Dal 26 settembre al 5 ottobre 2024 va in scena per cinque rappresentazioni al Teatro alla Scala di Milano (via Filodrammatici 2) L’Orontea di Antonio Cesti.
È la prima volta che questo titolo, e qualsiasi titolo di Cesti, viene rappresentato al Piermarini, ma il Teatro alla Scala ne produsse una pionieristica edizione nel 1961 per gli spazi ridotti della Piccola Scala. La nuova produzione, che si inserisce nel progetto di riscoperta del melodramma italiano delle origini voluto da Dominique Meyer e che ha portato in scena negli anni scorsi La Calisto di Francesco Cavalli e Li zite ngalera di Leonardo Vinci, è diretta da Giovanni Antonini con la
regia di Robert Carsen, scene e costumi di Gideon Davey e luci dello stesso Carsen insieme a Peter van Praet.
In palcoscenico Stéphanie d’Oustrac è Orontea, Francesca Pia Vitale Silandra, Carlo Vistoli Alidoro, Hugh Cutting Corindo, Mirco Palazzi Creonte, Luca Tittoto Gelone, Maria Nazarova Giacinta, Sara Blanch Tibrino e Marcela Rahal Aristea.
Lo spettacolo riporta ai giorni nostri la vicenda della regina Orontea, refrattaria alla ragion di stato e innamorata del pittore Alidoro. La protagonista diventa una donna di potere contemporanea, figura di riferimento nel mondo dell’arte nella Milano di oggi. Ancora una volta Carsen modifica l’ambientazione ma va al cuore dei meccanismi di seduzione, inganno, sorpresa, sensualità e ironia del teatro barocco, ammiccando alla platea come faceva allora il testo, arguto ed esplicito, di Giacinto Andrea Cicognini e Giovanni Filippo Apolloni.
Andata in scena il 19 febbraio 1656 nel Teatro di Sala di Innsbruck, L’Orontea è la seconda opera composta da Antonio Cesti per la corte tirolese, dopo L’Argia del novembre 1655, e uno dei più grandi successi del secolo, con innumerevoli riprese nei teatri di tutta Europa. Il dramma per musica del fiorentino Giacinto Andrea Cicognini, scritto verso la fine del 1648 durante il suo soggiorno veneziano, fu rappresentato per la prima volta nel Carnevale del 1649 nel Teatro dei SS. Apostoli in una veste musicale di Francesco Lucio. La vicenda, ambientata in un Egitto fantastico, vede la regina Orontea respingere gli appelli alla ragion di stato del filosofo Creonte per inseguire le grazie del giovane e umile pittore Alidoro, che solo dopo infiniti equivoci e peripezie si rivelerà un principe di alto lignaggio.
Dell’opera cestiana, dal carattere leggero di autentica commedia degli equivoci, sono giunte quattro partiture manoscritte complete, due conservate a Roma (Biblioteca Apostolica Vaticana e Biblioteca del Conservatorio Santa Cecilia), una a Parma (Biblioteca Palatina, Sezione musicale) e una a Cambridge (Magdalene College, Pepys Library). Nessuna corrisponde esattamente alla versione cantata a Innsbruck nel 1656, ma tutte testimoniano le modifiche fatte per riprese successive, come l’aggiunta di arie per un cantante o gli adattamenti per un differente registro vocale.
Nato ad Arezzo nel 1623, Antonio Cesti è con Monteverdi e Cavalli il rappresentante più significativo del panorama musicale secentesco. Avviato alla carriera ecclesiastica, Cesti si dedica piuttosto al teatro dapprima sotto la protezione dei Medici e quindi al servizio dell’arciduca Ferdinando Carlo del Tirolo, da Innsbruck a Vienna (dove va in scena con
clamoroso successo Il pomo d’oro), Firenze, Roma e Venezia.
Questi giorni e orari delle cinque rappresentazioni scaligere dell'opera L'Orontea, sempre con inizio alle ore 20.00: giovedì 26, sabato 28, lunedì 30 settembre, martedì 2 e sabato 5 ottobre 2024. Un’ora prima dell’inizio di ogni recita al Ridotto dei Palchi è in programm una conferenza introduttiva tenuta da Elisabetta Fava.
Biglietti: da 26 a 215 euro + diritti di prevendita; per info e prenotazioni: 02 72003744.