I borghi più belli della Liguria di Ponente: un weekend tra Dolceacqua, Triora, Apricale, Seborga e Bussana Vecchia

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Imperia, 26/03/2023.

L'estremo Ponente della Liguria, quello racchiuso nella provincia di Imperia e immediatamente a ridosso del confine con la Francia, ha un fascino particolare, fatto di paesi arroccati, montagne aspre e discese repentine verso il mare. Quali sono le località che si possono visitare in un weekend (o al massimo in tre giorni) in questa parte di Liguria? Ecco qualche suggerimento per scoprire i borghi del Ponente, con 5 località da non perdere.

Dolceacqua. Si tratta di un tipico borgo medievale, con la classica struttura che prevede il piccolo centro storico e il ponte sul fiume, attorno al quale l'abitato si concentrava e si sviluppava, per sfruttare al meglio le possibilità commerciali che esso poteva offrire. Dal ponte sul Nervia risalgono le viuzze che attraversano l'intero borgo, tra strutture in mattoni, piccole botteghe e ristorantini particolarmente amati dai turisti, per le loro specialità. Da menzionare tra queste il dolce tipico, la Michetta e il Rossese di Dolceacqua, un vino rosso corposo (per chi preferisce il bianco, qui si trova un ottimo Vermentino). Come ogni borgo medievale che si rispetti anche Dolceacqua ha il suo castello, in questo caso dei Doria, risalente al 1200, che oggi ospita mostre ed è location per eventi. Gli appassionati di trekking da qui possono intraprendere un lungo sentiero, chiamato Sentiero Liguria, che da Dolceacqua porta a Taggia. Si tratta di un percorso di ben 30 km, ma ovvamente ci sono tappe intermedie!

Triora. In questa parte di Liguria, una tappa a Triora è praticamente un must. Il paese delle streghe, la Salem italiana, sono tantissimi i modi in cui ci si può riferire a questo borgo, che è stato teatro di una serie di processi rimasti nella storia. Qui molte donne, come successe in Europa e in America nel 1600, furono vittime di una sorta di isteria, vennero processate per le loro presunte attività di stregoneria. In tutta probabilità erano solo donne che possedevano la conoscenza dell'uso delle erbe medicinali o semplicemente vittime di faide cittadine. Triora è un borgo che ora le ricorda, tra le sue strette viuzze in penombra che, anche qui come a Dolceacqua, portano alle rovine del castello duecentesco. Da qui si prende la strada per raggiungere la Cabotina, un rudere in cui si pensa vivesse l'ultima strega di Triora, chiamata appunto Cabotina. Sono tante le leggende che si annidano tra le strade di questo borgo del Ponente della Liguria, alcuni dicono di udire ancora le voci delle streghe. Suggestione? Probabilmente sì, che però aggiunge ulteriore mistero in questa zona incastrata tra la Valle Argentina e la Valle Arroscia. Scendendo verso il paese, praticamente ormai disabitato, fatta eccezione per le attività legate al turismo, si trova la piazzetta principale, Piazza Beato Tommaso Regio, con alcuni localini dove poter assaggiare le specialità tipiche, tra cui il Pane di Triora. Una menzione particolare va al Museo Etnografico: qui sono custoditi i documenti dei processi ed è possibile visitare la replica di una cella utilizzata al tempo. Nelle altre sale viene invece illustrata la vita quotidiana tra i campi, con l'esposizione degli utensili agricoli.

Apricale. Questo splendido borgo medievale è un vero e proprio gioiello in pietra incastonato tra i boschi, che ha ricevuto la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, riconoscimento riservato ai piccoli comuni dell'entroterra che si distinguono per l'eccellenza in ambito di accoglienza turistica. Anche qui non poteva mancare lo splendido castello, in questo caso il Castello della Lucertola, posizionato nelle immediate vicinanze della Chiesa della Purificazione di Maria Vergine, su uno sperone roccioso. Risale al decimo secolo, dapprima proprietà dei conti di Ventimiglia, poi passò alla famiglia Doria e diventò una fortezza inespugnabile. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel Novecento venne abbellito da un giardino pensile e attualmente è sede di eventi culturali, all'ombra dei resti delle torri quadrangolari e delle mura. Tra le chiese di Apricale, valgono una visita la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, con affreschi del Quattrocento, la Chiesa di Sant’Antonio e l'Oratorio di San Bartolomeo. Dopo tanto camminare, un po' di dolcezza, con le tipiche frittelle della zona, le pansarole con lo zabaione, senza dimenticare che Apricale è considerata la Città dell'Olio, oltre che culla delle olive taggiasche, considerate delle vere e proprie eccellenze gastronomiche italiane.

Seborga. Entriamo ora in un vero e proprio Principato. La sua storia è andata così: il floricoltore Giorgio Carbone si autoproclamò Re del Principato che, secondo alcune sue ricerche, doveva essere considerato uno stato a parte, visto che non fu mai possesso dei Savoia e quindi non poteva essere incluso all'interno dello stato italiano, nell'anno dell'unificazione. Per oltre quarant'anni fu Giorgio I, addirittura coniò una moneta, il Luigino Seborghino e alla sua morte fu seguito da ben due successori, l'ultima dei quali la Principessa Nina Menegatto, sul trono dal 2019. Cosa vedere a Seborga? Partiamo dalla Chiesa di San Martino: risalente al 1615 è un chiaro esempio di stile Barocco che, nel corso della sua storia si lega alle vicende dei Templari, la cui croce è visibile sul sagrato. Nelle immediate adiacenze, ecco Palazzo dei Monaci, classica struttura medievale con un porticato. Da visitare il piccolo Museo degli Strumenti Musicali, con oltre cento esmplari tra il 1700 ad oggi.

Bussana Vecchia. Scendendo verso il mare di Sanremo, si giunge all'ultima tappa di questo itinerario nell'estremo Ponente della Liguria. Bussana Vecchia è un piccolo borgo medievale, distrutto da un violento terremoto nel 1887. Dopo un lunghissimo periodo di abbandono è stato occupato da gruppi di artisti, che lo hanno reso un luogo magico, vibrante e colorato. Qui si trovano studi d'arte, piccole gallerie, un negozietto di abiti vintage e quella che si può definire la struttura più surreale del borgo. Si tratta della Barca, una struttura a metà tra una terrazza coperta e un ostello fatto di nicchie nascoste dove viaggiatori, hippy 2.0, artisti e girovaghi di tutto il mondo si incontrano tra oggetti di recupero, specchi e divani un po' consunti. Nel giardino sottostante convivono una papera e un porcellino, che gironzolano felici, mentre gli avventori al piano di sopra chiacchierano in mille lingue diverse, bevono vino e cucinano nel forno le pizze. Tutti sono i benvenuti, nessuno escluso, in questo piccolo gioiello di pace, serenità e colori sgargianti.

Di Paola Popa

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