Panettone a San Biagio: perché si mangia a Milano?

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L'evento, verificatosi il 3 febbraio, è stato così attribuito a San Biagio. Medico, vescovo della città di Sebaste in Armenia e martire, San Biagio è considerato il protettore della gola. A lui, infatti, era attribuito il potere di estrarre ossa e spine andate di traverso. Ancora oggi al santo patrono degli otorinolaringoiatri, il cui culto, sentito non solo in Lombardia, si lega anche alla mondo dell'agricoltura e della pastorizia, vengono dedicati festeggiamenti particolari, perpetuando, per esempio, la tradizionale benedizione delle gole.

Il giorno dedicato a San Biagio arriva, tra l'altro, seguendo da vicino i giorni della Merla, considerati nella cultura popolare i giorni più freddi dell'anno. Giorni ideali per prendersi malanni da raffreddamento perché, come recita un proverbio lombardo, A San Biàs ga gèra a guta sòta'l nas (A San Biagio gela la goccia sotto al naso).

Se a Milano, dunque, città dove il panettone è diventato un vero e proprio simbolo tanto da dedicargli feste come il Re Panettone, troviamo la tradizione di mangiare questo dolce a San Biagio come gesto per tenere lontano i malanni di stagione, anche in altre zone del Belpaese la figura del santo non è priva di agganci con la tavola. Per quanto riguarda, per esempio, il pandolce genovese è usanza che se ne conservi una fetta da donare alla prima persona in difficoltà che bussa alla porta e una proprio per il 3 febbraio.

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