Totem, mostra di Alessandro Pongan

DA Giovedì14Settembre2023
A Sabato21Ottobre2023

Dal 14 settembre al 21 ottobre 2023 la galleria Building di Milano presenta la mostra Totem di Alessandro Pongan. Curata da Serena Tabacchi, l'esposizione affronta il passaggio tra la magia e il divino attraverso una selezione di sculture, arazzi e opere native digitali in cui il dialogo tra la simbologia del corpo e l’evoluzione della società contemporanea tentano di riscoprire il valore del sacro.

Le opere presentate sono il frutto della ricerca di Alessandro Pongan (La Spezia, 1963) il quale attraverso un attento studio dedicato alla ricerca artistica e del design, interpreta la sacralità degli oggetti e delle forme partendo da una riflessione personale e storica sul culto della divinità. Totem affonda le sue radici nell'intimità dell’individuo, cercando di descrivere attraverso simboli e forme ricorrenti l’umano desiderio di conoscenza dell’infinito.

Nel saggio Il ramo d’oro, testo cardine della ricerca dell’antropologo James Frazer, si racconta come la magia, un tempo vicina alle pratiche quotidiane dell’uomo, venga meno con il graduale riconoscimento degli dèi e della natura come forze soprannaturali e quindi superiori alla propria influenza esoterica. Se la natura e gli eventi della vita hanno portato a credere che esista una forza superiore alla volontà umana, nel momento in cui l’uomo realizza che la somiglianza con il suo dio non equivale alla democratizzazione della natura ma piuttosto all’affermarsi di un’entità esterna, ancora indefinita, che regola il corso del creato, a questa visione Pongan oppone una nuova teoria che racchiude nel totem il passaggio tra la pratica votiva e l’incarnazione della sacralità del corpo e della mente che lo governa.

Le opere in mostra raccontano, ognuna con il proprio medium, il passaggio dalla consapevolezza dell'invisibile equilibrio delle forze naturali all’interiorizzazione della stessa come forma di religione. Pongan realizza due serie dai motivi iconici e ricorrenti, il ciclo del Prono e quello del Brain Drain. Le sculture della serie dei Proni vengono realizzate con metalli e resine, dopo essere state concepite digitalmente, attraverso un sistema di stampa 3D capace di cristallizzare le più complesse sfumature che l’artista realizza su monitor. La posizione a carponi richiama alla memoria i primi passi dell’infante, una forma di conoscenza del mondo primordiale che accomuna l’animale e l’uomo. Con la crescita, essa rappresenta resilienza, forza e meditazione.

Appartengono allo stesso ciclo le opere Human Fabric e Spectrum: la prima è una composizione bidimensionale di forme in stile vaso di Rubin, in cui il susseguirsi del Prono crea una trama monocromatica di tessuto umano. Dai toni brillanti e dalla colorazione in continua evoluzione è invece l’opera digitale Spectrum, con la quale l’artista esplora le possibili emozioni e connessioni scaturite tra lo sfondo e i blocchi in primo piano, dando tridimensionalità al prono questa volta attraverso un gioco di luci e ombre. P. Block 67-68 viene concepita in un momento di isolamento in cui il prono diventa casa, come a volersi chiudere in sè stessi in un atto di protezione, restando vicini nonostante il cemento delle abitazioni popolari. L’encefalo stilizzato appare sotto forma di proiezione e scultura fluttuante, come a creare un dialogo tra l’io interiore e la materia che lo incapsula. Le quattro incisioni a parete, Brain Drain Tales vengono realizzate su un supporto di legno e successivamente riempite con intonaco per poi essere nuovamente incise a mano. Ogni tale (racconto) rappresenta una proiezione fotografica della scatola cranica, come a voler dare forma al sentire.

L’arazzo tessuto a mano dall’Arazzeria Scassa e l’arazzo jacquard sono fermi immagine di un pattern in divenire. Il pensiero, il colore e la materia si realizzano in queste opere, regalando una qualità tattile alla serie. Le tre opere native digitali Brain Drain Digital formano un trittico, creando una sinergia tra il design del testo, che lascia intendere il titolo dell’opera e i colori plastici scelti per ognuna delle prospettive del Brain proposte dall’artista. Per questa serie Pongan sceglie di affidarsi ad una tecnologia innovativa e brevettata a livello internazionale che salvaguardia e tutela il file dell’opera in forma unica e quindi non riproducibile: il Daw (Digital Art Work). Attraverso un sistema di crittografia elaborato dall’azienda italiana Cinello, le opere sono da paragonarsi a tele digitali uniche, grazie alle quali l’artista sottolinea la sua attenzione e sensibilità rispetto al tema della paternità dell’opera digitale e alla sua diffusione come opera collezionabile in formato unico, protetto e certificato.

La mostra è visitabile al terzo piano della galleria Building (via Monte di Pietà 3, Milano) dal martedì al sabato in orario 10.00-19.00. Per ulteriori informazioni telefonare al numero 02 89094995.

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