Opera monumentale, Guillaume Tell subì tagli e modifiche già nel corso delle prove e delle prime rappresentazioni seguite al battesimo avvenuto all’Opéra di Parigi il 3 agosto 1829. La prima scaligera risale al 26 dicembre 1836 in una versione italiana profondamente modificata per non dispiacere alla censura austriaca: per l’inaugurazione della stagione di Carnevale e Quaresima andò in scena per ben 32 rappresentazioni Vallace, «melodramma tragico di Calisto Bassi, composto sulla musica del Guglielmo Tell del Maestro Cavaliere Rossini». Sempre la versione del Bassi ma con il titolo Guglielmo Tell tornò nel 1845, 1858, 1860, 1867, 1881 (con la direzione di Franco Faccio), 1899 (diretto da Toscanini con Francesco Tamagno come Arnoldo), 1930 (direttore Giuseppe del Campo, con Giacomo Lauri Volpi come Arnoldo, Benvenuto Franci come Tell e Lila Bruna Rasa come Matilde), 1939 (sul podio Gino Marinuzzi). Memorabile anche l’edizione diretta da Francesco Molinari Pradelli nel 1965 e ripresa nel 1966, con Gianni Raimondi, Giangiacomo Guelfi e Ilva Ligabue nelle parti principali, la regia di Sandro Bolchi e le scene di Salvatore Fiume
L’opera, che manca dalla Scala dal 1988 quando fu diretta da Riccardo Muti in una produzione di Luca Ronconi, ricordata per l’uso allora nuovissimo delle proiezioni in scena, viene ora presentata per la prima volta alla Scala in versione originale francese nell’edizione critica a cura di Elizabeth Bartlet pubblicata nel 1992 dalla Fondazione Rossini di Pesaro. Viene eseguita in forma pressoché integrale, con pochi piccoli tagli: sono omessi il pas de deux nei ballabili dell’Atto I, l’aria di Jemmy e una sezione del pas de soldats nell’Atto III. Le danze sono eseguite interamente e nel Finale dell’Atto IV si ascolta il trio Mathilde-Jemmy-Hedwige.
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