice che si rinnova sempre. Dagli eroici anni Trenta debitori della lezione razionalista di Frassinelli, passando per le sovraccoperte dipinte di Francesco Menzio, l’apporto degli artisti di Corrente, il costruttivismo di Max Huber e Albe Steiner, fino all’ultima gloriosa lunga stagione di Bruno Munari e all’arrivo del giovane Giulio Paolini. L’altro aspetto indagato sono le grandi scelte editoriali in termini di contenuti in un’ottica internazionale, dalla letteratura alle arti, dalle scienze alla saggistica e ai libri per bambini e ragazzi, volumi su cui si sono formate generazioni di lettori.

Vi sono, infine, numerose sezioni speciali, tra cui quelle dedicate al contesto cultural-editoriale torinese delle origini (da Gobetti a Slavia, da Ribet a Frassinelli) e a quello italiano degli anni Trenta e Quaranta, ai libri radiati dal catalogo perché stampati su pressione del regime fascista o all’epoca del commissariamento durante la Repubblica Sociale Italiana, alla storia del marchio con il celebre struzzo e alla comunicazione dentro e fuori le librerie. Vicende spesso ricostruite nei vari libri che Claudio Pavese come studioso ha pubblicato negli anni.

Continua la lettura

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Milano e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter