Michael F. Moore presenta la nuova edizione statunitense dei Promessi Sposi

Venerdì12Maggio2023

Venerdì 12 maggio 2023 alle ore 18.00 a Lecco arriva Michael F. Moore, italianista, interprete della Rappresentanza Permanente italiana all'Onu e autore della nuova edizione statunitense in lingua inglese dei Promessi Sposi: l'appuntamento è a Villa Manzoni, in via Don Guanella 1.

Michael F. Moore è protagonista dell’incontro Una storia così bella: la nuova traduzione americana dei Promessi Sposi. Organizzato nell’ambito di Una città per Manzoni, manifestazione promossa dal Comune di Lecco in occasione dei 150 anni dalla scomparsa del celebre autore, l’evento propone un dialogo tra lo stesso Michel F. Moore, il direttore scientifico del Museo Manzoniano a Villa Manzoni Mauro Rossetto e Paola Italia, docente presso il dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, già presidente del Centro Nazionale Studi Manzoniani e coordinatrice degli Annali manzoniani. La studiosa fu la prima ad intuire nel 2021 che il titolo che appare sul manoscritto Gli sposi promessi, conservato ed esposto nel Museo Manzoniano lecchese, non è solo il nome della seconda minuta, cioè la riscrittura del Fermo e Lucia, ma il vero titolo della prima stesura. Il manoscritto conserva infatti una bella copia di un copista sconosciuto, ma certamente legato alla cerchia di Manzoni, vergata tra il 1822 e il 1824, di un riassunto del romanzo che Manzoni stava ancora scrivendo modificandone la trama e la lingua.

L’incontro è caratterizzato da un taglio rigoroso, ma decisamente divulgativo e si focalizza sull’abilità di Manzoni nel comporre un grande romanzo popolare in cui si distinguono ancor oggi tanti caratteri della tradizione italiana, dai bravi/bulli agli azzeccagarbugli, e sulla sua capacità di creare un nuovo linguaggio che desiderava essere immediato e moderno.

Michael F. Moore è una figura di primo piano nel panorama dei traduttori ed ha contribuito a far conoscere ai lettori degli Stati Uniti opere di Calvino, Moravia e Primo Levi. A chi gli ha chiesto cosa lo abbia spinto a tradurre il romanzo di Manzoni traghettandolo nel XXI secolo, Moore ha risposto che si è trattato di una doppia prova d’amore, verso la lingua italiana che ha imparato vivendo, studiando e lavorando proprio tra Milano e Como, ma anche verso la lingua americana, che, sostiene non è vero che non ha eloquenza. La traduzione non è stata semplice e Moore l’ha realizzata parzialmente in Italia, mentre si trovava a Bellagio, dove ha potuto immergersi nel clima lacustre, e a Milano, per rivivere la rivolta del pane nelle vie cittadine. Impossibile, indagando la modernità di Manzoni, non pensare alla descrizione della peste, per tanti versi così simile a quanto accaduto nella pandemia. Lo stesso Moore ha confessato in un’intervista di aver dovuto rileggere più volte alcuni passaggi, tanto era simile la descrizione della peste del 1630 a quel che stava accadendo  nel 2020.

Del resto, la traduzione non è mai una semplice traslitterazione ma il tentativo di restituire un clima, un’atmosfera. Così, nella traduzione di Moore, lo Sfregiato, uno dei bravi di Don Rodrigo, diventa Scarface, come il gangster interpretato da Al Pacino nel film di Brian de Palma, mentre Tiradritto prende il nomignolo di Straight Shooter e l’Innominato è The Nameless One. Un appuntamento dunque da non perdere per gli appassionati, ma anche per chi desidera incominciare a cogliere la modernità dell’autore e la sua capacità di raccontare una storia senza tempo che appassiona anche i contemporanei d’oltreoceano.

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