Milano gotica e misteriosa: Carlina, il fantasma del Duomo

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Milano, 09/05/2024.

Poteva il Duomo di Milano, la chiesa più grande d’Italia, mancare del suo fantasma personale? No, infatti, come se ad ammantare la Cattedrale di un alone sinistro non bastassero già le tante gargolle mostruose disseminate tra le statue. È un fantasma triste quello del Duomo, lo spettro di una sposa in nero dai grandi occhi biancastri e vuoti che appare (o apparirebbe) nelle foto che i giovani sposi si scattano sul sagrato, alla fine della cerimonia nuziale.

Carlina era una giovane donna di Schignano, paesino vicino a Como: poche anime e tante vite povere, umili. I tempi sono imprecisati ma probabilmente siamo nel Cinquecento o poco dopo: Carlina era una bella ragazza innamorata del suo Renzino, con cui aveva appena convolato a nozze. Per ingannare il feudatario e impedirgli di approfittare dello ius primae noctis, le giovani donne di quella terra indossavano un lugubre abito da sposa di seta nera. Forse era anche un modo per non dare nell’occhio, per tenere lontane le potenziali attenzioni di qualche balordo male intenzionato.

Vestita di quell’abito gramo e doloroso, Carlina giunse a Milano con il giovane marito. Fu un viaggio di nozze frugale, in perfetta tradizione contadina. Salire sul Duomo era però doveroso, un gesto per chiedere la grazia beneaugurante del Cielo. Ma, c’era un ma. Carlina era incinta, lo aveva scoperto da poco, e quel bambino portato in grembo non era del suo novello sposo. Un errore certamente, un peccato di gioventù che non avrebbe dovuto minare in nessun modo la ventura d’amore che i due auspicavano: a Renzo la ragazza avrebbe raccontato un’innocente bugia e la cosa sarebbe finita lì, pacificamente e indolore.

La suggestione tuttavia ci mise lo zampino, o magari fu il castigo divino. Non lo sapremo mai. La leggenda vuole che Carlina, mentre si aggirava mano nella mano con il suo sposo sulla cima del Duomo, venne presa da un rimorso non più tollerabile. Il segreto che si portava appresso si fece pesante e opprimente. Forse si sarà sentita sordida, forse ignobile: il gesto compiuto ne fu la naturale conseguenza. La bella Carlina prese a volare insieme al dolore, lanciandosi dall’alto per fluttuare fino allo sprofondo con il suo giovane corpo e il figlio che portava in grembo.

La cercarono dappertutto, poveretta. Il corpo però non venne mai ritrovato. Che abbia attraversato lo spazio per approdare a un’altra dimensione? Che un angelo se la sia presa per portarla via? Nessuno, comunque, la vide più su questa terra. Carlina rimase lì, intrappolata nel vuoto eterico tra il sagrato del Duomo e la Milano gotica e misteriosa. Evanescente e inafferrabile, ma in grado di impressionare le pellicole dei giovani sposi nel loro giorno più bello. Forse per portare fortuna, oppure come monito, chi lo sa. A noi piace pensare che planando sulla sua stessa leggenda, la malinconica Carlina abbia infine trovato pace.    

Di Enrico Pietra

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