Giovedì 18 luglio 2024, alle ore 18.00, la Sala Bassetti della Pinacoteca di Brera, a Milano in via Brera 28, ospita Luigi Mascheroni, che presenta il libro Come un vascello pirata di Indro Montanelli; insieme all'autore interviene Gian Antonio Stella. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Questo giornale nasce da una rivolta e da una sfida. 25 giugno 1974: così inizia l’editoriale di Montanelli sul primo numero del suo Giornale. Saranno venti gli anni passati alla direzione del quotidiano da lui fondato e non è difficile pensare che quella rivolta e quella sfida resteranno la cifra distintiva del lavoro di Montanelli. Un giornalismo senza bandiere, ma sempre schierato, libero per istinto, controverso, ma spesso conservatore, sfidante per definizione, anticonformista per intima natura, rivoltoso perché in qualche misura anarchico, piratesco, corsaro, come nel titolo di questo volume.
Un volume aperto da un approfondito saggio di Luigi Mascheroni che ripercorre le vicende del quotidiano sotto la guida di Indro Montanelli, vent’anni di battaglie politiche, culturali e sui diritti fino al noto epilogo e alla rottura con Silvio Berlusconi non più solo editore, ma sceso in campo nell’arena politica.
A restituire prova tangibile della straordinaria penna montanelliana, una selezione di editoriali, articoli, corsivi, risposte al lettore e Controcorrente pensata per dare uno spaccato dell’impegno del direttore, spaziando dalla politica allo sport, dalla storia al costume, dai diritti all’ambiente. Una raccolta preziosa, utile a chi il Giornale di Montanelli ben lo ricorda e a chi oggi ha curiosità di riscoprirlo.
Infine, a chiusura del volume, una sorprendente galleria: ricordi di Indro Montanelli a firma di personaggi più o meno insospettabili. Da Mara Venier a Michele Serra, da Pier Luigi Bersani a Enrico Vanzina, da Giampiero
Mughini al cardinale Gianfranco Ravasi, in molti hanno accettato di offrire per l’occasione un aneddoto, un pensiero, una istantanea del direttore. Un omaggio al lettore, quello a cui Montanelli scriveva nel primo editoriale: questo giornale non ha padroni, perché nemmeno noi lo siamo. Tu solo, lettore, puoi esserlo, se lo vuoi. Noi te l’offriamo.