Milano gotica e misteriosa: le statue demoniache del Duomo

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Milano, 18/04/2024.

Doveva essere una notte davvero infernale quella in cui Gian Galeazzo Visconti, Conte di Virtù, si svegliò di soprassalto, forse disturbato da un acre odore di zolfo. Correva l’inverno del 1386 e il futuro primo Duca di Milano (lo sarebbe diventato quasi dieci anni dopo) si trovò di fronte al principe di questo mondo. O almeno così racconta la leggenda. Satana, si dice, non sarebbe andato troppo per il sottile: il Visconti, Dominus Generalis di Milano, uomo politico di prim’ordine in quegli anni, poco poteva di fronte alla sagoma di Lucifero in persona.

Un Lucifero peraltro piuttosto fumantino, come tradizione impone. Il dado era tratto: o il Visconti erigeva una cattedrale, una gigantesca chiesa, disseminata di immagini diaboliche, o la sua parte più eterea sarebbe stata trascinata all’inferno. Insomma, il diavolo avrebbe portato via con sé la povera anima del malcapitato, ponendo la parola fine alla gloriosa epopea del Gian Galeazzo principesco.

Il Visconti, terrorizzato, accettò il patto. Il diavolo sparì e il signore di Milano iniziò a pianificare la costruzione della cattedrale, non prima di ricevere dal demonio stesso i progetti, che sarebbero stati poi affidati agli architetti. Nel 1386 iniziarono i lavori per la costruzione del Duomo di Milano, la chiesa più grande d’Italia. La cattedrale fu eretta in stile gotico, utilizzando il prezioso marmo di Candoglia, e la sua costruzione richiese secoli e il coinvolgimento di generazioni di carpentieri, architetti e scultori. L’incipit dei lavori venne però dal Visconti, duca laico, che riversò nel progetto un quantitativo imponente di risorse. Le condizioni d’altra parte erano chiare: tutta l’opera, nella sua magniloquenza, doveva essere disseminata di immagini demoniache.

Così andò. Gian Galezzo nel 1402 restituì l’anima al Creatore (viste le premesse buon per lui), poco prima dell’inizio dei lavori. E oggi, visitando il Duomo, tra le 3400 statue si scorgono ben 96 gargolle che mostrano sembianze smaccatamente mostruose. Le gargolle sono imbocchi collegati ai canali di scolo discendenti direttamente dai tetti, dalle terrazze e dalle balconate, che avevano lo scopo di scaricare l’acqua piovana: venivano decorate con le effigie più spaventevoli allo scopo di tenere lontani dai luoghi sacri gli spiriti esiziali e malvagi; un’usanza piuttosto tipica ai tempi dell’architettura gotica.

Ma osservando i quasi cento demoni che sputano acqua nelle giornate di pioggia, proprio lì, ai piedi della Madonnina a guardia della guglia maggiore, il pensiero non può che correre alla leggenda. Forse è solo una bella favola, forse è solo il folklore popolare, ma resta il sospetto che il tormentato spirito di Gian Galeazzo Visconti ancora oggi aleggi inquieto tra i pinnacoli, tutto intento a immunizzarsi dalle minacce di un Belzebù più torvo che mai.  

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