Chiamare a raduno (Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse), mostra di Chiara Camoni

Chiara Camoni, Sister (Capanna), 2022 (particolare) © Camilla Maria, courtesy l’artista / Nicoletta Fiorucci Collection
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DA Giovedì15Febbraio2024
A Domenica21Luglio2024

Dal 15 febbraio al 21 luglio 2024 gli spazi espositivi del Pirelli HangarBicocca, a Milano in via Chiese 2, ospitano la mostra Chiamare a raduno (Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse), mostra personale di Chiara Camoni: un paesaggio fantastico in cui immergersi e perdersi.  

In esposizione il corpus di opere più ampio mai presentato dell’artista italiana. Nuove produzioni, concepite e realizzate appositamente per la mostra, e opere storiche offrono una riflessione sul femminile, sulla dimensione spirituale e mistica della realtà, sulle relazioni tra cultura e storia e sui gesti quotidiani che danno forma all'esistenza umana. Una pratica che intreccia sfera spirituale e dimensione artigianale attraverso l’utilizzo di molteplici forme espressive dal disegno alle stampe vegetali, dal video alla scultura e alla ceramica.

La pratica di Chiara Camoni (Piacenza, 1974; vive e lavora a Seravezza) si estende dal disegno, alla scultura e all’installazione, con particolare attenzione per la ceramica. Il suo lavoro si contraddistingue per l’uso di ogget­ti appartenenti al mondo domestico o di elementi organici che l’artista impiega nella sua produzione. Erbe, bacche e fiori, ma anche diversi tipi di argilla e ceneri determinano le tonalità naturali distintive dei suoi lavori e ri­chiamano la terra e la vegetazione che Camoni raccoglie e inserisce nelle sculture. Le opere vengono poi riassembla­te attraverso azioni rituali, connotate da un forte legame con mondi an­cestrali e arcaici, volti a esplorare il rapporto con l’artigianato e la sfera spirituale.

La di­mensione collettiva e di scambio è altrettan­to rilevante: l’artista, infatti, si avvale spesso di collaborazioni con amici e parenti, workshop e seminari per realizzare i suoi lavori. Il linguaggio di Camoni rielabora tecniche e materiali del quotidiano come ceramiche, tessiture a stampa o a telaio, tratti soprattutto dallo strumentario delle attività femminili, riprendendo approcci comunitari che si avvicinano alle pratiche di altre artiste italiane storiche come Maria Lai (1919-2013) o alle traiettorie processuali di Laura Grisi (1939-2017).

La mostra in Chiamare a raduno (Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse), a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, raccoglie il corpus più ampio delle opere di Chiara Camoni mai presentato in Italia e, insieme a una serie di nuove produzioni, dà vita a un’architettura di collettività e raccoglimento, ispirata nelle forme al giardino all’italiana tardo-rinascimentale e agli anfiteatri antichi. Il disegno simmetrico e radiale della pianta crea corridoi e stanze, strade e ambienti, che dividono lo spazio dello Shed in aree dove i visitatori possono sostare o dialogare. Il centro vuoto è il fulcro attorno a cui ruota il progetto di mostra: le opere sono infatti disposte come sugli spalti di un’arena, trasformando l’esposizione in un raduno o uno spettacolo. Allo stesso tempo l’ambiente si configura come un paesaggio materico in cui il confine tra architettura, scultura e oggetto diventa più labile e ambiguo. Mentre dalle finestre, aperte per l’occasione lungo le pareti e il soffitto dello Shed, la luce naturale diurna si alterna all’oscurità serale, una ciclicità che è soggetto creatore e vivificante con la sua scansione ritmica tra momenti di stasi e tenebre e altri movimentati dai riflessi e dai raggi solari.

Il titolo della mostra è concepito come un componimento in versi o un incantesimo. Da una parte rimanda a una formularità magica, che invita il pubblico a immergersi in una dimensione arcaica e misteriosa, e dall’altra riassume e anticipa elementi e immaginari della pratica di Chiara Camoni, evocati e convocati insieme dalle parole dell’artista stessa. Proprio a partire da questa idea di richiamo collettivo, è raccolta ed esposta la serie più numerosa delle Sisters, opere che l’artista realizza a partire dal 2017. Queste sculture dall’aspetto antropomorfo e zoomorfo sono formate da un accumulo di materiali differenti, dalla terracotta policroma alla cera, da gres e porcellana a elementi vegetali, fino al ferro, alla plastica e a oggetti trovati. Per Camoni appaiono come figure dell’inconscio, divinità primordiali che incarnano una femminilità ancestrale. Il loro aspetto corporeo e materico è in grado di generare stupore e meraviglia nell’osservatore, come se ognuna nascondesse una narrazione intima e mitica allo stesso tempo. La loro presenza, come veicolo di sorellanza, incoraggia il desiderio di unione e comunità e di rivendicazione identitaria.

Le opere esposte sembrano appartenere a un passato fantastico che a poco a poco si disvela, come in un sito archeologico, dove storie e oggetti si sovrappongono nel tempo e trasformano le memorie di un luogo. Ne è un esempio Pavimento (for Clarice) del 2022, composto da piastrelle di gres smaltato con cenere, terra e sabbia, che nell’omaggio alla scrittrice brasiliana Clarice Lispector racconta il passaggio della materia - e del decoro - da uno stato all’altro. La serie dei Vasi Farfalla del 2020, esposta su tavoli in legno, reinterpreta invece i vasi canopi dell’antico Egitto che custodivano gli organi sacri dei faraoni. Questi lavori contengono fiori freschi o secchi, elementi scultorei a tutti gli effetti, ma in continuo cambiamento: le loro forme ricordano quelle di animali, insetti e coralli, e portano la scultura in contatto con il mondo degli oggetti rituali.

Le due nuove produzioni del 2023, poste all’ingresso e all’uscita, aprono e chiudono il percorso della mostra nelle due direzioni. I visitatori sono accolti infatti da Leonesse, due sculture-architetture in pietra leccese, che al loro interno contengono resti di conchiglie e ossa di animali, mentre al termine del percorso, è esposto il gruppo scultoreo Cani (Bruno e Tre), due statue in alluminio adagiate su un tappeto: le figure sono soglia, monito e protezione.

Il rapporto con il mondo naturale e animale è centrale nel lavoro di Chiara Camoni e diventa evidente nella costruzione del percorso espositivo, che è stato concepito come un giardino o una passeggiata in un bosco, dove anche la luce naturale e le ombre svelano e nascondono un paesaggio metafisico. Forme zoomorfe, tappeti con trame di erbe e stampe vegetali influiscono sull’esperienza e sui movimenti dei visitatori, come la nuova serie realizzata nel 2023 per l’occasione, Serpenti. Queste sculture - formate da assemblaggi di scaglie di onice o da elementi in porcellana - disposte a pavimento ostruiscono e determinano il passaggio del pubblico in specifiche aree dello spazio. Mentre l’idea di rifugio domestico e riparo è evocata dalla presenza di diverse tende e drappi appesi. Si tratta di installazioni composte da stampe vegetali su tessuto, spesso prodotte durante laboratori organizzati dall’artista, ottenute pressando piante e fiori direttamente su seta o cotone: le tracce colorate creano motivi astratti o antropomorfi. 

La mostra è visitabile a ingresso gratuito nei seguenti orari di apertura: giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.30 alle 20.30. Per info 02 66111573.

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